Effetto rimbalzo: l’economia inizia a ripartire

Foto: Pashminu Mansukhani / Pixabay

I dati dell'osservatorio della Camera di Commercio di Frosinone Latina. C'è un effetto rimbalzo. Il Covid ha congelato alcuni settori, ne ha massacrato altri. Ma ci sono chiari segnali di ripartenza: più le nuove attività che quelle cessate. La situazione nel Lazio. E nelle province di Frosinone e Latina

Torna il sorriso: c’è un ‘effetto rimbalzo‘ nei numeri dell’economia nelle province di Frosinone e Latina. Lo registra Osserfare, l’osservatorio economico della Camera di Commercio. I dati del primo trimestre 2021 sono diversi: dai trimestri precedenti e dallo stesso periodo di un anno fa. Ci sono ragioni precise.

L’economia delle imprese: il dato nazionale

Il dato nazionale registra una crescita inconsueta, un rimbalzo senza precedenti su tutti i territori. In genere i primi tre mesi di ogni anno portano dati pessimi: perché ci sono le cessazioni delle attività fatte al 31 dicembre precedente e che per ragioni amministrative vengono contabilizzate nel trimestre successivo.

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Quest’anno c’è stato circa un quarto di cessazioni in meno: merito della possibilità di accedere ai ristori che ha tenuto molti in apnea.

A marzo 2021, su scala nazionale, sono state registrate circa 103mila e 600 nuove imprese iscrittte alle Camere di Commercio: è un tasso di natalità in recupero rispetto ai valori targati 2020. Le imprese che hanno cessato l’attività sono state quasi 98mila e 500: (l’indice di mortalità è all’1,62% in netto calo rispetto al 2,08% del I trimestre 2020).

La differenza tra quei due dati certifica una inconsueta crescita dello stock complessivo delle imprese: oltre 5 mila e 100 unità (+0,08%, a fronte del -0,50% precedente).

Il dato regionale del Lazio

Il Lazio è la locomotiva nazionale delle nuove attività. Registra un tasso di crescita del +0,35%: quattro volte superiore al dato nazionale (+0,08% il tasso di crescita).

È il risultato di una maggiore vivacità nelle iscrizioni (+9,3%) e del contenimento delle cessazioni. Il saldo tra i due dati nel trimestre ammonta ad oltre 2 mila e 300 attività in più.

È un significativo ancora più interessante se si tiene conto dello stesso periodo nel 2020: quella volta c’era stato un segno meno davanti a 564 unità; altrettanto se si fa il confronto rispetto alla prima porzione del 2019 (716 unità aggiuntive).

Disaggregando il dato laziale a livello provinciale, si evidenziano tendenze pressoché simili. Solo in provincia di Frosinone c’è una tenendenza leggermente più contenuta alle nuove iscrizioni; unica eccezione la decrescita del reatino.

La provincia di Frosinone

Foto: Imagoeconomica / Carlo Lannutti

A fine marzo 2021 in provincia di Frosinone risultano 48.694 imprese registrate. Di queste risultano in attività 39.958 (82,1% del totale). Ammontano a 727 le nuove iscrizioni (pari ad un tasso di natalità dell’1,49%, in leggero rallentamento rispetto all’1,52% riferito al 2020). Nello stesso periodo ci sono state 648 cessazioni non d’ufficio (per un indice di mortalità dell’1,33%, anch’esso in rallentamento rispetto al 2,03% dell’analogo periodo precedente).

Il bilancio trimestrale è positivo per 79 unità in più. Facendo un paragone con i dati precedenti: c’era stata una significativa sottrazione di 244 imprese (-83 nella prima porzione del 2019), per un tasso di crescita che si attesta al +0,16%, in netto recupero rispetto alle dinamiche riferite al primo Trimestre 2020 (-0,50%; -0,17% nel primo trimestre 2019).

Continua il trend registrato nel recente passato: c’è una ripresa nei settori delle Costruzioni (effetto degli incentivi sulle ristrutturazioni) e dei Servizi di supporto alle imprese, seguiti dalle attività di Consulenza aziendale.

Contengono le perdite i settori dell’Agricoltura, dell’Industria, delle attività commerciali. Sul fronte dei negozi al dettaglio le chiusure vengo arginate a meno 17: per pesare bene il dato basta confrontarlo con quello degli analoghi peridi 2020 e 2019, in entrambi i casi il dato era statoi di circa meno 100.

