A Cassino la battaglia per Frosinone, Regionali e Politiche

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random&return_javascript=1′]     di CARLO ALBERTO GUDERIAN già Corrispondente da Mosca     A Cassino si è giocata la partita per le prossime elezioni di Frosinone città, porta di ingresso per tutti i protagonisti alle Regionali e alle Politiche. LA PREMESSA Analizziamo i fatti. Poi li collochiamo nel corretto ordine. A) A Cassino sono…
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di CARLO ALBERTO GUDERIAN
già Corrispondente da Mosca

 

 

A Cassino si è giocata la partita per le prossime elezioni di Frosinone città, porta di ingresso per tutti i protagonisti alle Regionali e alle Politiche.

LA PREMESSA
Analizziamo i fatti. Poi li collochiamo nel corretto ordine.
A) A Cassino sono presenti i principali protagonisti del centrodestra: Mario Abbruzzese, Massimiliano Mignanelli, Bruno Scittarelli. Alcuni hanno ruoli di governo politico su tutta la provincia. Da qui si deve partire per colloquiare con queste aree. Petrarcone (e la sua vittoria) sarebbero stati di ostacolo a un progetto politico più vasto. Quale?

B) Il centrodestra e il centrosinistra che abbiamo conosciuto non esistono più. Con che cosa sostituirli? Con accordi di alleanza modulati a seconda delle esigenze, locali e di prospettiva. Per essere più chiari: a Sora con chi era alleato il Pd e dove era collocato? In entrambi gli schieramenti. Analogamente, a Cassino non c’erano due schieramenti di centrosinistra bensì due candidati sindaco di centrosinistra sostenuti da autorevoli pezzi di centrodestra.

Questi due elementi ci dicono che i vecchi schieramenti sono saltati. E sono stati sostituiti con un PD flessibile e con forze di centro. E non ha nessuna importanza se il PD si spacca o scompare (emblematici i casi di Ceccano, Sora e Cassino stessa) perché il centro è il maggiore referente politico (Scalia, De Angelis, Pilozzi, Pompeo).

Quindi avviene un rimescolamento di convenienza nella logica non di Partito (non esiste) ma quella di componente o del capocorrente in questo momento in auge.

Il Pd ha bisogno di alleanze. E siccome non aggrega, cerca di creare alleanze con pezzi di centrodestra, magari mascherati da formazione civica.

A FROSINONE
Il caso emblematico è l’operazione che sta tentando Francesco De Angelis a Frosinone. Sta intessendo rapporti sempre più fitti con pezzi del centro e soprattutto del centrodestra. I rapporti con Alfredo Pallone sono di antica data e agevolati dall’attrazione costante del Pd, nella sua orbita, di un Ncd con sempre meno personalità politica. Ma il vero cavallo di Troia che De Angelis sta tentando di cavalcare è il consigliere d’amministrazione dell’ASI (figura da tenere ben presente) Luca Sellari che gli consente di agganciare forze libere del centrodestra che non sono incanalate in Forza Italia ma sono sotto l’ombrello di liste civiche.

La possibile presenza di Sellari nello schieramento del vecchio centrosinistra spacca il PD facendo buon gioco a chi ha interesse a non coagulare le forze tradizionali. Per essere più chiari: la posizione dei Socialisti dovrebbe dire qualcosa. Gianfranco Schietroma – una delle menti politiche più raffinate presenti sul territorio della provincia di Frosinone – ha capito questo gioco. E reagisce tentando di accreditarsi come migliore alleato, più conveniente e affidabile dei pezzi di centrodestra. L’annuncio di una candidatura distinta da quella del Pd ora va letta come un segnale in questa direzione. Perché Schietroma ha già capito che il Pd andrà in frantumi. Tanto che ad oggi nulla si è deciso nel PD del circolo di Frosinone, né se fare le primarie né le regole con cui celebrarle, né se fare e con chi gli incontri per raggiungere le alleanze.

Quindi lo schema è lo stesso. A Cassino il pontiere era Scittarelli (il quale ha dichiarato pubblicamente di avere votato per il candidato sindaco con tessera Pd Francesco Mosillo sia al primo che al secondo turno) a Frosinone è Sellari.

Non a caso tutti sono scesi in difesa di Antonio Pompeo, mancando di dire (dopo aver fatto tanto chiasso) che esiste una alleanza con il centrodestra. Il Comunicato fatto martedì da Scalia, Pilozzi e Alfieri, in apparenza lancia un messaggio di unità con Pompeo. Ma a saperlo leggere si scopre anche un altro messaggio più recondito: mantenere a vario titolo e per diverse manovre il ponte con gli uomini del centrodestra.

