Nel caso di elezioni anticipate chi rappresenterebbe il Movimento Cinque Stelle sui territori? Se cioè si andasse alle urne con l’attuale sistema, un po’ maggioritario e un po’ proporzionale? Una considerazione che tocca anche la provincia di Frosinone. Dove i pentastellati il 4 marzo 2018 elessero tre deputati: 2 nel proporzionale (Luca Frusone ed Enrica Segneri), 1 nel maggioritario (Ilaria Fontana).
In quell’occasione ci fu il boom dei Cinque Stelle in tutta Italia e in particolare nel centrosud. Nonostante questo in due dei tre collegi maggioritari della Ciociaria vinse il centrodestra. Con Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) al Senato e con Francesco Zicchieri (Lega) alla Camera. L’unica a farcela fu Ilaria Fontana, che nel collegio della Camera Sud bruciò sul filo di lana Mario Abbruzzese (Forza Italia).
Adesso che le percentuali dei Cinque Stelle sono almeno dimezzate rispetto a quel 33%, è quasi impossibile pensare di vincere nel maggioritario. Tanto più che il centrodestra a trazione Lega-Fratelli d’Italia vola.
Resta il proporzionale, dove però le attuali percentuali (considerando che la circoscrizione comprende Frosinone e Latina) consentirebbero l’elezione di un solo esponente. Se verrà abolito il limite dei due mandati, Luca Frusone appare come il più alto in grado. Mentre però Ilaria Fontana è l’unica che può dire di essere stata eletta nel maggioritario.
Sarà complicatissimo anche vedere chi nei Cinque Stelle compilerà materialmente le liste. Quello che salta agli occhi però è che in questi anni i Cinque Stelle non hanno fatto alcun passo in avanti nella direzione del radicamento sul territorio. Un elemento che colpisce, perché poi la politica non si ferma a Camera e Senato. Ci sono le regionali, le provinciali, le comunali, gli enti intermedi? Perché ai pentastellati non interessa?