Generale Vannacci: no, i mammocci no. 

Foto © Imagoeconomica

Le dichiarazioni che il generale Vannacci nega di avere fatto sui bambini. Aprono comunque un tema. E mettono in chiaro una diversa visione del mondo. Come quella del compianto Alessandro Di Trapano quando chiamò il dottor Bartolomeo

La retromarcia è stata ingranata, il chiarimento è arrivato in piena corsa: con l’effetto di grippare il motore ormai lanciato. Pistoni e bielle che all’improvviso vanno in direzione opposta fanno un rumore ormai familiare alle orecchie di chi segue la politica. Il primo e più abile grippatore fu Silvio Berlusconi: al mattino lanciava i media su una sua dichiarazione e tutti a corrergli appresso esecrando, alla sera ingranava la retromarcia smentendo quello che aveva detto o negando di averlo detto affarto.

Un rumore familiare che si sente in queste ore anche dopo le dichiarazioni di un Roberto Vannacci in delirio da candidatura europea. Che nega di avere detto, per stupire, le frasi con cui se la piglia con i bambini. Che da queste parti, in alcune zone dei Lepini si chiamano mammocci.

La visione di Di Trapano e l’abilità di Bartolomeo

Alessandro Di Trapano

Dice (o dicono che abbia detto e comunque nega di avere detto): quelli con difficoltà li mettiamo da parte, da un’ altra parte. Leggerlo fa male alla pancia: tutto si può ammettere, ma il limite sono i bambini; i mammocci, questo no non lo si può consentire.

Il sindaco comunista di Sezze Alessandro Di Trapano chiamò il miglior neuropsichiatra infantile che conosceva: Sandro Bartolomeo che sarebbe poi diventato sindaco di Formia. Gli disse: tu teta compatte co gli mammocci. Tradotto: devi occuparti dei nostri bambini. Se i bambini stanno bene e sono pronti alla vita sta bene la comunità.

Non mangiavano i bambini i comunisti ma si preoccupavano che nessuno restasse indietro, che ciascuno fosse nelle possibilità di avere le medesime opportunità. Non esistono bambini diversi, esistono solo bambini.

Lo sguardo dei bambini

Foto © Can Stock Photo / terachris

Ma il Generale ha visto mai gli occhi di un bimbo? Ha mai trovato in quegli occhi, se li ha guardati, il diverso? No, perché gli occhi degli mammocci sono luce di domani e noi, anche il Generale, siamo gli occhi stanchi di ieri.

Chi afferma di fare “differenza” tra gli “eguali (e Vannacci assicura di non averlo detto) palesa di non essere umano, ma di avere calcolo, cinismo, terrore di vivere. Non è una brava persona. Sta co gli mammocci come dispose Di Trapano al dottor Bartolomeo è ordine di un capo, forse durissimo, forse ingiusto, ma umano.

La differenza è qui e per la nostra cultura, la nostra storia, la nostra gente, non possiamo non inorridire. Buono se non lo ha detto. Ma se qualcuno lo pensasse, faccia quel che vuole ma lasci stare in pace i mammocci, i bambini, i utteregli, i bimbi, gli infanti.

Sandro Bartolomeo

Se poi è un’abile mossa per far parlare prima di ingranare la retromarcia: chieda i voti come vuole, non certo in questo modo. Perché così non li avrà i voti di chi ha conosciuto lo sguardo dei bambini, quello della loro innocenza a prescindere dalla loro ‘diversità‘. Questo dovevamo a questa cosa sporca che abbiamo, che è la nostra coscienza: i bambini no.

Veniamo al mondo nudi, Generale. E lei non è eccezione. Veniamo da madre tutti senza eccezione. E tutti, nessuno escluso, abbiamo davanti la vita da vivere … Senza differenze, ma la sua (se avesse citato i bambini, ma dice di non averlo fatto) come è finita non ci piace.

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