La pancia piena o la mente libera? Il coraggio delle decisioni (di P. Alviti)

La pancia piena o la mente libera? Il coraggio delle decisioni. Oppure: chissenefrega basta che sto bene io... Imperdibile spiegazione del professor Pietro Alviti. Per aiutarci a vivere meglio.

Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine

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La pentola della carne o la libertà? La pancia piena o la mente libera? Il coraggio delle decisioni o il chi se ne frega basta che sto bene io?

E’ la decisione che molto spesso siamo chiamati a prendere nella nostra esistenza: starsene tranquilli nel nostro salotto davanti al televisore o al touchscreen oppure scegliere di partecipare, di capire, di informarsi, di rischiare, di discutere, di muoversi, di metterci la faccia, senza la difesa di uno schermo.

 

La pentola di carne dell’Egitto è una tentazione forte: ci spinge a non interessarci dei problemi degli altri, a non solidarizzare, a non capire.

 

Anzi ci spinge a chiuderci, a desiderare di tornare ad un passato di cui ricordiamo soltanto le cose buone e abbiamo dimenticato le cattive e siamo tanto disposti a tenerci salda la nostra pentola di carne che addirittura ci costruiamo un dio a nostra misura, un vitello d’oro che non ci scocci, che ci illuda che noi siamo meglio degli altri, che abbiamo il diritto di soffocare i diritti altrui, un vitello fatto da noi e che chiamiamo Dio, mentre tutto il resto dell’umanità complotta contro di noi e siamo disposti a credere alle cose più stupide pur di rimanere con la nostra pentola di carne, pur di non rischiare il cambiamento.

 

Invece il deserto è quella condizione in cui sperimentiamo i nostri limiti, le nostre stupidaggini, ci rendiamo conto di come siamo miseri di fronte al compito che invece Dio ci ha affidato: quello di essere uomini immersi nell’amore, nella disponibilità, capaci di donare anche alle persone più antipatiche, più diverse, perché Dio ama chi dona con gioia

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