Gaeta capitale del mare: un giro da 161 miliardi di euro

Via alla terza edizione del Blue Forum. gaeta torna capitale delle discussioni sul mare. Un giro d'affari da 161 miliardi di euro. I risultati delle prime due edizioni: Piano triennale del Mare e dal Blue Paper 2023. Ora lo Sportello Unico. Quello che c'è da sapere

«Oggi con la crisi del Mar Rosso stiamo vivendo una forte instabilità degli equilibri geopolitici già dominati da profonde tensioni sui diversi fronti di guerra. Tutto ciò non deve far rallentare il passo verso un’Economia del Mare sostenibile, inclusiva e innovativa. Nel solco della doppia transizione digitale ed ecologica». Benvenuti a Gaeta, capitale del mare e delle analisi sui 161 miliardi di euro che la Blue Economy italiana è in grado di sviluppare.

C’è di tutto in questa terza edizione del summit nazionale sull’Economia del Mare: la pesca e la marina mercantile, la cantieristica da diporto e quella militare con i rispettivi indotti, la portualità e le autostrade blu, i cavi sottomarini. Tre giorni di analisi per il più grande evento nazionale sul sistema – mare, nato da un’intuizione di Giovanni Acampora, presidente Assonautica Italiana e della Camera di Commercio del Lazio Sud.

Rotte infuocate

Giovanni Acampora

È proprio Acampora, nella veste di numero 1 di Assonautica, a ricordare a tutti quanto sta costando e rischia di costare ancora la tensione nel Mar Rosso. Nell’intervento di apertura mette in evidenza che quest’anno è l’Italia ad avere la presidenza del G7 e «sono certo che il Governo farà la sua parte. Ci auguriamo che il mare sia al centro del confronto per dare la giusta visibilità al ruolo strategico che l’Italia può giocare. In quale campo? Come Hub energetico e commerciale dell’Europa nel Mediterraneo».

In gioco c’è un asset strategico dell’economia nazionale. Dalle sale del summit di Gaeta si viene a sapere che la Blue Economy tricolore vale 161 miliardi di euro. A rivelarlo è un’anticipazione del XII Rapporto nazionale sull’economia del Mare: è la più attendibile radiografia sullo stato di salute del settore sotto ogni sua sfaccettatura. Lo mette a punto l’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare ed il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

L’anteprima rivela che il valore dell’economia del mare italiana è sempre di più un elemento indispensabile per sostenere le politiche strategiche ed economiche del Paese.

Uno sportello unico nazionale

Uno dei confronti al Blue Forum

Ma bisogna razionalizzare, sburocratizzare e semplificare. Ad esempio con uno Sportello Unico Amministrativo Nazionale per l’Economia del Mare che aiuti le imprese e che semplifichi i processi attraverso i nuovi sistemi digitali. A lanciare la proposta durante i lavori del Forum è stato Giovanni Acampora.

«Oggi il nostro Paese ha messo al centro dell’interesse nazionale le filiere strategiche e tra queste l’economia del mare» ha detto il presidente di Assonautica ringraziando il Governo ed in particolare il ministro Nello Musumeci. Acampora ha ricordato che proprio dal confronto con il ministro è nato il primo Piano Triennale del Mare.

Ma per raggiungere gli obiettivi saranno importanti gli investimenti sulle infrastrutture digitali. Perché consentiranno di snellire le procedure e i tempi, come le imprese legate alla Blue Economy chiedono a gran voce: «ecco perché lavoreremo anche per dare un ulteriore contributo alla definizione del Collegato sul Mare e sulla Blue Economy su cui sta lavorando il Governo». Acampora propone di ragionare insieme su uno Sportello Unico Amministrativo Nazionale per l’Economia del Mare «che aiuti le imprese e che semplifichi i processi attraverso i nuovi sistemi digitali».

In atto cambiamenti epocali

Per Acampora sono in atto cambiamenti epocali. Vanno affrontati insieme ed è «prioritario mettere in sicurezza le filiere strategiche in una visione unitaria che renda la nostra Nazione leader in Europa e nel Mediterraneo. La partita in gioco è quella della competizione internazionale. Dobbiamo mettere in campo strategie per rafforzare la competitività del nostro Paese nei confronti dei grandi player internazionali come Usa e Cina».

Ma a Gaeta ci sono le orecchie giuste per un ragionamento di questo tipo? Scorrendo la lista degli invitati la risposta è chiara: in sala sono rappresentate il 90% delle 230mila imprese dell’Economia del Mare. E poi ci sono quelli che in mare ci vanno con le stellette: il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana Ammiraglio di Squadra Giuseppe Berutti Bergotto, il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana Generale di Squadra Aerea Aurelio Colagrande e il Comandante Aeronavale Centrale della Guardia di Finanza Generale di Corpo d’Armata Antonino Maggiore.

