Covid-19, si torna ad una cifra. Zero morti in Ciociaria. Si inizia a parlare di ‘dopo’

Lavoratore con mascherina (Foto: Sergio Oliverio / Imagoeconomica)

Sempre più lento. Il Covid-19 rallenta sempre di più. Ma si teme l'effetto 'Gioco dell'Oca'. A Frosinone solo 6 casi positivi. Ecco perché. Il 'dopo': tutto dipenderà da Pasqua e Pasquetta. Il mistero del caso Rems. L'assessore: evitare il bis in autunno con influenza + Covid.

Sempre più lento. Al punto che si inizia a parlare di ‘dopo‘. Il Covid-19 nel Lazio si diffonde ad una velocità sotto al 4%, in provincia di Frosinone i nuovi contagi si calcolano ad una sola cifra: non accadeva dai primissimi giorni. I numeri sarebbero ancora migliori se non ci fossero quelli che arrivano dal Reatino. La luce in fondo al tunnel però sarà concreta solo una settimana dopo Pasquetta: quando si conteranno eventuali picchi di nuovi contagi dovuti a chi non ha retto alla tentazione di uscire da casa. Sarebbe come un maledettissimo Gioco dell’Oca, nel quale peschi la carta sbagliata e ritorni alla casella di partenza.

Muoiono in meno

Infermiere con mascherina Foto © Imagoeconomica / Marco Cremonesi

I numeri del giorno dicono che nel Lazio sono 151 i nuovi casi di Covid-19 scoperti nelle ultime ventiquattrore. Potrebbero essere ancora migliori se non ci fossero i 58 casi arrivati dalle Case di Riposo della Sabina: molti erano già consciuti ma sono stati registrati con ritardo solo adesso. Anche con quei numeri però la curva dei contagi cresce meno del 4%: siamo al tre virgola nove ed è un dato eccezionale.

I decessi registrati nel Lazio nelle ultime ventiquattr’ore sono stati appena dieci. La notizia buona è anche un’altra. Il paragone è macabro ma la matematica non ha cuore: nelle Terapie Intensive della Lombardia si muore ed in quelle del Lazio no; sarà lo Spallanzani con l’istituto Superiore di Sanità a capire perché. Ma nel frattempo i numeri sono questi: la mortalità in Lombardia è tra il 50% ed il 75% dei casi. Invece nel Lazio la mortalità è notevolmente più bassa fino ad arrivare alle performance registrate dalle terapie intensive del Sant’Andrea. Lì su 10 pazienti critici che entrano in terapia intensiva ben 8 hanno un esito clinico positivo.

Frosinone ad una cifra

Il DG della Asl di Frosinone, Stefano Lorusso

Nella Asl di Frosinone sono appena 6 i nuovi casi positivi. I nuovi contagi sono scesi ad una sola cifra. Si attendono i risultati dei tamponi fatti nel pomeriggio agli ospiti ed al personale in servizio nella Rems di Ceccano.

Ma il Direttore Generale Stefano Lorusso non canta vittoria e non stappa il vino buono: la metà dei tamponi è stata fatta su personale sanitario dell’ospedale di Alatri e della Rems di Ceccano dove erano stati trovati dei positivi. Da lì era lecito aspettarsi un numero pressochè nullo, come poi è stato.

Dai laboratori sono arrivati i risultati dei primi dodici tamponi inviati per verificare se ci sono altri casi di Covid-19 oltre al paziente in cura alla Rems e trovato positivo la scorsa settimana. Sono stati sottoposti al check tutti gli ospiti, il personale sanitario, finanche la vigilanza: una cinquantina di persone in tutto. Le altre risposte arriveranno nella giornata di martedì.

I primi dodici test sono tutti negativi. La stranezza sta nel fatto che è negativo anche il tampone del paziente dato per positivo nei giorni scorsi, facendo scattare l’allarme e l’isolamento della struttura.

Due dei nuovi contagi vengono da Arpino ed uno da Fontechiari: non sono collegabili ai casi precedenti. Zero casi a Cassino ed a Sora.

Il virus è dannatamente micidiale. Lo ricordano le cifre diffuse nel pomeriggio dalla Prefettura di Frosinone: il totale dei contagiati è pari a 523 persone dall’inizio della Pandemia, solo in 43 sono guariti finora e 32 sono morti. In 271 sono ancora ricoverati in ospedale e 177 hanno pochi sintomi o non ne hanno proprio e stanno a casa. In quarantena per avere avuto contatti con soggetti positivi ci sono 906 persone.

Oggi sono guariti altri due pazienti, uno di loro è uno degli infermieri di Pontecorvo che era in servizio al Santa Scolastica di Cassino; è stato dimesso oggi dallo Spallanzani. L’altro guarito è il primo contagiato registrato a Castrocielo.

Inoltre 301 persone sono uscite dall’isolamento. È stata riaperta la sede ex Inam con gli ambulatori a Cassino e si va verso la riapertura del Pronto Soccorso di Alatri. La Asl ha controllato l’85% delle Case di Riposo ed il 100% delle RSA del territorio.

Si parla di dopo

Coronavirus, spesa al supermercato Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Numeri che incoraggiano. Se la gente riuscirà a rimanere in casa a Pasqua e Pasquetta, se non ci saranno picchi nella settimana successiva, si andrà ad un graduale ritorno verso la normalità. Che non sarà quella del passato: niente strette di mano, necessari guanti e mascherina fino al giorno in cui non verrà messo a punto un vaccino.

Per la prima volta l’assessore regionale Alessio D’Amato ne ha parlato durante la quotidiana videoconferenza con i direttori generali delle Asl e degli ospedali del Lazio.

Il virus rallenta perché la gente sta in casa e non trova vittime da infettare. «I positivi che troviamo oggi sono stati contagiati più o meno 14 giorni fa. Nel Lazio l’indicatore della velocità del contagio è già sotto l’1. Siamo convinti che a Roma arriverà vicino allo zero a fine mese. Ma a condizione che si continui a restare a casa».

Ci sono sindaci che lo hanno preso talmente sul serio che hanno ordinato il blocco delle strade per le località prese d’assalto a Pasquetta. È il caso di Simone Costanzo, primo cittadino di Coreno Ausonio.

C’è anche un’altra urgenza. La Regione Lazio vuole giocare d’anticipo. «Bisogna evitare a tutti i costi che in autunno si accavallino due emergenze: la seconda ondata dell’epidemia del coronavirus e allo stesso tempo l’ondata di influenza stagionale».

Per questo motivo il vaccino contro l’influenza tradizionale «sarà obbligatorio per tutti i soggetti con età oltre i 65 anni in tutto il Lazio. E pure per gli operatori sanitari, le forze di polizia, chi lavora nel trasporto pubblico. Vogliamo raggiungere almeno 2,5 milioni di persone, il doppio di quanto avvenuto l’anno scorso».

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