I CONTI CHE PREOCCUPANO MARIO
La questione preoccupa molto Mario Abbruzzese. Il consigliere regionale è il padrino politico di questa maggioranza: l’ha pensata lui, costruita passo dopo passo, messa in pista.
La promessa mancata sul mantenimento dell’acqua pubblica è stato un colpo durissimo. Il disseto rischia di minare la credibilità amministrativa del commander.
Al professor Ulderico Schimperna, espertissimo in bilanci pubblici e per questo messo alla guida delle Finanze cittadine, era stata indicata una Linea Maginot: resistere fino alle prossime elezioni regionali.
La Corte dei Conti l’ha aggirata come i panzer di Guderian fecero con le fortificazioni francesi.
L’unica tattica percorribile da Mario in questo momento è quella di tenersi il più possibile lontano da questioni amministrative del Comune. E negare qualsiasi relazione. O rischia di diventare il padrino anche del collasso finanziario.
IL GIALLO DEI CAPIGRUPPO
Eppure quella riunione l’avevano già fatta. Ed avevano deciso il da farsi. Perché allora il presidente Vacana li riconvoca come se nulla fosse avvenuto? Forse non ha gradito che i capigruppo abbiano deciso una data a sua insaputa. O forse non è convinto di alcuni punti all’ordine del giorno, magari di quello relativo all’Agenzia di Formazione.
La reazione più veemente è quella di Danilo Magliocchetti: «Quanto è avvenuto rappresenta un precedente gravissimo. Costituisce un unicum, credo nelle amministrazioni italiane e rappresenta un precedente pericoloso per il futuro. Come ci si potrà fidare, da ora in poi, che quello che viene deciso dalla Conferenza dei capigruppo, poi verrà mantenuto?».
Acido il presidente Luigi Vacana. Nel suo ufficio commenta: «Magliocchetti: il nulla oltre il colletto alto»
L’EROICO SI FA LA SCUOLA
Giurano che nel palazzo della Provincia poco c’è mancato che al presidente Antonio Pompeo venisse un fatale colpo apoplettico. Con gli occhi letteralmente fuori dalle orbite ha preteso di sapere chi avesse autorizzato Quadrini a rappresentarlo ad Arpino, in un evento così importante. Soprattutto chi – negli uffici – l’avesse tenuto all’oscuro di quell’inaugurazione.
Risultato della rapida inchiesta interna: nessuno ha autorizzato Quadrini ad indossare la fascia da Presidente della Provincia, nessuno lo ha autorizzato a tagliare il nastro in nome e per conto del presidente Pompeo. Ha fatto tutto da solo.
La beffa è che Pompeo, per punizione, non può nemmeno cacciare Quadrini: non fa parte della maggioranza.
ACANFORA CONTA I GIORNI
In pratica, gli contestano di avere provocato dei danni alle casse del Comune per via di alcune pratiche di sua competenza risultate non conformi ad un vaglio della Corte dei Conti.
Accompagnato dall’avvocato Calogero Nobile è comparso di fronte al giudice del Lavoro di Frosinone, Massimo Lisi: un’autorità nel campo.
Lunedì saprà se il licenziamento verrà annullato o meno.
BEATRICE INIZIA IL TOUR
Nicola Zingaretti continua a non dire se si ricandiderà o meno alla guida della Regione Lazio. Alla Direzione Regionale Pd di lunedì sera ha detto che scioglierà la riserva alla prossima seduta (leggi qui)
In caso non sia lui il candidato del centrosinistra, la parola d’ordine di Angelino Alfano è: si candida Beatrice Lorenzin. E noi lo avevamo detto da settimane (leggi qui)
Fiutata l’aria, il ministro della Salute ha deciso di iniziare il tour. Mercoledì sarà ad Arce per parlare dei vaccini e della nuova norma in materia.
Punta su Frosinone e sul fido Massimiliano Mignanelli con il quale guidavano il Movimento Giovanile Regionale di Forza Italia. Poi punta su Ostia, lì dove è nata: lì a novembre avrà il suo piccolo banco di prova elettorale, le elezioni nel Municipio X di Ostia. Lorenzin ci si presenterà una lista civica. Se dimostrerà di avere due buone basi, Ostia e Frosinone, l’idea di avanzare la candidatura alternativa a Zingaretti, con più convinzione, potrebbe diventare cosa concreta.
E domani è un altro giorno.