Top e Flop, i protagonisti di giovedì 28 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 28 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 28 settembre 2023

TOP

LUCA DE MEO

Luca De Meo (Foto: Olivier Martin Gambier / Imagoeconomica)

Il Dragone incombe ed è un Dragone che ha la coda più lunga di tutti e che sputa le fiamme più lontano di ogni avversario. Il dato è che nel settore automotive la Cina sta un passo avanti al mondo che la ospita. E la sola cosa da fare a questo punto non è combattere la Cina, ma essere quanto prima come lei. Quanto prima ed al meglio. Soprattutto se ti chiami Luca De Meo e devi risolvere un problema grande come Ad di Renault.

Pechino ha fatto copia-incolla su forme e know how europei. Poi ha messo il turbo ed ha sviluppato un grosso vantaggio competitivo sull’auto elettrica. Il ceo group di Renault vede le difficoltà ma non le considera ostacolo a gareggiare. Ci sono elementi che rendono il cimento difficile: “L’economia cinese è di stampo dirigista, mentre la politica del Vecchio Continente è democraticamente complicata”. E quindi?

Non bisogna essere tanto pessimisti. Alla fine i costruttori europei sono delle aziende iper organizzate. Non pensate che i cinesi abbiano 6 occhi e 8 mani: sono bravi, ma noi abbiamo i nostri argomenti. Non si deve sottostimare la capacità di questa industria di reagire e trovare delle soluzioni“.

E ancora: “A parte Tesla che è una caso a sé grazie anche al supporto dei mercati finanziari, la competitività delle aziende cinesi viene da una strategia industriale di lungo periodo iniziata probabilmente 15 anni, dove hanno avuto tutto il sistema dietro, a tutti i livelli, e l’hanno guardata dal sourcing delle materie prime fino alle colonnine. E hanno iniziato a lavorarci”.

In chiosa: “Questo li mette sull’elettrico in una posizione di vantaggio per lo meno temporaneo“. Ecco, è sul “temporaneo” che i grandi si concentrano, non sul “vantaggio”.

Il mercato secondo Luca.

RICCARDO MASTRANGELI

Riccardo Mastrangeli

Chi lo osserva da lontano inizia a sospettare che sia sordo. E che lo nasconda bene. Perché soltanto un sindaco capace di rimanere sordo e indifferente alle voci che lo assediano dall’interno e dall’esterno può avere la capacità di procedere imperterrito su una rotta nella quale intende portare la sua città nonostante le forti voci contrarie.

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli non è sordo ma ci vede bene. E vede un futuro nel quale le città saranno soffocate dallo smog, dove l’unica possibilità di salvarsi i polmoni ed il sangue dall’effetto assassino delle micropolveri sarà spostarsi in modo diverso. Inutile privare a farlo capire ad una generazione che se potesse parcheggerebbe la macchina dentro al supermercato o porterebbe la figlia direttamente in aula con l’auto aprendole lo sportello accanto al banco.

Mastrangeli è a capo di un’amministrazione di destra che sta realizzando cose che piacciono alla sinistra: buona parte del suo programma ambientale lo ha preso dalla bibbia di Legambiente. Lasciando poco appiglio per gli avversari.

Per questo ha deciso di andare avanti, sordo ad ogni attacco. Ha completato la procedura di gare per far sistemare finalmente l’ascensore inclinato e realizzarne un altro, attraverso i fondi del Pnrr. Se ne occuperà la Maspero Elevatori, azienda di dimensione nazionale. I lavori dovranno essere completati in un anno, spendendo meno di 2,6 milioni di euro. Sanando l’impianto che oggi non va, costruendo un altro, riqualificando le aree intorno. Nei giorni scorsi è stata pubblicata la gara per il Bus Rapid Transit. (Leggi qui: Bus Rapid Transit: ecco la gara).

E poco conta che la gente non voglia cambiare le sue abitudini. Mastrangeli forse è sordo. Ma è certo di vederci benissimo.

