Saf, il nodo del contratto con i Comuni

PIERFEDERICO PERNARELLA per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE Nelle more dell’esito del ricorso al Riesame annunciato dai legali contro il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Roma su richiesta dalla Dda, la gestione della Saf è passata in mano all’amministratore giudiziario. Un compito non facile il suo, considerando da un lato il malfunzionamento contestato dalla Procura. Dall’altro…

PIERFEDERICO PERNARELLA per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE

Nelle more dell’esito del ricorso al Riesame annunciato dai legali contro il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Roma su richiesta dalla Dda, la gestione della Saf è passata in mano all’amministratore giudiziario. Un compito non facile il suo, considerando da un lato il malfunzionamento contestato dalla Procura. Dall’altro gli impegni amministrativi della società come l’approvazione del bilancio e l’imminente scadenza (il prossimo 5 marzo) dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA). Ma sul tavolo del dottore Felice Palumbo c’è anche la questione del rinnovo del contratto di servizio con i Comuni, che sono soci della Saf, per lo smaltimento. I Comuni avrebbero dovuto firmarlo entro il 31 dicembre. In caso contrario, avvertiva il presidente Mauro Vicano, «la Saf non potrà continuare a ricevere i rifiuti». Lo stop al servizio, tuttavia, non è avvenuto in quei Comuni che non hanno sottoscritto il contratto.

 

LA POSIZIONE DI GALLI
A sollevare il caso, all’indomani dell’inchiesta, è stato il sindaco di Ceprano Marco Galli, il solo in questi ad aver sollevato la questione: «Abbiamo chiesto alla SAF una riunione urgente, in data 30 dicembre 2016, per svolgere una verifica di dettaglio del testo da sottoscrivere relativo al nuovo contratto di servizio. Di contro ci è stata sollecitata nuovamente la firma,macome Ente siamo fermamente intenzionati a non sottoscrivere finché non saranno chiariti tutti gli aspetti di un contratto che non ci piace e che, alla luce di quanto sta emergendo a seguito delle indagini condotte dalla D.D.A. di Roma, forse dovrà essere rimesso completamente in discussione».

 

GLI ALTRI SINDACI
Cosa hanno fatto gli altri sindaci? Il sindaco di Ferentino, Antonio Pompeo, riferisce che la questione è allo studio degli uffici delegati. Così anche quello di Fiuggi, Fabrizio Martini, il quale però non si nasconde dietro un dito: «Sì è vero, la questione dei rifiuti non è stata mai approfondita come altre». Il primo cittadino di Cassino, Carlo Maria D’Alessandro, dice che il tema non è stato ancora esaminato ma questa settimana s’incontrerà con l’assessore all’ambiente per discuterne».

Il primo cittadino di Sora, Roberto De Donatis, riferisce che il rinnovo del contratto non è stato ancora preso in esame ma assicura: «Lo leggerò con attenzione vista la discussione sull’argomento». Il primo cittadino di Alatri, Giuseppe Morini: «Non ho ancora affrontato la questione». Quello di Veroli, Simone, Cretaro: «Non so se è stato formalizzato». Il sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, che disturbiamo mentre è impegnato in una manifestazione politica a Roma, risponde: «Non ricordo, forse è una cosa vecchia». E a proposito di Roma.

 

I RIFIUTI DI ROMA
Nel nuovo contratto, tra le altre cose, si mette nero su bianco che l’impianto Saf è destinato ad accogliere rifiuti da Roma e le altre province laziali. Dettaglio ignorato da tutti i sindaci interpellati. Si premette che la Regione Lazio, vista l’insufficienza impiantistica dell’Ato di Roma, ha stabilito che possono essere utilizzati impianti di altri Ato, rispettando il principio della prossimità. Poi all’articolo 3, comma 2, alla voce «Obiettivi » si legge: «Con la stipula del presente contratto la Saf – in conformità con i vigenti strumenti di pianificazione – si propone l’obiettivo di favorire l’implementazione, su base regionale, del livello di recupero dei rifiuti urbani e assimilati raccolto in modo indifferenziato nonché la selezione e il pre-trattamento dei rifiuti di avviare allo smaltimento».

Obiettivo che va oltre lo Statuto secondo cui l’impianto Saf è a servizio della provincia di Frosinone in linea con la normativa regionale. Che impone (salvo emergenze, come nel caso di Roma) il trattamento o lo smaltimento di rifiuti indifferenziati all’interno dei singoli Ato provinciali, anche se nel piano (non ancora vigente) proposto dall’assessore regionale Mauro Buschini è previsto un unico Ato regionale. E su questo punto il sindaco di Frosinone dichiara: «Della questione se ne sono occupati i dirigente, ma è chiaro che se qualcuno ha utilizzato strumentalmente il contratto sottoposto ai Comuni per trasformare la provincia di Frosinone nella pattumiera di Roma, a prescindere dalle indagini giudiziarie, dovrà risponderne sotto il punto di vista politico e amministrativo».

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