«Sono colpevole di aver causato il più grande terremoto paragonabile a quello del 1915 a Avezzano come certificato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia»: è amareggiato Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e candidato alla presidenza della Regione Lazio. Lo ha detto durante la conferenza stampa in diretta Facebook trasmessa nel pomeriggio.
In mattinata i quotidiani hanno rivelato che è stato iscritto nel Registro degli Indagati della Procura della Repubblica di Rieti. Il procuratore capo Giuseppe Saieva sta verificando la sua posizione in merito al crollo di una delle tre palazzine di Largo Sagnotti, avvenuto durante il terremoto del 24 agosto 2016.
Nel provvedimento, il magistrato ipotizza diversi reati. Tra cui il crollo colposo e l’omicidio colposo plurimo. Con il sindaco sono indagate altre 7 persone, tra loro ci sono un tecnico del Comune e funzionari del genio civile. Viene ipotizzato che non abbiano proceduto ai collaudi delle strutture prima di consentire il rientro degli inquilini nella loro case, poi crollate con il sisma del 2016.
«Dico ai miei figli – ha sottolineato Pirozzi – che sono orgoglioso di aver dato immediatamente la notizia ai media che il mio paese non c’era più, sono orgoglioso di aver detto immediatamente alla protezione civile che non doveva stare solo ad Amatrice ma raggiungere anche Saletta e le altre frazioni e di aver voluto l’elisuperficie che ha salvato tante vite umane» ha concluso.
Sergio Pirozzi è convinto che la notizia dell’avviso di garanzia sia stata fatta uscire ‘ad orologeria’. Perché? «Mi sembra chiaro e lampante che qualcuno vuole distruggere un uomo ma non ci riusciranno. A buon intenditor poche parole. Prima ti ignorano, poi ti deridono e poi ti combattono».
Il candidato fa notare che l’iscrizione nel Registro degli indagati «è stata fatta da un magistrato che va in pensione il 1° di marzo. Io sono colpevole solo di aver assistito alla devastazione della mia comunità e di tanti amici».