Se il virus ci aiuta a trovare il senso della vicinanza (di A. Spreafico)

Coronavirus, suora in Vaticano con mascherina Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

La meditazione di Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente di Commissione della Dei. Il Coronavirus può aiutarci a ritrovare il senso della vicinanza

Vorrei condividere con voi, in questo tempo difficile, in cui siamo costretti a rimanere più distanti, ad incontrarci di meno, anche quando ci incontriamo a mantenere la distanza dagli altri, a non darci il segno della pace… insomma, tante cose che facevano parte della nostra vita quotidiana, della nostra vita di fede, ci vengono a mancare.

Come rispondere a questo? Io credo che ci sia un modo, la Parola di Dio, il Vangelo, la Parola di Gesù ci aiutano a ritrovare il senso della vicinanza, dell’amicizia, della fraternità anche se non ci incontriamo come eravamo soliti fare.

E allora vorrei partire da alcune frasi del Vangelo di Gesù proprio per aiutarci… penso soprattutto agli anziani, che tante volte sono costretti ad essere soli, in istituto, tante volte non si puo’ andarli a trovare neanche a casa. Gesù disse ai suoi amici, ai suoi discepoli: ‘In verità io vi dico, se due di voi sulle terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa al Padre mio che è nei cieli   Egli glie la concederà, perché dove due o tre sono riuniti nel Mio Nome io sono in mezzo a loro’.

Uno potrebbe dire: ‘Ma proprio adesso non siamo riuniti’, ma vedete cari amici, se tutti noi nelle nostre case, là dove siamo anche talvolta nella nostra solitudine, ci fermassimo un momento e leggessimo queste poche parole di Gesù e poi pregassimo, riflettessimo, pensassimo insieme, questo ci aiuterebbe. Preghiamo il Padre Nostro, ricordiamo coloro che si sono più cari, i nostri amici, quelli che incontravamo abitualmente nella vita… la preghiera di Gesù ci aiuta ad essere donne e uomini che anche nella distanza materiale trovano una vicinanza e un legame di amicizia, un legame spirituale.

E allora anche un anziano solo puo’ pregare così, perché nella sua preghiera, anche se è solo, si unisce alla comunità, si unisce ai suoi amici, ai familiari. In questo tempo difficile in cui siamo tutti impauriti e più soli preghiamo. 

Per chi? Per chi si è ammalato, per chi è solo, per chi è debole, per la guarigione e la fine di questa epidemia… il Signore non ci abbandona e ci ascolterà, c’è una grande forza nella preghiera, la preghiera unisce, ci rende un po’ una famiglia, anche se siamo distanti materialmente”.

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