Frosinone, le elezioni Europee come le Comunali

Foto: Philippe Stirnweiss © Eu Press Service

Portare la gente a votare per le Europee è complesso. Ma questa volta quel voto servirà ai Partiti per pesarsi. E mettere la caparra su tante operazioni. Soprattutto a Frosinone

Partiamo da un dato: portare la gente a votare per le Europee in Ciociaria non sarà facile. Per nessun Partito. Sarà ancora più difficile in quei Comuni nei quali a giugno non si voterà per rinnovare i sindaci e le amministrazioni comunali. Tra questi il Comune di Frosinone.

Alle elezioni Europee del 2019 nel Capoluogo ha votato il 53.26% degli aventi diritto, mentre alle Comunali del 2022 ha votato il 66.91%. Quasi 14 punti percentuale di differenza. Non è poco. Ecco quindi che il primo obiettivo dei Partiti sarà quello di motivare le persone, spingerle ad andare a votare per un’elezione che non viene ‘sentita’. L’Europa è lontanissima rispetto al Comune: il ruolo e la competenza di un parlamentare Ue non vengono percepiti dalla grande massa degli elettori, l’Ue viene percepita come una matrigna e non come una fonte di opportunità. Come dimostrano qui 14 punti di differenza.

I Partiti si sono dati come target quello ambizioso di portare gli elettori a votare per le Europee come se fossero le Comunali. Con l’obiettivo di confermare le percentuali ottenute nelle precedenti elezioni. Partiamo dai numeri delle Europee 2019.

La foto di partenza

Mario Abbruzzese

A Frosinone cinque anni fa la Lega risultò il primo Partito in assoluto con il 42.84% pari a ben 8.249 preferenze per il partito di Salvini. Ad incidere furono sostanzialmente due fattori: uno nazionale ed uno territoriale. Il primo: Matteo Salvini aveva il vento elettorale che soffiava impetuoso sulle sue vele, le sue urla dal palco raccoglievano l’insoddisfazione degli elettori. Il secondo: a Frosinone il sindaco Nicola Ottaviani stava compiendo la sfida di democristianizzare la Lega, imponendo il suo spessore in un Carroccio che aveva una innegabile capacità di intercettare la protesta ma una scarsa propensione ad elaborare una proposta.

Al secondo posto si piazzò il Partito Democratico con il 17.55%. Seguito dal Movimento 5 Stelle con 15.84%. Poi Fratelli d’Italia che stazionava nel suo 8.53% seguita da una Forza Italia in piena crisi d’identità e scesa al 6.29%. Dietro e con percentuali più basse, si posizionarono tutti gli altri Partiti dell’arco costituzionale: comunque non particolarmente rappresentativi. 

Angelo Pizzutelli e Domenico Marzi

Dopo 3 anni gli stessi elettori vengono chiamati nuovamente alle urne per le elezioni Comunali del 2022. I risultati per gli stessi Partiti, furono diversi. Il Pd prese il 12.49% e fu il primo partito nel Capoluogo. Al secondo posto si piazzò FdI con 8.74%, seguito da Forza Italia con il 4.51%. Poi la Lega con 4.33% ed infine il M5S con 1.32%. È un dato drogato dal fenomeno delle liste Civiche, che hanno assorbito buona parte della spinta politica.

Più attendibile il dato che emerge dalle elezioni Regionali del 2023. Gli elettori del Capoluogo hanno determinato questa situazione. FdI risulta il primo partito a Frosinone il 29.91% è risultato il primo partito a Frosinone. Seguito dal Pd con il 18.93%. poi la Lega con 16.70%, seguito da M5S con 7.04%. ed infine FI con 6.32%.

Si parte da questa fotografia.

