Sul tavolo del prefetto di Roma la riapertura di Roccasecca

Gli impianti Mad

Il tavolo al Ministero per trovare una soluzione ai rifiuti di Roma non individua una strada. Fino a tardi dal prefetto. Due le ipotesi: riaprire Roccasecca o Albano Laziale

Riaprire la discarica Roccasecca: ora è ufficiale, la proposta esiste ed è una delle due portate nelle ore scorse al tavolo del prefetto di Roma Matteo Piantedosi. L’altra è quella di utilizzare la discarica di Albano Laziale. Sono le due possibili soluzioni con le quali si pensa di evitare l’emergenza rifiuti nella Capitale che scatterà tra pochi giorni.

Ne ha parlato ieri sera il Tavolo convocato al ministero della Transizione Ecologica. Presenti: i tecnici del Comune di Roma, l’azienda municipalizzata dei rifiuti Ama, Regione Lazio, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Ispra, l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente Arpa. Ma una soluzione non è stata individuata. Per questo motivo il Tavolo è stato spostato in prefettura da Matteo Piantedosi. L’impressione è che nessuna carica politica voglia assumersi la paternità della decisione. E allora si spera che intervenga d’autorità il prefetto.

Le due ipotesi

L’ingresso della discarica Mad a Roccasecca

C’è una data: il 15 giugno. Quel giorno scade il contratto con l’Emilia Romagna dove Roma ha avviato i suoi rifiuti dopo l’esaurimento della discarica di via Cerreto a Roccasecca. Si sapeva che lo spazio stava finendo. Si sapeva da tempo. Al punto che era stato autorizzato un altro ampliamento: la costruzione del V invaso nonostante tutte le battaglie legali e politiche del sindaco Giuseppe Sacco. Ma a fine marzo la società Mad ha deciso di bloccare le ruspe e rinunciare al progetto: c’è un’inchiesta aperta sull’iter delle autorizzazioni. In assenza di chiarezza non vuole spostare nemmeno un secchio di terreno.

Alternative in provincia di Frosinone: zero. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha detto con chiarezza che le ordinanze in base alle quali è stato costretto ad accettare i rifiuti romani hanno portato all’esaurimento di Roccasecca con tre anni d’anticipo. Quindi non gli chiedessero nulla per i prossimi anni. E si facessero carico pure dei suoi rifiuti che sono rimasti senza discarica per colpa di Roma.

Al tavolo del prefetto Matteo Piantedosi. le soluzioni ipotizzate ieri sono state due. Nessuna di loro è di immediata applicazione. Quella più a portata di mano richiede un mese di lavori per utilizzare la discarica di Albano laziale. Per realizzare il primo sub lotto del V invaso a Roccasecca servono invece due mesi di lavori. Ma c’è un ulteriore problema: Mad non ha intenzione di realizzarli. (Leggi qui No ai rifiuti a Roma: perché avete chiuso Roccasecca?).

E se lo ordinasse il prefetto? Si determinerebbe una situazione paradossale: il prefetto sarebbe giunto alla stessa conclusione alla quale è giunta la Regione Lazio. Ma per quella scelta c’è un’inchiesta aperta per accertare se sia stata forzata la mano per fare un piacere a Mad.

A portata di mano

Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica

In ogni caso sia Roccasecca che Albano non sono soluzioni a portata di mano. Come soluzione tampone ci sarebbe quella proposta nei giorni scorsi dal dottor Pierluigi Palumbo: è il commissario che sta gestendo la discarica E Giovi di Malagrotta. Propone propone di portare da lui i rifiuti. C’è il problema dei costi: ogni mese circa 600mila euro in più. Non basta: Palumbo chiede una garanzia scritta della regione con cui l’ente si impegni al pagamento.

In realtà ci sono soluzioni più convenienti. Ama ha ricevuto la disponibilità di altre regioni del Nord, pronte a prendere i rifiuti romani per produrre energia elettrica nei loro termovalorizzatori e bio metano nei loro bio digestivi. Ieri il Comune di Roma ha accusato la regione di non dare il via libera all’esportazione dei rifiuti. Nemmeno su questo c’è dialogo tra Campidoglio e Pisana. La Regione assicura che Ama non ha bisogno di sue autorizzazioni

Al momento si stanno facendo carico dei rifiuti romani Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo; nel Lazio lo stanno facendo Viterbo e Civitavecchia. Ma anche loro rischiano l’esaurimento. Come avvenuto a Roccasecca. (Leggi qui Stop di Viterbo ai rifiuti da fuori: “Ricorso al Tar”).

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