Visioni ambientali future

FLOP

PAOLA BINETTI

Paola Binetti (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Da ex senatrice dell’Udc e ‘donna di ferro’ delle falangi più conservatrici del cattolicesimo in talea con la politica ha ‘fatto il suo mestiere‘.

Tuttavia Paola Binetti ha deciso di intervenire a gamba tesa sulla questione innescata dallo spot Esselunga. Siccome a noi italiani piace duellare da sempre sui ‘significati reconditi‘ invece che su ciò che è palese anche una pubblicità è diventata faccenda su cui disquisire.

Attenzione, ci sono due preamboli: il primo e quello per cui uno spot in cui un bambino azzarda un espediente per ricreare l’antica e perduta armonia tra i genitori separati è un piccolo capolavoro di furbizia. Il secondo è quello per cui, proprio perché la furbata è palese, la politica non dovrebbe farne foraggio talebano.

La Binetti invece si è ‘schierata’ a favore della innocente legittimità dello spot. E pur facendo ‘bene’ ha dimenticato l’insegnamento di uno che dovrebbe essere un suo guru. Guareschi scrisse che “Dio non ha bisogno di miracoli o stupide galline che fanno uova con la croce in rilievo per affermare la sua grandezza“.

Ecco, diciamo che le idee della Binetti non avrebbero dovuto aver bisogno di un’agenzia pubblicitaria per sostenere una causa anti divorzista.

Non serviva che lo dicesse.

GIANLUCA BORRELLI

Gianluca Borrelli al Consiglio Comunale

Dell’indole fumantina s’è detto più volte da queste colonne: ma ai suoi concittadini piace così. Altrimenti non si spiegherebbe la valanga di voti con i quali ogni volta viene spedito in Consiglio comunale ad Alatri. Consensi che puntualmente i Partiti gli riconoscono: affidandogli la guida del loro Gruppo consiliare in Aula nonostante la sua naturale propensione a generare scintille.

Il Consigliere Gianluca Borrelli ha nel sangue i geni degli eretici che popolavano l’Italia del Cinquecento, come Occhino: che seguitavano a protestare anche quando si mettevano coi protestanti e non avevano pace finché non avevano provocato la guerra.

A lui dalle ore scorse va quello che per tutti è un poco invidiabile record. Che personalmente porta come un reduce la medaglia di Vittorio Veneto al petto. In un anno è mezzo è stato capace di diventare capogruppo di due diversi Partiti nella stessa Aula e da entrambi è stato capace di farsi isolare e mettere ai margini. Dalla Lega s’è fatto cacciare, da Fratelli d’Italia ieri s’è dimesso. (Leggi qui: FdI torna in maggioranza e Borrelli si dimette).

Al Carroccio capirono subito di che pasta fosse fatto il loro fresco Capogruppo quando alle prime votazioni del nuovo Consiglio comunale votò contro le indicazioni che lui stesso aveva dato, sostenendo l’elezione di un Presidente del Consiglio comunale differente da quello sostenuto dal Partito. In Fratelli d’Italia lo hanno compreso quando il suo arrivo è coinciso con un cambio di rotta culminato in pochi mesi nella spaccatura del Gruppo ed il transito nelle file dell’opposizione a quel governo cittadino che loro stessi avevano creato.

A sistemare le cose hanno dovuto mandare Fabio Tagliaferri, felpato cardinale di curia che a differenza di Borrelli non strilla e non strepita ma lascia il segno con il fruscio della mantella rossa. Ora FdI è di nuovo in maggioranza. Gianluca Borrelli s’è schierato contro il suo stesso Partito ma dice che non vuole andarsene, il cardinale Tagliaferri non intende cacciarlo. Ha capito come gestirlo: lasciandolo solitario nella splendida vena di protesta, certo che Borrelli prima o poi sfiducerà Borrelli.

Allora sì ttu frà.

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