Valle del Sacco, la grande occasione nel piano Colao

Vittorio Colao

Il Piano Colao è un’opportunità per la bonifica della Valle del Sacco. Ne è convinto Giovanni Turriziani, presidente di Unindustria Frosinone. Per il quale "il senatore Ruspandini ha fatto bene a sollevare il tema”

La soluzione sta in una delle slide messe a punto da Vittorio Colao, il manager italiano al quale si è affidato Giuseppe Conte nei giorni in cui la pandemia iniziava a mollare la presa. Bisognava iniziare a pensare al dopo, come riorganizzare il Paese. Approfittando del lockdown per partire da basi diverse. In quel dossier presentato l’altro giorno al premier c’è una risposta in grado di cambiare molte cose in modo radicale. Lo ha evidenziato questa mattina, in un’intervista a Corrado Trento su Ciociaria Oggi il presidente di Unindustria Frosinone Giovanni Turriziani.

«In quel documento c’è un capitolo che si occupa della semplificazione della Pubblica Amministrazione. Specialmente con riferimento agli strumenti complessi. Si ampliano opportunità come l’autocertificazione e il silenzio-assenso. Faccio un esempio concreto: pensiamo ad una conferenza dei servizi ed ai pareri non resi dalle autorità competenti. Il Piano Colao prevede che scatta il silenzio-assenso dopo trenta giorni dalla mancata risposta. Sarebbe una rivoluzione».

Perché è una rivoluzione? E perché riguarda molto da vicino il territorio della provincia di Frosinone? Perché oggi quelle pratiche impiegano anche quattro anni per essere approvate. Tempi che rallentano l’ampliamento delle fabbriche, gli investimenti di industriali disposti a stabilirsi in Ciociaria.

Il simbolo, la Valle del Sacco

Giovanni Turriziani

C’è sul territorio un fascicolo che rappresenta in maniera emblematica la lentezza del sistema e la potenzialita della soluzione individuata da Colao. È il fascicolo sulla bonifica della Valle del Sacco. Rimasta al palo per anni, declassata da problema nazionale a regionale, poi elevata di nuovo a competenza nazionale.

Giovanni Turriziani difficlmente appunta medaglie. In questo caso lo fa. «Intanto voglio complimentarmi con il senatore Massimo Ruspandini, che ha saputo rappresentare in Parlamento i tanti problemi del Sin, specialmente con riferimento alle lungaggini burocratiche che ostacolano le sviluppo di queste aree. Anche con riferimento alle bonifiche dei territori. Ha fatto bene perché davvero la bonifica del Sin Valle del Sacco è un tema che deve diventare centrale nel dibattito e nelle dinamiche di questa provincia».

Ora c’è la possibilità di ripartire. In maniera smart e più snella: sempre che le indicazioni fornite da Vittorio Colao vengano recepite dal Governo e dal Parlamento.

Ma c’è anche una serie di questioni che va affrontata in sede locale. La prima: va ridiscusso il perimetro all’interno del quale c’è l’area inquinata. All’epoca vennero inseriti anche terreni molto distanti dal fiume Sacco: forse per errore, forse per fretta, forse sperando che desse diritto a degli indennizzi.

È uno degli elementi elementi che contribuisce a frenare l’attuazione del piano di bonifica. Che sono, per Giovanni Turriziani «Intanto l’inserimento anomalo di terreni industriali all’interno del Sito di interesse nazionale. Con criteri che non si sono capiti. Uno in particolare: il principio dell’inquinamento potenziale. Per non parlare del fatto che, a distanza di pochi metri, un terreno non è inserito nel Sin se ricade in un certo Comune, mentre lo è se “mappato” altrove. Insomma, francamente non c’è criterio».

Correggere gli errori

La Valle del Sacco

Per il presidente di Unindustria Frosinone «Non si deve aver paura di correggere gli errori. Questa è la premessa. Allora, intanto si deve procedere con la riperimetrazione. In secondo luogo è assolutamente necessario semplificare le operazioni di bonifica. E qui voglio chiarire: semplificare non vuol dire non fare la bonifica. Oppure nascondere il problema. Semplificare vuol dire… semplificare. Oggi un’azienda che intende fare un ampliamento impiega almeno un anno soltanto per avanzare le proposte. E il passaggio obbligato è quello di presentare il cosiddetto Piano di caratterizzazione, che poi va presentato e analizzato anche in sede di conferenza dei servizi. Con tutti i problemi che conosciamo».

Il problema non riguarda solo gli industriali. «Sono gli stessi problemi che incontra un agricoltore che deve ristrutturare un podere. Perché poi alla fine il cosiddetto Piano di caratterizzazione va presentato al Ministero. Alla fine però il punto è che siamo tutti “vittime” delle lungaggini burocratiche. Vengono lesi dei diritti, quelli alla ristrutturazione e al miglioramento delle situazioni e delle aree».

Cosa c’entra il piano Colao. «Con il Piano Colao può cambiare tutto: la perimetrazione in trenta giorni, attraverso la formula del silenzio-assenso. Ma più in generale il fatto è che non si può pensare di affrontare con lo strumento della legge ordinaria situazioni straordinarie. Se prendiamo atto di questo, allora il passo avanti è fondamentale».

La lettera a Conte

Foto © Rosario Russo

Nei mesi scorsi gli industriali ed i sindacati si erano ritrovati dietro allo stesso tavolo. Avevano sottoscritto insieme una lettera. Chiedendo l’intervento del premier. (leggi qui Industriali e sindacati insieme: “Si rischia una nuova Ilva”).

«Tra le proposte – ha detto Giovanni Turriziani – c’era quella di adeguare il perimetro del Sin tenendo conto, in fase di riperimetrazione, esclusivamente delle cause e dei contaminanti che portarono allo stato di emergenza ambientale dell’area ed attenendosi ai principi ed ai criteri direttivi stabiliti dalla normativa nazionale. Istituendo una cabina di regia necessaria a garantire il coordinamento degli interventi di bonifica e degli investimenti finalizzati al rilancio economico ed ambientale del territorio.

Ma soprattutto, in quel documento, abbiamo sottolineato l’esigenza della bonifica con quella della crescita economica dei territori. Ora il Piano Colao va in quella direzione, con la formula del silenzio-assenso. Noi chiedevamo di rendere perentori e inderogabili tutti i termini per il rilascio di pareri o nulla osta da parte delle Amministrazioni. Il patto con i sindacati andava già nella direzione della semplificazione. Oggi più che mai siamo in una situazione di emergenza e quindi c’è bisogno di bypassare determinate problematiche».

Esci dalla versione mobile del sito