Top e Flop, i protagonisti di sabato 20 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 20 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 20 aprile 2024.

TOP

MARA CARFAGNA

Mara Carfagna (Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Da esponente di Azione ha detto una cosa che fa onore al nome del partito nel quale era confluita dopo la lunga esperienza in Forza Italia. Mara Carfagna ci ha stupiti in più occasioni e la colpa è nostra, non di Silvio Berlusconi. Ammaliati tutti da quel machismo cretino che il Cav portò allo stato dell’arte ma con noi che già lo si coltivava, credemmo che lei fosse una “bella che non balla”.

Cretini noi e cretino chi lo aveva pensato con più radicalismo ancora. Carfagna ha espresso seria preoccupazione ed amarezza in merito ad una questione molto delicata “emendata” da Fratelli d’Italia. Un emendamento destrorso in purezza al dl Pnrr prevede che nei consultori per la legge 194 sull’aborto possano avere voce in capitolo (e finanziamenti) le associazioni Pro Vita.

Come “zì frate”-Sordi
Alberto Sordi nel film ‘L’anno del Signore’

Che è un po’ come mettere lo “zì frate” Alberto Sordi nella cella dei carbonari Targhini e Montanari del film “Nell’anno del Signore” di Luigi Magni. Per Pd e M5s quella mossa “rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”. Il dato è che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità.

E Carfagna ha rincarato la dose: “Aprire le porte dei consultori alle associazioni pro-life è un grave errore. Consentirebbe l’ingresso di soggetti privati nei consultori, strutture pubbliche nelle quali lavora personale altamente specializzato”. E ancora: “Chi valuta l’idoneità di questi soggetti privati? Seconda ragione: riaprirebbe il dibattito sulla Legge 194, una legge scritta con grande saggezza”.

Che prevede sì all’articolo 2 la misura abortiva come extrema ratio, ma che non fa cenno di arruolamenti missionari e partigiani. “Se la si vuole modificare, si abbia il coraggio di farlo a viso aperto. Farlo con un emendamento al Pnrr è una mancanza di rispetto verso i processi democratici”.

E soprattutto è un grazie in soldoni alle associazioni che hanno sostenuto elettoralmente il futuro governo insediatosi il 25 settembre 2022.

Amara Mara.

ENZO SALERA

Enzo Salera

I pescatori esperti non hanno dubbi: nella confusione, si pesca meglio. E più c’è marasma più le reti si riempiono. Anche in politica. Per questo si cerca di creare il caos nel campo avversario. E quando si innesca, o lo si alimenta o si resta a guardare mentre le proprie reti si gonfiano. Il sindaco di Cassino Enzo Salera è un buon pescatore di consensi: lo hanno dimostrato i voti con cui 5 anni fa ha strappato la città al centrodestra. Ma non approfitta del caos nel campo avversario. Anzi, cerca di placarlo.

Lo ha fatto l’altra sera in diretta televisiva su Teleuniverso. Nel secondo segmento della trasmissione A Porte Aperte è intervenuto sulla questione di Anna Rita Terenzio, l’imprenditrice candidata come Consigliere da Fratelli d’Italia e dopo meno di ventiquattrore messa in condizione di rinunciare. Colpa dei veleni e delle coltellate alla schiena: la Terenzio è persona che consenso ne ha tanto e tale da poter centrare ad occhi chiusi l’elezione. Così, per evitare che andasse in lista c’è stato chi s’è premurato di mandare al Partito a Roma la foto della Casa della Cultura realizzata a Cassino nel palazzo confiscato ad alcuni suoi familiari. (Leggi qui: Cosa c’è dietro il caso Terenzio: più politica che “purismo giudiziario”).

Anna Rita Terenzio

Ma Anna Rita Terenzio non è mai stata indagata, men che meno risulta mai coinvolta in quella specifica questione, che oltretutto s’è risolta con l’assoluzione definitiva in Cassazione. Ed il palazzo dovrà essere restituito. Un bel caos per Fratelli d’Italia: che crea, lancia e brucia il candidato in meno di ventiquattrore.

