Da anni Antonio Pompeo riesce a conciliare due prospettive diverse ma convergenti: restare ancorato al Partito Democratico e guardare oltre i suoi confini. Da quando iniziò a guidare un fronte importante di sindaci e amministratori su tematiche come la gestione del servizio idrico e i rifiuti.
L’elezione alla presidenza dell’Upi Lazio avvenuta ieri (leggi qui Antonio Pompeo è il nuovo presidente delle Province del Lazio) rappresenta l’approdo di un lavoro programmato e pianificato. Non è un punto di arrivo. Perché in queste ultime settimane Pompeo ha “asfaltato” l’autostrada, in particolare il tratto Frosinone-Roma, destinazione Nazareno, dove c’è la sede nazionale del Partito Democratico.
Dopo essere stato riconfermato a valanga sindaco di Ferentino (hanno votato i cittadini) e presidente della Provincia (alle urne si sono recati gli addetti ai lavori, sindaci e consiglieri comunali), Pompeo ha centrato il traguardo della poltrona più ambita dell’Upi Lazio. Dimostrando quindi di avere il consenso dei suoi colleghi a livello regionale.
Contemporaneamente, alle primarie del Pd, ha deciso di sostenere Nicola Zingaretti con una sua lista. La strategia è chiara: Pompeo guarda già oltre le primarie, perché non fa che ripetere che il Pd deve cominciare a riprendere il cammino per vincere alle politiche.
Il voto alla primarie è fortemente organizzato e in provincia di Frosinone l’area Pensare Democratico di Francesco De Angelis è largamente maggioritaria. Pompeo lo sa perfettamente, ma non per questo si è tirato indietro. Il suo obiettivo è quello di raggiungere un risultato comunque importante che rappresenti la base per un effetto “moltiplicatore” un futuro.
Quando dice che il Pd deve staccarsi dal 18%, che deve aprirsi ad un centrosinistra largo, inclusivo e civico, lo dice perché crede fermamente che non è soltanto con le primarie che si rimette in moto il partito. Alle primarie votano soprattutto i militanti, che però non possono bastare per riprendere un cammino politico importante. E per sfidare Lega e Cinque Stelle.
Un percorso che Antonio Pompeo ha già fatto, quando nelle assemblee dei sindaci il centrodestra guidato da Nicola Ottaviani, Carlo Maria D’Alessandro e Roberto Caligiore sembrava prevalente nei voti sulla gestione del servizio idrico. Proprio in quel momento però Pompeo capì che era necessario “resistere” e aggregare un fronte di amministratori deciso e autorevole. Alla fine i risultati gli hanno dato ragione e ha iniziato a vincere ad ogni livello. Con il “nocciolo duro” di quel fronte.
Adesso è più o meno la stessa cosa. Le primarie sono un test importante, ma rappresenteranno una tappa in un Giro lungo e impegnativo. E Pompeo guarda al traguardo finale.