Un 2019 con più libri e meno webeti (di H.D. Toro)

Siamo tra i peggiori al mondo per capacità di comprendere ciò che ci circonda. Quasi la metà di noi non comprende le istruzioni di un frullatore e crede all'opinione di chiunque. Sia allora un 2019 pieno di...

Un buon auspicio per il 2019 sarebbe quello di vedere le mie figlie trasformate in voraci lettrici: di letteratura, saggistica, arte, fotografia, cucina o fumetti; insomma di qualsiasi cosa possa renderle autonome nel giudizio e dotate di senso critico.

Sì lo so, è impresa difficilissima al giorno d’oggi, nella società degli smartphone e di Instagram (il social più amato tra i giovani – ed anche dalle mie figlie). Non si possono obbligare i giovani a leggere, si rischia l’effetto contrario del rifiuto da imposizione. È come obbligare con la forza un figlio a smettere di fumare; o stigmatizzare un ministro che si fa un selfie con pane e Nutella, rischi l’effetto contrario in un caso e quello dell’amplificazione nell’altro (infatti il giorno dopo il ministro va in Sicilia e si fa il selfie con l’arancino. E’ inutile, hai perso in partenza!). 

Dico questo perché la rubrica “Lei è un webete” è nata parlando di analfabetismo funzionale ed il 2018 ci consegna un’immagine del nostro Paese abbastanza sconfortante da questo punto di vista. L’analfabetismo strutturale è stato sconfitto ormai da decenni ma quello funzionale è in forte ripresa. Gli analfabeti della seconda specie generalmente sanno leggere e scrivere, ma hanno difficoltà a comprendere testi semplici e sono privi di molte competenze utili nella vita quotidiana. Sono in genere  poco istruiti e svolgono professioni non qualificate. Oppure sono giovani che non studiano né lavorano.

In Italia sono più del 47% della popolazione (fonte Sole24Ore) gli individui incapaci di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana: non sono in grado di comprendere le istruzioni di un frullatore e credono all’opinione di chiunque senza informarsi.

Il fenomeno ha radici politiche, sociali e storiche (nel Sud ad esempio è più ampio che nel Nord), ma può riguardare anche i laureati quando non sollecitino per molto tempo le attività acquisite in precedenza, come la lettura, l’informazione, la creatività e lo sviluppo di un pensiero critico.

Ecco allora spiegata l’importanza del mio auspicio/invito alla lettura (che vale per le figlie, per gli studenti, gli amici … per tutti noi, insomma). 

L’Italia – sono ancora fonti riportate dal Sole24ore – detiene un record poco invidiabile posizionandosi al quarto posto nel mondo dopo Indonesia, Cile e Turchia per distribuzione di analfabeti funzionali (nel quadro dei 33 paesi partecipanti allo studio PIAAC). 

Tra i tanti risultati interessanti della ricerca ce n’è uno particolarmente allarmante: l’aumento della percentuale di low skilled al crescere dell’età, passando dal 20 percento della fascia 16-24 anni all’oltre 41 percento degli over 55.  Queste persone non leggono quasi nulla, non si informano con cognizione, non sanno cosa è accaduto 50, 20 10 o un solo anno fa, ma si sentono liberi di dire tutto quello che passa loro per la testa o, peggio, si fanno guidare da impressioni e percezioni soggettive prive di ogni razionalità. 

Leggere, al contrario, offre una vasta gamma di benefici: stimola la mente, riduce lo stress, migliora le conoscenze e la memoria (e Dio sa quanto ne abbiamo bisogno in Italia e nel mondo!), rafforza le capacità analitiche del pensiero e migliora il livello di attenzione e di concentrazione (oggi ridotta a minuti, se non addirittura a pochi secondi).

E allora buon 2019 e buone letture a tutte e a tutti!  

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