Gaeta ed il Forum di Acampora sono nel Blue Forum Italia Network, la rete italiana degli utenti del mare che accompagna la transizione energetica sostenibile attraverso il mare. Una risposta alla comunicazione della Commissione Europea 240 final del 2021.

I numeri per quelli che dicono no

In mattinata una sigla sindacale ha puntato il dito contro il Blue Forum: sostenendo che sia una impresa tanto faraonica quanto inutile. Nessuno ha sentito il dovere di replicare. Lo hanno fatto i numeri. Lo scorso anno il Summit ha dato un contributo alla scrittura del Piano triennale del Mare e dal Blue Paper 2023. E proprio da Gaeta è emersa la necessità di costruire insieme un piano finanziario unico per l’Economia del Mare.

Acampora mette in evidenza poi che da Gaeta è partita la scelta di «raccogliere la sfida dell’Europa di passare dalla Crescita Blu a un’Economia del Mare sostenibile». E questo impone di dare concretezza alla nuova strategia marittima del Paese con un’agenda certa delle priorità di investimento. Tutto questo introduce ai lavori partiti oggi con la terza edizione del Blue Forum, intitolato “Investiamo nell’economia del Mare” per mettere al centro della strategia marittima italiana le risorse per lo sviluppo e il progresso del Sistema mare.

Dagli interventi emerge con chiarezza che serva una mobilitazione di risorse senza precedenti «per mettere le imprese italiane in condizione di affrontare le necessarie transizioni in materia di energia, ambiente e digitalizzazione».

Cambio di strategia

L’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto (Foto © Marina Militare)

La prima giornata di lavori è stata indispensabile per comprendere lo scenario internazionale. Lo ha tracciato Giuseppe Berutti Bergotto, sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare. Spiegando che «Quando gli Stati Uniti hanno cambiato la loro idea strategica globale, spostandosi dal Mediterraneo all’Indo-Pacifico, hanno spostato anche le navi. E si è creato un vuoto che le nazioni del Nord Africa hanno iniziato a riempire acquisendo navi, sommergibili e a far valere la propria potenza in quell’area. Questo ha creato situazioni di tensioni che si sono riverberate soprattutto sul canale di Suez e su Gibilterra».

In che modo? La minaccia Houthi è arrivata a 59 attacchi e come conseguenza molte compagnie hanno deciso di non passare da Suez «preferendo passare per Capo di Buona Speranza con una diminuzione del traffico del 50%. Questo significa un 17% in meno di navi che non sono passate per l’Italia. E questo ha inciso sugli aumenti del carrello della spesa per vari prodotti».

L’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto ha evidenziato quanto un mare insicuro sia un mare costoso. Inoltre è tornato il problema della pirateria: «Come Marina Militare ci siamo spinti molto a fondo del Mar Rosso con l’operazione Aspides che mette le attività in sicurezza. Giornalmente come marina abbiamo 30 navi e 4mila marinaia operativi».

Sotto la cresta delle onde

L’impianto di Follonica

L’alto ufficiale ha ricordato che l’economia non passa solo sul mare ma anche sotto il mare. Con le nuove tecnologie «conosciamo il 20% dei nostri fondali e in futuro potremmo utilizzare degli strumenti per estrarre terre e metalli rari che sono sempre più fondamentali per la nostra economia e toglierci dalle dipendenze della Cina. Tutti corrono e anche noi dobbiamo stare al passo».

A proposito di futuro: si lavora ad una rete di comunicazione wireless sottomarina per il monitoraggio ambientale nel golfo di Follonica, uno dei poli produttivi più importanti per l’acquacoltura nazionale. È il progetto che sta portando avanti Ispra nell’ambito del piano Mer (Marine Ecosystem Restoration) del Pnrr. Dal 14 marzo scorso sono partite le attività del progetto, finanziato con un budget di mezzo milione di euro che permetterà di monitorare circa 3.000 ettari negli impianti offshore di piscicoltura e molluschicoltura dell’area tra Livorno e Grosseto grazie a una sorta di “rete neurale” sottomarina. Un progetto applicato per la prima volta in Italia e unico nel mar Mediterraneo.

