Le recenti dichiarazioni del ministro Matteo Salvini hanno riaperto il dibattito su Israele. Unico fra tutti gli Stati al mondo, Israele ha preso vita da una decisione dell’ONU, ossia è nato da una votazione, da una condivisione, a differenza di tutti gli altri Stati, nati da autoaffermazioni a seguito di guerre e armi.
Il territorio dove nacque il nuovo Stato, venne diviso a X, in modo da assicurare sia a Israele sia ai Palestinesi, accesso al mare a ovest e accesso all’acqua potabile a est. Esattamente il giorno successivo alla istituzione di Israele, tutti i Paesi arabi circostanti dichiararono guerra al nuovo Stato, colpevole di essere uno Stato democratico in mezzo a satrapie dinastiche e dittatoriali.
Per fortuna Israele vinse la prima e tutte le altre guerre dichiarate nei suoi confronti, ovviamente andando poi ad occupare i confini in maniera tale da “porsi in sicurezza”. Un po’ come fece Mussolini arrivando sino al Brennero, per capirsi.
Oggi in Israele vivono decine di migliaia di palestinesi e di arabi, oltre agli ebrei. Numerosi sono i parlamentari palestinesi e arabi, ancor più numerosi i sindaci palestinesi e arabi.
In Israele c’è libera stampa, libera TV, magistratura indipendente, elezioni regolari: tutte cose per noi normali, ma che risultano vere e proprie chimere in Siria, Giordania, Libano, Iran e anche, purtroppo, in Egitto.
Ecco perché io sto con Israele, sempre. Ed ecco perché plaudo alla chiarezza e alla coerenza di Matteo Salvini.