La paura della firma si toglie con leggi chiare

Tommaso Miele (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

L'alto magistrato, originario della provincia di Frosinone, indica al prossimo Governo la via per togliere la paura della firma. Che rallenta la Pubblica Amministrazione. E fa perdere milioni di euro

Una Pubblica Amministrazione moderna, efficiente, rinnovata, tempestiva è determinante per intercettare e mettere a frutto i fondi del Pnrr con i quali migliorare il Paese. E «la Corte dei Conti può svolgere un ruolo fondamentale anche per assistere e indirizzare». Ne è convinto il giudice Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei Conti e presidente della sezione giurisdizionale del Lazio. Lo ha detto intervenendo alla Reggia di Venaria alla seconda giornata di convegno per i 160 anni della magistratura contabile.

Sono due i concetti chiave. Il primo: occorre essere moderni per intercettare gli strumenti del cambiamento. Il secondo: la Corte non ha solo la funzione di giudicare il comportamento delle pubbliche amministrazioni; ma nell’esercizio delle sue funzioni giurisdizionali e di controllo può assistere ed aiutare.

La paura della firma

Il Presidente Sergio Mattarella ricevuto a Venaria

Per questo, Tommaso Miele dice che le amministrazioni pubbliche «si devono attrezzare e vanno aiutate ad amministrare e gestire queste risorse».

Perché occorrerebbe l’aiuto della Corte? Perché è emerso che la ‘paura della firma’ esiste «è inutile negarlo. E le scelte fatte dal Governo Conte nel 2020 con il decreto semplificazione di limitare la responsabilità per danno erariale al solo dolo, eliminando la colpa grave, non aiutano a superarla». Un concetto che aveva già espresso all’inizio dell’estate a Madonna di Campiglio. In pratica è come se fosse stata creata una zona d’ombra nella quale è lecito per la Pubblica Amministrazione sbagliare e non puà essere perseguita. (Leggi qui: E il giudice disse: “Il Governo ha sbagliato”).

Come se ne esce? Per il presidente aggiunto della Corte dei Conti “la soluzione è intervenire sulla legislazione: ci vogliono regole chiare. Quanto al ruolo della Corte in sede giurisdizionale – ha osservato – va assolutamente abrogato l’articolo 21 del decreto semplificazioni perché ha creato un vero e proprio vulnus nella sana e corretta gestione delle risorse pubbliche“.

«Per superare la paura della firma, la Corte, in sede di accertamento di eventuali responsabilità – ha evidenziato – non può non tenere nella dovuta considerazione la complessità e la farraginosità della normativa. Anche nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali, da parte della Corte occorre grande equilibrio». Cioè: la norma è talmente complessa che è possibile sbagliare e la Corte deve avere la necessaria elasticità nell’esaminare le diverse situazioni.

Chiarezza è sicurezza

Tommaso Miele

Da Venaria parte un messaggio per il Parlamento che si costituirà nelle prossime ore. Affinché metta mano alla norma e la renda più snella, chiara, di facile applicabilità.

«Il Pnrr è una grande opportunità per il nostro Paese e per il rilancio della nostra economia, tanto più importante alla luce della crisi energetica e delle materie prime conseguenti al conflitto in Ucraina. E un’opportunità che va assolutamente colta con il contributo di tutti e soprattutto con un’amministrazione pubblica efficiente, capace di intercettare le enormi risorse che l’Europa ci mette a disposizione per fronteggiare le conseguenze della crisi pandemica».  

Proprio per poter intercettare al meglio quei fondi occorrono norme chiare. Proprio loro possono essere la soluzione: perché se la procedura è chiara non può esserci paura nel mettere la firma da parte del funzionario.

Il messaggio al Parlamento

Palazzo Chigi

«Per mettere le pubbliche amministrazioni in condizione di realizzare i programmi e di intercettare le risorse del Pnrr, occorre migliorare e semplificare la legislazione e, in particolare, il Codice degli appalti – ha aggiunto – per agevolare le pubbliche amministrazioni è pertanto auspicabile che il Parlamento che si insedia proprio questa settimana e il nuovo governo intervengano in maniera decisa e radicale sulla qualità della regolazione e della normazione. Occorre una legislazione chiara e semplice, snella, accessibile a tutti. Regole chiare, quindi, per agevolare le amministrazioni pubbliche, le imprese e i cittadini, e gli stessi operatori del diritto». 

In questo modo per Miele «si eviterebbero il frequente contenzioso e i ricorsi al giudice amministrativo, e le possibili ipotesi di responsabilità per danno erariale, con la paura della firma, che assai spesso bloccano i cantieri».

Esci dalla versione mobile del sito