Le aperture poi sono in linea con i livelli riferiti al biennio precedente.

Chi ha pagato il conto sono stati i Ristoranti ed i Pubblici esercizi. Contengono la perdita, c’è però un deciso ridimensionamento delle nuove aperture, in linea con le dinamiche già emerse nel corso del 2020.

L’Artigianato ciociaro

Oltre 8500 le imprese artigiane ciociare

A fine marzo le imprese artigiane del frusinate ammontano a 8.696, pari al 20,1% del totale imprese operanti nella provincia, al netto del comparto agricolo.

Il saldo tra le 181 iscrizioni e le 198 cessazioni non d’ufficio determina una sottrazione di 17 unità (a fronte delle 39 unità in meno riferite all’analogo periodo del 2020; erano -91 nel primo trimestre 2019.

Un dato che conferma il progressivo contenimento della decrescita. la variazione si attesta al -0,20% (-0,45% e +1,05% le variazioni percentuali rispettivamente nel primo trimestre 2020 e 2019). (Leggi qui L’impresa di fare impresa. E la svolta ancora non c’è).

La provincia di Latina

L’universo imprenditoriale della provincia conta al 31 marzo 57.616 unità registrate. Di queste sono attive 47.148, pari all’81,8%. Complessivamente ammontano a 1.031 le iscrizioni e risultano in crescita dell’8% (a fronte delle 958 riferite all’analogo periodo del 2020), per un tasso di natalità all’1,79% (rispetto all’1,67% del I trimestre 2020).

Anche in provincia di Latina c’è stata la frenata delle chiusure. Si sono attestate a 286 unità in meno, per un tasso di mortalità in rallentamento all’1,58% (2,08% il precedente, pari a 1.197 cancellazioni nel corso del I trimestre 2020).

Per la prima volta negli ultimi dieci anni il saldo del primo Trimestre porta davanti un segno più: un avanzo di 120 unità senza precedenti nella serie storica, per un tasso di crescita positivo che si attesta al +0,21% (a fronte del -0,42%, riferito al primo trimestre dell’anno precedente; -0,02% nel primo quarto del 2019).

Il 2021 in provincia di Latina si apre all’insegna della discontinuità. A trainare sono le stesse attività che avevano dato segnali di ripresa già nel 2020: le Costruzioni (+87 unità, +1,17%); le attività di Pulizia e disinfestazione; la Consulenza aziendale.

Foto: Gerhard Bögner / Pixabay

Anche in provincia di Latina la pandemia ha congelato la situazione delle attività commerciali. Il dato è stazionario e conferma l’esito sostanzialmente neutro dell’anno 2020, a fronte della perdita di quasi 150 imprese nella prima trimestrale dello scorso anno.

Per quanto attiene le attività turistico-ricettive, complessivamente in leggero avanzo, la Ristorazione mostra un bilancio positivo (+19 unità), in recupero rispetto al biennio precedente (rispettivamente -17 e +13 imprese nel primo trimestre 2020 e 2019). La performance dei pubblici esercizi si mantiene in area negativa ed in peggioramento su entrambe le annualità precedenti: le misure anti contagio hanno bloccato quasi del tutto il comparto.

Infine, l’Agricoltura e l’Industria registrano un calo seppur più contenuto in termini tendenziali.

L’Artigianato pontino

Per quanto attiene il comparto artigiano: a fine marzo le imprese registrate all’Albo sono 8.863, pari al 18,5% dell’intero tessuto imprenditoriale (considerato al netto delle imprese agricole).

Il bilancio positivo per 16 unità risulta una novità rispetto al passato recente dove il dato era sempre in rosso. L’esito è dato dalla differenza tra le 215 iscrizioni (in decisa crescita) e le 199 cessazioni (in contenimento di circa il 30% sull’analogo periodo dell’ultimo biennio).

La risultante è una crescita dello 0,18%, in recupero rispetto al -1,23% riferito ai dodici mesi precedenti (-0,87% nel primo trimestre 2019), determinata prevalentemente dal rimbalzo dell’Edilizia. Diversamente, la manifattura artigiana si conferma in area negativa.

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