Il leader della Lega Matteo Salvini non fa mai dichiarazioni a caso. E quella sui vaccini ai detenuti non è stata una gaffe, ma un modo per focalizzare l’attenzione su altro. Per altro si intende la pressione che Fratelli d’Italia sta mettendo sul Carroccio affinché si dimettano i due membri dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio.
Finora la Lega non l’ha fatto. La vicenda è quella del concorso di Allumiere. E siccome ormai tra Fratelli d’Italia e Lega la competizione è giornaliera, Salvini ha pensato bene di spostare il tiro.
Il falso problema vaccini ai detenuti
Ha scritto su Twitter: “Lazio e Campania vogliono vaccinare i detenuti prima di anziani e persone disabili. Roba da matti“. Il riferimento è alla decisione del presidente del Lazio Nicola Zingaretti di somministrare le prima dosi del vaccino Johnson & Johnson ai detenuti. Le prime 180.000 dosi del farmaco anti-Covid arriverano nel Lazio e, come annunciato dall’assessore regionale Alessio D’Amato, “saranno utilizzate per immunizzare tutti i detenuti e gli agenti penitenziari delle carceri del territorio”.
Una scelta che Salvini ha però contestato, evidenziando che, a suo dire, le priorità sarebbero altre. Alessio D’Amato ha risposto: “Che un ex Ministro degli Interni definisca “roba da matti” la vaccinazione degli agenti della Penitenziaria e dei detenuti è un’azione da maramaldo. Il Lazio è tra le prime Regioni italiane per copertura vaccinale agli anziani e in generale per livello di somministrazioni. Su queste questioni serve serietà, in Lombardia e Veneto sono iniziate a marzo le vaccinazioni nelle carceri”.
E il Garante dei detenuti Stefano Anastasia ha spiegato in tweet: “A Salvini non far sapere che in Lombardia e Veneto le vaccinazioni Covid 19 in carcere sono iniziate a marzo”.
Lazio nel mirino di Salvini
Al netto di tutto, la vicenda si presta ad una lettura politica. Matteo Salvini nel Lazio punta alla presidenza della Regione e sa di dover duellare con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ma anche la netta presa di posizione di Alessio D’Amato va oltre i confini dell’ambito sanitario. E l’assessore regionale alla sanità potrebbe alla fine essere tra i “papabili” per il dopo Zingaretti.
Non solo Daniele Leodori quindi. Anche Alessio D’Amato.