di Luciano D’ARPINO per IL MESSAGGERO
Da feudo andreottiano a provincia ondivaga tra Berlusconismo e centrosinistra, fino all’ultima metamorfosi del Salvinismo spinto. Ieri mattina la Ciociaria, terra storicamente papalina e moderata, si è risvegliata leghista come gran parte dell’Italia.
Lo dicono i dati delle Europee che vedono il Partito del vicepremier stravincere con 96.671 voti pari al 40,35 %. Secondo, ma staccato di oltre 21 punti percentuali, il Movimento 5 stelle con 44.494 voti (18,57%). Al terzo posto il Pd con 38.536 voti (16,08), al quarto Fratelli d’Italia che supera addirittura Forza Italia.
Le urne certificano quindi che ha vinto solo la Lega e che gli altri big hanno tutti perso nonostante le dichiarazioni banalmente rassicuranti rilasciate a caldo dai leader. I ciociari hanno votato Lega anche nei comuni in mano al centrosinistra. La replica dei dirigenti locali del Pd è stata che il Partito ha retto e vinto in molti Comuni, eleggendo i sindaci, e questo dimostrerebbe che è stato premiato chi lavora sul territorio.
Perché allora i gruppi dirigenti non hanno puntato i piedi e fatto candidare alle Europee, in posti eleggibili, personalità del territorio? Forse perché sono diventati irrilevanti a livello nazionale?
Cosa dire, infine, della città capoluogo diventata anch’essa leghista sotto la spinta del sindaco Nicola Ottaviani? Lui ha fiutato l’aria, e da democristiano pragmatico qual è sempre stato, è salito sul carro del capitano.
Va detto, quindi, che ora non avrà più scusanti per concretizzare i progetti di rilancio del capoluogo perché dovrebbe avere il vero leader del Governo nazionale al suo fianco. Staremo a vedere.