Il Pd si riprende la scena e stana il nervosismo del team Natalia

La polemica di questi giorni sulle spese dell'amministrazione rivela due scenari politici. Il Pd tenta di riappropriarsi del suo ruolo guida nella minoranza. La maggioranza evidenzia nervosismo, che pare rivelare altro

La lettura più semplice è quella dell’ennesima polemica, piuttosto ripetitiva in effetti, tra maggioranza ed opposizione. Una di quelle schermaglie prevedibili che si verificano sempre tra governo e minoranza di una città. Ce ne sono state parecchie prima. E ce ne saranno altre, c’è da giurarci, anche dopo. Eppure, lo scontro che da qualche ora sta arroventando i rapporti tra governo cittadino e sezione locale del Pd ad Anagni dice, a volerlo guardare bene, qualcosa di più. Ed offre un quadro interessante dello stato delle cose nella politica anagnina.

Conti in tasca: minuziosi

Sandra Tagliaboschi

Per chi se lo fosse perso. Qualche ora fa il Partito Democratico di Anagni ha deciso di andare all’attacco della maggioranza capitanata dal sindaco Daniele Natalia. Un attacco tutto giocato sui numeri. Anzi, sui soldi. Quelli spesi dall’amministrazione nel 2020.

Una radiografia minuziosa. Per arrivare a dire che Natalia ha speso troppo. E soprattutto male. A partire dalle iniziative culturali, anche piuttosto discusse e discutibili, come il festival sovranista Cultura e Identità. O dai soldi per le 2 mini isole ecologiche (20.000 euro). Passando per le nuove sedie della Sala della Ragione (42.000 euro). Senza dimenticare gli 80.000 euro per le luminarie di Natale. E concludendo, ovviamente, con il project financing stipulato per realizzare 2 nuovi parcheggi e per ampliare la pubblica illuminazione.

Spese, per il Pd, che hanno «messo a dura prova le casse comunali». E che rischiano di prosciugare «i soldi lasciati dalla precedente amministrazione».

Netta la replica della giunta Natalia. Per Cultura e identità sono stati spesi solo 5000 euro. Sono stati acquistati 4 termoscanner a 6000 euro, e non 2 a 10.000. Il prezzo delle mini isole è pari a quello delle stesse strutture adottate in altri Comuni. I soldi per le nuove sedie, per le luminarie e, soprattutto, per il nuovo project, vanno rivendicati con orgoglio perché simbolo di una nuova stagione.

Le due chiavi di lettura

Il sindaco Daniele Natalia con l’assessore Carlo Marino

Fin qui, come detto, la polemica. Però lo scambio brusco dice almeno due cose importanti.

Dice che il Pd di Anagni ha deciso di passare all’attacco in prima persona, per quanto riguarda la gestione dell’opposizione in città. Non è una novità da poco in un contesto nel quale, fino ad ora, le stoccate più forti Natalia le ha ricevute, alternativamente, da Casapound, da Cittatrepuntozero. O da altre realtà civiche cittadine. Anche perché la critica del Pd non è su un fatto specifico, ma su un panorama (quello delle spese) lungo un anno.

Dunque, una critica strutturale; l’idea è quella di rivendicare un ruolo di primo piano. Un’ambizione che il Partito, al di là delle roventi polemiche in consiglio comunale, con la Tagliaboschi a battagliare contro Marino, non aveva mostrato fino ad ora. Tanto da dare spazio, per gli scenari politici prossimi venturi, più a coalizioni legate ad elementi civici o di sinistra più radicale, che non egemonizzate dal Pd.

In questo senso, la nota suona un po’ come una sveglia. Un modo per dire “ehi, ci siamo anche noi“.

La risposta nervosa al Pd

Ma la polemica dice anche che, da parte sua, la maggioranza è rimasta scottata dall’attacco.

Infatti, la premessa alla replica sulle cifre è stata questa: «Ancora una volta dobbiamo constatare, e lo facciamo con un certo dispiacere, che il Partito Democratico di Anagni tenta di avvelenare il dibattito politico cittadino fuorviando gli anagnini sull’utilizzo dei soldi pubblici da parte dell’Amministrazione Comunale. Diciamo “avvelenare” perché la nota del PD è un collage di inesattezze che, chiaramente, non possono essere state scritte senza malafede o, viene da dire, senza essersi prima informati».

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ANAGNI

Senza questa premessa, l’Amministrazione avrebbe fornito l’immagine di una realtà in totale tranquillità; avrebbe parato il colpo contrapponendo numeri a numeri; evitato di dare troppa importanza a cifre ritenute sballate ed alle quali, proprio per questo, non dedicare troppo tempo.

Invece, l’asprezza dei toni usati nella replica da tutta la maggioranza (non solo un Partito dunque) rivela che un nervo scoperto è stato toccato. E non si può non pensare all’imbarazzo legato al progetto del parcheggio sotto le mura. Per il quale, bene ricordarlo, la maggioranza Natalia ha legittimato, oggi, un’idea che, all’epoca di Bassetta, aveva avversato frontalmente. Un imbarazzo che scatena, ogni volta che si tocca il punto, reazioni piuttosto calde.

Reazioni di questo tipo non ostentano la tranquillità. A dimostrazione che qualche problema c’è eccome. (Leggi qui Natalia papa-re: ecco perché non vuole…. Cardinali).

È sulla capacità di superare contraddizioni come questa che si giocherà la seconda parte del mandato Natalia.

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