Enzo Salera è sul fronte opposto, Anna Rita Terenzio sarebbe stata una sua avversaria. La pensano in modo diverso. Ma il sindaco Pd non ha esitato un solo secondo a difendere la donna, l’imprenditrice e la politica: “Se sono queste le motivazioni per escluderla dalla lista sono bassezze”. Avrebbe potuto giocare sul tema dell’opportunità, cavalcare l’onda della presentabilità: invece ha difeso la persona, tutelato la concittadina. Da vero uomo di mare politico.

Lupo di mare.

FLOP

ROBERTA BRUZZONE

Roberta Bruzzone sul set di Belve

Qui serve un preambolo grosso come una casa, per deontologia ed etica. Nessuno mai, su questo spazio, attribuirà skill negative ad terzi sulla scorta di un fascicolo penale in corso. Qui siamo garantisti senza che il garantismo sia un collutorio a targhe alterne, e lo siamo da sempre. E poi: in questa sede si prende un caso paradigmatico per indicare quello che è il mood generale di certa parte di una categoria che dovrebbe essere più silente e tecnica.

Perché scegliere quindi Roberta Bruzzone per indicare quei criminologi (non tutti e non sempre, sia chiaro) che hanno deciso di essere superstar oltre che (a volte invece che) tecnici di rango a servizio della procedura? Perché come in tutte le cose est modus in rebus, e se un po’ di egotismo da showbiz non guasta, una slavina greve dello stesso guasta e come. Assai.

Da Milo Infante a Nuzzi, una giostra

E la Bruzzone decisamente pare che non si stia facendo mancare nulla, in questa giostra mainstream a metà tra frivolo ed irrituale. La criminologa viene intervistata e chiamata su tutto, e sulle strage di Altavilla ha detto a proposito dell’incontro di Giovanni Barreca con l’avvocato Giancarlo Barracato e lei medesima. “Incontro decisivo per arrivare alla verità”.

Lo ha detto in diretta con Milo Infante asseverando una verità banale ed annacquata, ma è andata in tv e questo pare bastare. Il fatto quindi che la Bruzzone sia stata indagata assieme a tre presunti complici non è da censurare in sé. Anche perché su una eventuale decisione di rinvio a giudizio pendono vizi procedurali su cui il Gup scioglierà riserva il 24 giugno.

Tuttavia schiude un mondo in cui, anche al netto della veste assolutamente preliminare del fascicolo che fa della Bruzzone una innocente fino a prova contraria e cassata, appare chiaro un overbooking social di certe figure professionali.

Sgarri da starlettes tv

Milo Infante

Che duellano, si fanno “sgarri”, se le cantano e spesso non brillano certo di quella silente professionalità che ci piacerebbe vedere nei criminologi, gente che ha a che fare con omicidi, femminicidi e dolori atroci. Silente o quanto meno non troppo chiassosa via. La Bruzzone è rubricata per “diffamazione aggravata continuata e in concorso, commessa tramite i social network ai danni della collega criminologa Elisabetta Sionis.

Dagospia spiega, assumendosene piena responsabilità, che “i quattro, stando alle accuse, per ben due anni dal 2018 al 2020 avrebbero pubblicato diversi post e commenti diffamatori e sessisti contro la Sionis”.

Mezza “rissa” sui social

Insomma, con una ipotesi scientifica contrapposta si sarebbe scatenato un inferno social invece di un “duello” procedurale. Gli imputati avrebbero cercato in presunzione di reato tutta da verificare “di distruggere la reputazione della dott.ssa Sionis divulgando in piu’ occasioni, e condividendo, notizie false di stampo sessuale. Dirette e concretamente idonee a scatenare […] commenti di vilipendio da parte dei followers […] I quattro avrebbero altresì appellato la Sionis con epiteti maleducati e denigratori.

Non è la polpa giudiziaria, che peraltro attiene denunce reciproche a tema concettualmente unico. E del cui merito si dovrà occupare solo la eventuale maturazione della prova dibattimentale. No, è quel saporino di “lame incrociate” che la Bruzzone sembra comunque aver incentivato, anche senza necessariamente aver diffamato.

E che vuole ad ogni costo piegare al glamour una cosa a cui non serve maquillage. Perché è ora di dirlo: la legge non si applica né da Milo Infante, né da Nuzzi né sui social, ma solo in aula. E con discrezione.

Glamour dove non ce ne vorrebbe.

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