Frosinone-Ceccano-Anagni. L’asse del centrodestra in Ciociaria è questo. Ma è un asse non certo di ferro, costruito per caso e non frutto di programmazione. A Frosinone nel 2012 c’è stata la vittoria di Nicola Ottaviani, allora in Forza Italia. Quel successo spazzò via un centrosinistra diviso e diede inizio ad un doppio mandato caratterizzato dalla personalità del sindaco, che nel frattempo è passato alla Lega. Le sue sono state coalizioni fondamentalmente civiche. Il fatto che non si potrà ricandidare nel giugno 2022 è un grosso problema per il centrodestra.
A Ceccano il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) ha indovinato tutto, prima espugnando e poi ridisegnando quella che è stata per decenni la roccaforte rossa. Il doppio successo del sindaco Roberto Caligiore (ma in mezzo c’è stata la sfiducia) è stato un atto di forza di Ruspandini in quello che è il suo feudo elettorale. E di Fratelli d’Italia naturalmente.
Ad Anagni il capolavoro di Daniele Natalia (Forza Italia) è fuori discussione, anche se non mancano fibrillazioni. Il sindaco però è riuscito a riportare al governo una coalizione sempre maggioritaria ma sempre profondamente divisa.
In tutti i tre i Comuni però è complicato parlare di centrodestra. Non ci sono riunioni o strategie provinciali e poi, a parte gli appuntamenti elettorali, non esiste una sistematicità di confronto tra Nicola Ottaviani (coordinatore provinciale della Lega), Massimo Ruspandini (commissario di Fratelli d’Italia) e Claudio Fazzone (commissario di Forza Italia). L’intero centrodestra è un’alleanza nazionale e regionale, che però sul territorio fatica. E infatti c’è il bicchiere mezzo vuoto.
Il bicchiere mezzo vuoto
La coalizione non amministra Comuni come Alatri, Sora e Cassino. Si potrebbe continuare. Non ha mai vinto alla Provincia da quando c’è il voto ponderato. Non ha mai espresso un suo uomo alla guida della Saf o del Consorzio Asi. Fatica da matti nelle conferenze dei sindaci. Eppure nessuno si pone il problema.
Certamente una vittoria ad Alatri o a Sora avrebbe un significato particolare, ma è complicato pensare che possa però ridisegnare in senso operativo un’alleanza stanca e distratta. Quanto accaduto a Sora in sede di trattative sorprende fino ad un certo punto. Perché non è che si può pensare di arrivare a sintesi virtuose e costruttive dopo che per anni non ci si è nemmeno salutati. Non può funzionare. E quando ci sono le politiche e le regionali a decidere sono i livelli superiori dei rispettivi partiti. Togliendo quindi le castagne dal fuoco ai livello locali. (Leggi qui Chi vince se… Le battaglie navali di Alatri e Sora).
Ma se c’è un appuntamento che può cambiare gli equilibri, quello è rappresentato dalle comunali di Frosinone. Sin dall’indicazione del candidato sindaco. Perché se sarà di Forza Italia o di Fratelli d’Italia metterà in discussione tutti gli equilibri. Perciò la Lega non può permettersi di non rivendicare la candidatura a sindaco del capoluogo anche per il dopo Nicola Ottaviani.
Eh sì, il bicchiere è mezzo vuoto.