L’analisi del fotogramma

Foto © Imagoeconomica

Partiamo dai Partiti di maggioranza. La Lega in primis. È il Partito di riferimento del Sindaco: Nicola Ottaviani è il coordinatore provinciale della Lega ed una delle figure di riferimento sullo scenario nazionale; il suo successore Riccardo Mastrangeli è un civico ma indicato e pertanto in quota Lega. In questi giorni Mastrangeli si sta spendendo in prima persona per il candidato di punta della Lega: l’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mario Abbruzzese. È il fattore territoriale a spingere sulla sua elezione: in una competizione di tipo continentale sta scommettendo sul valore e la rappresentatività dei territori all’interno dello scenario.

Un fattore decisivo sarà l’elezione del generale Roberto Vannacci: se dovesse riuscire a prendere un robusto numero di preferenze centrando l’elezione dovrà decidere la circoscrizione dalla quale accedere a Bruxelles. Per evitare che possa essere un problema per il territorio, la Lega della provincia di Frosinone si sta mobilitando per concentrare le preferenze su Abbruzzese. 

Obiettivi a destra

Riccardo Mastrangeli

In prima linea c’è proprio il sindaco Riccardo Mastrangeli. Con il voto per Mario Abbruzzese proverà a rafforzare anche la sua posizione nei confronti di eventuali futuri “sabotaggi amici” nella maggioranza di governo cittadino. Posizione politica del sindaco che comunque oggi non è in alcun modo in pericolo. Prova ne sia la verifica politico/programmatica messa in stand by dallo stesso sindaco e senza che nessuno abbia potuto fare qualcosa per accelerarla in queste ore. 

Un risultato importante lo vuole avere anche Fratelli d’Italia. Non solo per confermarsi primo Partito del capoluogo ma anche per puntellare la leadership provinciale e per lanciare un Opa ostile sulla prossima candidatura a sindaco del Capoluogo. Che poi le cose vadano in questo modo è tutto da vedere. Ma intanto con un risultato che confermi le percentuali registrate alle Regionali FdI metterebbe una fiches pesante sul tavoloda gioco politico.

Le Europee saranno importanti anche per Forza Italia, sia in termine di percentuali che di preferenze. Non solo per certificare l’annunciato sorpasso sulla Lega ma anche per sedersi da una posizione di forza al tavolo della verifica con Mastrangeli e gli altri Partiti e liste della coalizione. Magari per provare anche a rivendicare un assessorato in più, soprattutto se il Consigliere Pasquale Cirillo dopo le Europee dovesse procedere al suo passaggio formale e sostanziale in Forza Italia. Porrebbe così fine all’esperienza della civica Frosinone Capoluogo, con tutti i possibili effetti sugli assetti dell’esecutivo.  

 Ma anche a sinistra

Sara Battisti ed Elly Schlein

Le elezioni Europee sono importanti anche per le opposizioni. In particolare per il Partito Democratico. Storicamente è il Partito che a Frosinone subisce le oscillazioni minori. La sua fluttuazione in questi anni lo ha portato a scendere al 12,49% e salire fino ad un massimo del 17,55%. Questo significa che nonostante tutto ed il mutare dello scenario politico nazionale, nel Capoluogo c’è uno zoccolo duro che barra il simbolo ad ogni elezione e chiunque siano i candidati.

Questa volta c’è una variabile difficile da governare: una parte dell’elettoratorato storico Dem non si riconosce nel Segretario Elly Schlein: troppo a sinistra per il mondo cattolico Pd che proviene dalla Margherita e dai Popolari; troppo grillina per il mondo socialista che proviene dai Ds. Non votare il loro Partito alle Europee può essere un chiaro segnale di dissenso con cui invitare il Segretario a farsi da parte.

I responsabili provinciali e comunali del Partito proveranno a mettere in banca e far fruttare con gli interessi quel tesoretto di consenso. Non solo per confermarsi come maggiore forza dell’opposizione. Ma anche per rivendicare la candidatura a sindaco del capoluogo in quota Pd nel 2027.  

Ecco perché a Frosinone tutti i Partiti per le elezioni europee di giugno “correranno” come per le Comunali. A perdifiato.

Esci dalla versione mobile del sito