Anagni, l’Urbanistica finisce a querele. Natalia a Felli: «Ritirala, ti conviene»

Finisce a carte bollate. O meglio: si chiude una parentesi e se ne apre un’altra, la politica si fa da parte e si passa alle aule di giustizia. Accade ad Anagni dove il presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Felli ha presentato una querela nella quale ipotizza i reati di ‘oltraggio a corpo politico’ e ‘diffamazione’…

Finisce a carte bollate. O meglio: si chiude una parentesi e se ne apre un’altra, la politica si fa da parte e si passa alle aule di giustizia. Accade ad Anagni dove il presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Felli ha presentato una querela nella quale ipotizza i reati di ‘oltraggio a corpo politico’ e ‘diffamazione’ puntando il dito contro i responsabili cittadini de L’Italia dei valori.

Al centro dello scontro c’è ancora l’Urbanistica ed il consiglio comunale rinviato all’ultimo momento per evitare la frattura in maggioranza (leggi qui il precedente).

Ad Anagni l’edilizia è regolata da un piano che risale al 1975. Le esigenze della città sono cambiate, si era in pieno boom industriale, occorrevano aree per le fabbriche e palazzi per gli operai; la situazione è diversa e per questo l’amministrazione Bassetta si è affidata ad uno specialista affinché disegni la futura crescita della città in base alle nuove esigenze.

Poi però – ed è questo il nodo politico – è stata portata in Consiglio la proposta di fare subito una variante al Piano Regolatore del 1975. La sezione IdV aveva commentato: «E’ come dare l’incarico ad una ditta per ristrutturare casa e poi farsi realizzare un bagno nuovo prima che la ditta inizi i lavori. E’ evidente che il bagno serva subito… ». In una nota affidata al sito cittadino Anagnia.com IdV aveva avanzato pesanti sospetti ed illazioni sul perché ed a chi servisse subito il gabinetto.

Sospetti che il presidente Felli non ha lasciato passare e per questo ha presentato querela al fine di «tutelare il prestigio e l’onore dell’intero consiglio che rappresento e pertanto la querela è stata un atto dovuto, non potendo accettarsi l’offesa (…) che il consiglio comunale è un comitato d’affari, o che la convocazione del consiglio comunale nel mese di agosto lasci presagire qualcosa di poco chiaro o che è meglio far passare in sordina».

Appena la notizia della querela viene diffusa su Anagnia, all’una della notte scende in campo Daniele Natalia, già candidato sindaco del centrodestra. E sulla sua bacheca Facebook scrive a Felli: «La politica non si fa con le querele, e ti posso giustificare solo perché per quanto molto preparato giuridicamente, ed é cosa certa, sei inesperto politicamente e ti sei lasciato trasportare dall’emotività. In politica i commenti e le considerazioni per quanto forti vanno accettate e controbattute con il dialogo politico e non nei tribunali».

Natalia viene dalla vecchia scuola di Alleanza Nazionale, si è fatto le ossa quando nella sezione imperava Franco Fiorito. E avverte Felli: «Hai innescato, ripeto forse involontariamente, un meccanismo perverso che se lo adotta il Presidente del Consiglio Comunale lo potrà adottare chiunque. E allora si sposterà il piano del dialogo da politico ad altro. E ti faccio un esempio: se devo adottare il tuo stesso metodo, domani dovrò depositare una querela perché all’ultimo consiglio comunale io e i colleghi di minoranza, ma sono sicuro anche molti di maggioranza, hanno votato una delibera perché un assessore ha garantito una certa cosa sulla base di documenti in suo possesso redatti da un tecnico. É stato verificato in modo inconfutabile il contrario, e allora chi ha dichiarato il falso l’assessore o il tecnico?»

Il messaggio si conclude con un suggerimento: «Fai finta che ti sei sbagliato e dichiara pubblicamente che ritirerai la querela e vedrai che si ricondurrà tutto nell’ambito politico. Altrimenti vedrai si andrà su un ambito perverso che non conviene a nessuno».

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