La scomparsa delle opposizioni al tempo del Coronavirus

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani Foto © Imagoeconomica / Paolo Cerroni

A livello nazionale decide il Governo di Giuseppe Conte, nel Lazio la giunta di Nicola Zingaretti impera. Ma pure sul piano locale ci sono soltanto i sindaci. Le minoranze devono abbozzare, le maggioranza anche.

L’emergenza Coronavirus ha messo all’angolo le opposizioni ad ogni livello. Sono gli organi Esecutivi a gestire la situazione. Sul piano nazionale il Governo di Giuseppe Conte sta sfornando decreti a raffica. Il Parlamento non può riunirsi e lavorare a pieno regime. All’interno della stessa maggioranza, al di là degli ululati alla luna di Matteo Renzi e dei silenzi prolungati dei Cinque Stelle, non succede nulla. Con la classe dirigente del Pd di Nicola Zingaretti a supporto del Presidente del Consiglio.

Le opposizioni fanno quello che possono. Ma Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Silvio Berlusconi (Forza Italia) sanno che in questo momento non possono mettersi di traverso. Costretti ad abbozzare quindi.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani Foto © Imagoeconomica / Paolo Cerroni

Stesso scenario per il centrodestra regionale, con la giunta di Nicola Zingaretti che non concede neppure un millimetro di spazio. L’asse formato da Daniele Leodori e Alessio D’Amato è una diga.

Sul piano locale ci sono soltanto sindaci: Nicola Ottaviani (Frosinone), Antonio Pompeo (Ferentino), Enzo Salera (Cassino), Roberto De Donatis (Sora), Anselmo Rotondo (Pontecorvo), Daniele Natalia (Anagni), Giuseppe Morini (Alatri), Alioska Baccarini (Fiuggi), Lucio Fiordalisio (Patrica). E via di questo passo. Le opposizioni non hanno margini di manovra. Neppure le maggioranze per a verità.

In attesa dell’ufficializzazione, naturalmente per decreto, dello slittamento in autunno delle elezioni comunali (Ceccano, Pontecorvo, Patrica, Belmonte Castello, Guarcino, Cervaro, Fontana Liri, Trevi nel Lazio), non si può far altro che accettare questa situazione. Durerà non poco.

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte

Alla Provincia, ente di secondo livello, Antonio Pompeo non deve neppure porsi il problema dei confini: maggioranza e opposizione praticamente non ci sono. L’alleato più importante del presidente del Pd è Fratelli d’Italia. Per dare l’idea.

Quando l’emergenza sarà finita la musica cambierà e a quel punto le opposizioni dovranno farsi trovare pronte. Ad ogni livello. Sul piano nazionale il centrodestra cercherà la spallata. Bisognerà vedere quale sarà il clima nel Paese, specialmente sul piano economico. Non è detto che chi sta guidando ora l’emergenza (Giuseppe Conte) possa essere buono anche per la ricostruzione. Perciò l’ipotesi di Mario Draghi resta sullo sfondo.

A livello locale invece per le minoranze potrebbe non cambiare nulla.

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