Diaz, solidarietà ed accoglienza: i nuovi record di Donato

La bella storia dell’ex campione frusinate di salto triplo e di Andy Diaz che al Golden Gala ha superato il record italiano detenuto proprio da Fabrizio. Oltre ad allenarlo, l’olimpionico lo ha ospitato in casa, regalandogli speranza e libertà. “E’ scappato da Cuba, mi ha chiesto aiuto, è diventato il mio terzo figlio. Spero che possa vestire la maglia azzurra per partecipare ai Mondiali ed all’Olimpiade”.

Non è solo la storia dell’allievo che supera il maestro. Ma è molto molto di più. È una vicenda che intreccia sport, accoglienza, solidarietà, speranza, sogni e talento. Uno dei protagonisti è Fabrizio Donato, l’ex campione azzurro di salto triplo, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, frusinate cresciuto al campo Coni di via Marittima nell’Atletica Frosinone di Roberto Ceccarelli. Fabrizio oggi è un tecnico emergente delle Fiamme Gialle ed allena Andy Diaz Hernandez, 27 anni, cubano naturalizzato italiano che a Firenze al Golden Gala ha battuto con 17,75 il primato italiano (17,60), detenuto da 23 anni dallo stesso Donato.

Insomma l’allievo ha superato il maestro ma non è solo una storia di sport come detto. “Quella di Andy Diaz è una storia che arriva da lontano – ha raccontato Fabrizio in un bell’articolo firmato sulla Gazzetta dello Sport nelle rubrica “Opinioni” – Ci vorrebbero giorni e giorni per raccontare la sua fantastica vittoria al Golden Gala di Firenze, umana prima che tecnica”.

Salto triplo ed accoglienza

Fabrizio Donato quando gareggiava (Foto Colombo / Fidal)

Donato ha raccontato che Diaz è stato suo avversario ai Mondiali di atletica indoor 2018 e 2021. Sulla pedana i loro sguardi si sono incrociati non a caso. “Durante il viaggio di ritorno dall’Olimpiade di Tokyo mi ha cercato su instagram chiedendo aiuto – ha scritto Donato – Cosa avrei dovuto fare? Non sapevo nulla di accoglienza”. Ma Fabrizio – grande cuore e tigna ciociara – non si è perso d’animo ed ha teso la mano al campione che sognava una vita diversa, lontana dai problemi di Cuba dove anche l’attività d’atleta è difficile. Fabrizio nell’articolo sulla Gazzetta ha voluto ringraziare quanti l’hanno aiutato come Giovanni Malagò e Stefano Mei, presidenti di Coni e Fidal, e la società Libertas Unicusano Livorno che ha tesserato Diaz.

“Ma soprattutto mia moglie (l’ex quattrocentista azzurra Patrizia Spuri ndr) che ha accettato di ospitare in casa uno sconosciuto da un giorno all’altro ed in meno di 2 anni è diventato il nostro terzo figlio – ha rivelato Fabrizio Donato sulla Gazzetta – Poche settimane l’ho accompagnato in aeroporto per riabbracciare la mamma che non vedeva da due anni. Sono tanti i ragazzi che come lui scappano per rincorrere i loro sogni, la libertà ed il sorriso”.

Diaz e la gara più difficile

Andy Diaz

Per Donato non è stato facile aiutare Diaz al di là dell’aspetto tecnico. Quando è arrivato in Italia non aveva nulla. Neppure i vestiti. Figuriamoci i vari documenti. Ma il campione cubano voleva restare in Italia e diventare italiano. E così ha persino dormito sul marciapiede per richiedere il primo documento provvisorio. Andy ce l’ha fatta grazie soprattutto al suo “angelo custode”.

“Abbiamo svolto un percorso senza sapere se mai saremmo riusciti a gareggiare – si legge nell’articolo di FabrizioGuardatelo adesso, ha raggiunto una stabilità tecnica incredibile che non ho avuto nemmeno io. Stiamo parlando di un atleta ai livelli di Jonathan Edwards e pochi altri che dopo qualche dubbio iniziale ha accettato completamente di rimettersi in gioco”.

Il record italiano ed il sogno azzurro

Diaz dopo il record italiano

Fabrizio ha conquistato il record della solidarietà ma ha anche dimostrato di essere un allenatore di talento con le idee chiare. Tanto da riuscire a portare Diaz a superare il suo primato italiano di 17,60 che resisteva da 23 anni. Il lavoro di Donato è stato molto complesso. In primis ha dovuto fargli capire i nuovi metodi di allenamento. Poi ha cercato di renderlo più scorrevole trovando il giusto equilibrio con la sua natura di rimbalzista. La formula si è rivelata vincente.

“Soprattutto ha funzionato a Firenze dove contava – ha sottolineato DonatoRingrazio il vento di Doha che lo scorso 5 maggio gli ha impedito di festeggiare il primato italiano, era troppo importante farlo qui per far capire il potenziale di questo ragazzo, quanto davvero sia integrato in Italia”. Diaz ora aspetta il via libera per gareggiare con la Nazionale che si ritroverebbe un atleta tra i più forti al mondo.

“Da 6 mesi sta studiando la lingua e a breve farà l’esame di livello B2 – ha chiosato l’ex azzurro – Ora speriamo davvero che possa rappresentare l’azzurro nelle manifestazioni del prossimo biennio, dal Mondiale di Budapest all’Olimpiade di Parigi. Ricorderò sempre sempre le parole che mi ha detto quando ci siamo conosciuti: io voglio solo salvare la mia vita e tener vivo il mio sogno. Vai Andy”.

Non è solo la storia dell’allievo che supera il maestro. Ma è molto molto di più.

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