Le Sardine sono “energie vitali per cambiare fare il Paese”. Ed il Pd deve tenerne conto. Restando al governo “per far maturare e crescere un campo democratico largo e che li coinvolga”. Pronto a staccare la spina “se non si lavora bene”. Francesco De Angelis ha tutto nel suo curriculum politico: segretario di Partito, Consigliere Regionale, Assessore alle Attività Produttive del Lazio, Parlamentare Europeo, Presidente del Consorzio Industriale. Ora ha un nuovo traguardo da raggiungere: vuole essere il padre nobile di questa fase di passaggio, l’elemento aggregante e unificante. Perché sa che solo così potrà giocare le carte giuste al tavolo che deciderà il candidato del territorio nella prossima tornata per Camera o Senato. E condizionare alla decisione.
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Il movimento delle sardine è un segnale per il Pd?
Alle Sardine dobbiamo dire grazie. Hanno riacceso il sogno, l’entusiasmo e la passione. Sono energie vitali necessarie per cambiare il Paese. Alla sinistra il compito di aprirsi a questa grande forza civica.
Fino a quando Zingaretti terrà la spina attaccata a questo governo?
Zingaretti ha dato prova di grande forza, serietà e responsabilità. Ha lavorato pensando al Paese. Ora si va avanti se si governa bene, altrimenti non abbiamo paura del voto. Non stiamo lì per occupare poltrone. Restiamo fino a quando questo governo fa cose utili per il Paese. L’alleanza di governo deve far maturare e crescere senza forzature e imposizioni un campo democratico largo che va dal PD ai 5 stelle. Non sarà facile ma dobbiamo provarci.
In Regione Lazio però il dialogo con i 5 Stelle non decolla: come mai?
Ripeto non è facile ma noi siamo aperti e ci stiamo provando. Devono maturare le condizioni. Nel Movimento 5 Stelle si è aperta una discussione, sono in difficoltà ma alla fine devono decidere. Capisco la difficoltà, ma sbagliano a correre da soli. Così si regala la vittoria alla destra e non tiene nemmeno il governo. Non si governa insieme per correre separati. Senza prospettiva non c’è futuro.
Il consorzio industriale unico può essere un ulteriore interlocutore politico: come dimostra l’incontro con i deputati Frusone e Segneri. È stato il primo confronto Pd-M5S sul territorio
Il Consorzio unico è un’opportunità per le imprese e per il territorio. Con il processo di fusione vogliamo dare vita al più grande Consorzio Italiano. Vogliamo mettere in campo strumenti innovativi ed efficaci per offrire alle imprese maggiori spazi e opportunità. Uno strumento più incisivo di sostegno alla crescita e al lavoro. L’incontro con la delegazione dei 5 stelle è la conferma che quando si discute e si entra nel merito è possibile tra forze diverse trovare progetti e programmi condivisi. Non bisogna mai precludersi la possibilità di lavorare insieme.
La Politica dà l’impressione di non avere un’agenda per lo sviluppo industriale ed economico del territorio: è il Consorzio a poterla scrivere?
L’agenda c’è e gli obiettivi sono chiari. Cambiare ed innovare la Mission dei consorzi industriali. Internazionalizzazione, attrazione degli investimenti, reindustrializzazione dei siti dismessi, gestione degli incentivi alle imprese e aree produttive ecologiche attrezzate per una svolta green che punti su innovazione, ricerca e sviluppo sostenibile.
Ha annunciato che al Congresso provinciale non indicherà un suo candidato: significa che ognuno si presenta con il suo uomo e ci si conta?
Significa che al Congresso non ci sarà il candidato di Pensare Democratico ed è questa la vera novità. Via le correnti dal Congresso. Chi ha voglia e idee le metta in campo per costruire un progetto forte e innovativo capace di cambiare il PD. È questo il modo migliore per costruire il nuovo Partito che vuole Nicola Zingaretti. Un Congresso libero e partecipato. Dico di più, per favorire la nuova fase, rinunciamo anche alla presentazione della lista di Pensare Democratico.
Antonio Pompeo oggi ad Aquino ha incontrato Matteo Orfini: è geloso?
Ci mancherebbe la gelosia per Orfini. È giustamente libero di incontrare chi vuole. E lo stesso vale per Pompeo.
Ha dei rimpianti per il suo periodo orfiniano?
La mia è stata una scelta politica e non ho rimpianti. Ma nella fase politica che si è aperta dopo il voto, ho scelto come sempre e senza alcun dubbio Nicola Zingaretti. Perché, e lo conferma la mia storia politica, quando c’è Nicola in campo io sono sempre al suo fianco.
Ha nostalgia di quando il Pd vinceva dappertutto con la formula dei due Francesco?
A dire il vero un po’ mi manca perché è stata una stagione intensa ed esaltante. Abbiamo costruito insieme il centrosinistra in Provincia di Frosinone. E comunque anche oggi se si leggono i risultati delle amministrative si conferma la forza e il radicamento del PD sul territorio. Purtroppo alle elezioni politiche risentiamo di un trend nazionale negativo. Ma Zingaretti sta gettando le basi per tornare a vincere. E noi ce la metteremo tutta.
Cosa manca oggi di quel periodo vincente?
Manca la coesione e l’unita della coalizione. E poi parliamo molto tra di noi e poco al Paese. Serve un progetto ambizioso ed una grande squadra.