LE TRUPPE DI FROSINONE
Lo schieramento che al momento si profila è il seguente per i candidati a sindaco di Frosinone:
Mauro Vicano (area De Angelis)
Fabrizio Cristofari (De Angelis / Scalia)
Angelo Pizzutelli (Scalia)
Norberto Venturi (De Angelis / Scalia)

La partita è aperta e molto dipende da come si chiude (cosa impossibile oggi) la partita di Cassino.

COSA C’ENTRA CASSINO CON FROSINONE
Perché De Angelis scarica tutto su Petrarcone e su Cassino? Perché non vuole compromettere la rete di relazioni con il centrodestra e che hanno portato alla sua elezione all’Asi ma anche all’elezione di Vicano alla Saf. E per un verso la stessa Amministrazione provinciale. Non risulta da mesi una chiara posizione / dichiarazione di Francesco De Angelis sull’alleanza contronatura Pd – Forza Italia che governa da due anni la Provincia. La presa di posizione più esplicita venne fatta negli studi di A Porte Aperte su Teleuniverso quando venne incastrato dalle domande di Alessio Porcu. Ne derivò un vespaio tale che da quel momento De Angelis non ha più toccato il punto. Sa bene che una sua diversa posizione indebolirebbe la credibilità del suo progetto di alleanze con pezzi sfuggiti al centrodestra.

E’ per questo che Francesco De Angelis ha chiaro che deve bollare come ininfluenti e destinate ad approdare a nulla le iscrizioni al PD fatte da Giuseppe Golini Petrarcone e da Marino Fardelli. Sa benissimo che deve subito sbarrare il passo al progetto di diventare referenti di quel territorio e impedirgli di aggregare il malessere diffuso su tutta l’area del Sud della provincia di Frosinone.

Il messaggio è chiaro: io non c’entro, responsabile è Petrarcone, anzi ho sostenuto forze di centro e anche di provenienti dal centrodestra moderato. Sono una garanzia.

Non entro nel merito di quello che rimane dietro le quinte. Per citarle: Palmer, Univerisità, industrie, urbanistica, sanità. Su quest’ultimo punto, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle anziché perdere tempo con i loro inconsistenti quanto elementari dossieraggi basati sulle delazioni ed i pettegolezzi, avrebbero fatto centro se avessero compiuto una attenta mappatura degli uomini al comando nei gagli importanti della sanità. Ma purtroppo siamo in presenza di gente con l’apriscatole che non ha ancora capito qual’è la scatola da aprire.

E’ bene notare (e su questo riflettere) che nessuno dei rappresentanti istituzionali, da Francesco Scalia a Nazzareno Pilozzi, da Mauro Buschini ad Antonio Pompeo, è interlocutore di Confindustria. Non citano mai Davide Papa, figuriamoci se citano Maurizio Stirpe. Parimenti, nemmeno Papa e Stirpe citano mai i politici locali. I rapporti (quelli seri) non esistono.

LE ESIGENZE DI SCALIA
Francesco Scalia ha altre esigenze immediate: consolidare una base elettorale. A costo di assumere posozioni come quella di Cassino: ha appoggiato Petrarcone ma nella base c’è chi contesta a lui ed a Pompeo di avere svolto solo un’operazione di facciata.

Ora è alleato con Pilozzi, Alfieri e con Pompeo. ma è lecito domandarsi che fine farà questa alleanza quando arriverà il momento di decidere le candidature alla Regione ed alla Camera. Soprattutto in considerazione del peso che nel frattempo avrà assunto la componente Cassinate Fardelli – Petrarcone. Il bacino di Cassino vale teoricamente 13mila voti: quanti sapranno aggregarne? La presenza di tanti sindaci del circondario, al comizio di chiusura tenuto da Petrarcone è un segnale da non sottovalutare. Così come le posizioni espresse in questi giorni da sindaci come Gnesi, Pantano, Galli.

La prossima tornata rischia di essere per questo uno spartiacque tra la generazione De Angelis / Scalia e quella dei giovani.

Ecco perché Nazzareno Pilozzi e Domenico Alfieri, per venti notti di fila hanno percorso la strada verso Cassino, spendendo molte energie per convincere Marino Fardelli a ritirare la sua candidatura ed incrementare la forza elettorale di Petrarcone diventandone però l’elemento innescante e di peso specifico.

Ecco perché da Cassino è partita la caccia a Antonio Pompeo, possibile avversario diretto di Marino fardelli per la candidatura alle Regionali.

Ecco perché a Cassino si è giocata la partita per le prossime elezioni.

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