Il sistema di monitoraggio è basato su una rete di comunicazione sottomarina (network wireless) formata da ripetitori (nodi) indipendenti che comunicano tra loro attraverso dei modem acustici, collegati a terra con una unità di comunicazione WiFi di superficie (boa); nove stazioni di monitoraggio in prossimità degli impianti di acquacoltura, collegate al network di comunicazione, equipaggiate con sonde dotate di sensori in grado di misurare più parametri contemporaneamente e autopulenti, per il rilevamento in continuo dei valori di: ossigeno, temperatura, torbidità, Bod (attività batterica totale), clorofilla, corrente.

Inoltre una piattaforma web-cloud in cui saranno archiviati i dati raccolti, che potranno essere resi disponibili alle autorità di controllo e agli allevatori attraverso una interfaccia grafica di consultazione ed analisi.

Le città del Mare

I sindaci delle Città del Mare

Mare è anche coste e spiagge. Con le città che fanno di tutto per tenerle pulite. Ed ottengono la Bandiera Blu per la qualità delle acque. C’è stato spazio anche per loro al Blue Forum. Il sindaco di Gaeta ed il sindaco di Pescara, quello di Messina e quello di Catanzaro. E poi Jesolo, Latina, Moneglia, Civitanova Marche. I sindaci ‘di mare’ si ritrovano insieme sul palco del terzo summit nazionale ‘Blue Forum’. Sono tutti comuni Bandiera Blu, «riconoscimento che rappresenta un percorso che accompagna i comuni nel miglioramento continuo delle proprie performance ambientali», spiega Claudio Mazza presidente di Fee Italia, la fondazione che assegna le bandiere blu.

Parole confermate da Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro. Dice che «una città che non ha una cultura del mare, non ha una tradizione né un’economia di mare. E’ tutto da costruire e questa è la sfida. Il mare è il nostro futuro e la grande opportunità della Bandiera Blu non va sprecata: non è un punto di arrivo ma il simbolo che contiene tutto l’impegno che il nostro comune sta mettendo in questa sfida».

Ha invece una lunga tradizione turistica Jesolo, con i suoi 13 km di costa balneabile attrezzata, ricorda il sindaco Christofer De Zotti. In una località come questa, “dove si fa turismo di massa, parlare di sostenibilità non è facile. Da anni abbiamo scelto un approccio pragmatico al tema e di perseguire un miglioramento continuo, e in questo ci aiuta la Bandiera Blu“.

Latina atipica

Matilde Celentano

Anche a Pescara, bandiera blu da 3 anni come ricorda il sindaco Carlo Masci «puntando sulla qualità del mare e sulla formazione e grazie a Bandiera Blu abbiamo migliorato la condizione di tutta la città, dalla raccolta differenziata alla ciclabilità». Sono ben 50 i km di piste ciclabili a Pescara, Bandiera Blu da tre anni. Civitanova Marche lo è da 20 anni «e ci auguriamo di conseguire quest’anno il 21esimo sigillo“, dice il sindaco Fabrizio Ciarrapica. Ma a detenere il record è Moneglia: 35 anni di Bandiera Blu.

È fuori dagli schemi Latina «distante dal mare 7 km», ricorda la sindaca Matilde Celentano, «ma abbiamo 14 km di costa, tre località marine bellissime e 10 anni di orgoglio di Bandiera Blu». Padrone di casa, il sindaco di Gaeta Cristian Leccese. «È un grande onore ospitare il forum e festeggiare il mare qui a Gaeta – dice – Per noi il mare, per tradizione e storia millenarie, significa sviluppo e proiezione nel mondo, è un investimento, fonte di sviluppo e sostentamento, ma essendo la nostra risorsa più preziosa va preservata, senza rinunciare allo sviluppo naturale e sostenibile, primo fra tutti il turismo».

Il giorno del Governo

Al Blue Forum è intervenuto nel corso della prima mattinata anche Francesco Ettorre Presidente FIV che ha parlato dell’importanza dello sport e del turismo sportivo. «Il turismo sportivo – ha detto – è un elemento che ha un valore incredibile che bisogna mettere a terra. Quello che stiamo facendo è quello di aver creato un Osservatorio che vuole analizzare i numeri del movimento sportivo. Lo stiamo facendo in questi mesi. Nel mese di luglio sarà presentato un lavoro importante con una prospettiva chiara, insieme alla Luiss».

Domani per le celebrazioni della Giornata Nazionale del Mare sono attesi a Gaeta tra gli altri, il ministro per le Politiche del mare Musumeci, il presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri Daniela Santanchè, Gennaro Sangiuliano, Andrea Abodi, Adolfo Urso ed i sottosegretari Morelli, Perego e Barbaro. Interverrà con un video messaggio la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Esci dalla versione mobile del sito