Ruspandini: “Non ci faremo contaminare dai nuovi arrivi

Massimo Ruspandini

I nuovi arrivi in Fratelli d'Italia. Il Partito che cambia rimanendo fedele alle sue tradizioni. Il ruolo di Iannarilli e Savo. La pace con Del Brocco. La garanzia su Maura

In pochi mesi il Gruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lazio è raddoppiato; nel Partito hanno già un piede anche l’ex candidato governatore Sergio Pirozzi e l’ex capogruppo di Forza Italia Antonello Aurigemma. Lì è passata un’intera ala del Partito di Berlusconi: la sensibilità che fa riferimento all’ex deputato regionale ed europeo Alfredo Antoniozzi. In provincia di Frosinone i passaggi più clamorosi sono stati quelli dell’ex coordinatore di Berlusconi nel Lazio Alfredo Pallone. E poi dell’ex deputato nazionale e regionale ed ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli, dell’ex vice coordinatore provinciale azzurro Alessia Savo.

Massimo Ruspandini è nel Partito dalla fondazione, viene dal giovanile del Movimento Sociale e poi da Alleanza Nazionale. Ora è senatore della Repubblica. Il cambiamento non lo turba: non è nostalgico, sa bene che isolarsi significa perdere spazi. E in politica rappresenta un errore.

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Massimo Ruspandini
Fratelli d’Italia e la Lega stanno facendo a gara tra chi dei due è più rapido nell’abbassare i ponti levatoi e seccare i fossati per lasciar passare le truppe in fuga da Forza Italia. Ora non avete più paura di essere contaminati, perdere la genuinità del Partito?

“Io penso che quanto sta accadendo non sia una metamorfosi. E nemmeno una iniezione di sangue. Assolutamente… Sono convinto che la società italiana sia cambiata, che siano cambiati i problemi. Allo stesso tempo sono mutati l’approccio e la sensibilità delle persone. Per cui secondo me la cosa importante è non cedere il passo e non cadere nel tranello dei ‘salotti buoni’. È da loro che non dobbiamo farci contaminare: dai ‘salotti buoni’ e dal loro pensiero. È l’errore che fece Gianfranco Fini e che fece Alleanza Nazionale. Non dobbiamo ripeterlo noi.” 

Perché fu un errore? 

Fu un errore clamoroso, perché per il sistema noi di Alleanza Nazionale andavamo bene dato che dicevamo le cose che il sistema voleva sentirsi dire. Ora vorrebbero che Giorgia Meloni sia la bella bamboletta di destra, che dice qualche battuta e che poi non fa i fatti. Di Giorgia vorrebbero che fosse la quinta colonna dell’europeismo, che il nostro sia un sovranismo solo di facciata… È questo l’errore che noi non dobbiamo commettere“. 

Però se andate al governo diventate pure voi sistema, non potete essere sempre anti sistema… 

Assolutamente, noi siamo una forza. Siamo nell’arco costituzionale. Credo che questo concetto lo abbiamo superato alla grande. Amministriamo decine e decine di Comuni, amministriamo una Regione. Abbiamo parlamentari che in questa democrazia sanno dare il loro contributo. Abbiamo consiglieri regionali che portano avanti battaglie di popolo stando attenti alle esigenze dell’economia e dell’industria… Per cui non dobbiamo superare nessun esame di maturità, però non dobbiamo assolutamente nemmeno apparire come ci vogliono i nostri nemici”.

Fabio rampolli, Alessia Savo e Antonello Iannarilli ad Atreju
Però adesso nel Partito c’è spazio per Antonello Iannarilli e per Alessia Savo che non sono dei sovranisti, non sono degli anti europeisti, vengono da una matrice diversa… 

Fratelli d’Italia è assolutamente un Partito aperto, dove c’è spazio per i sovranisti, per i conservatori: lo mettiamo nella nostra dicitura. Ma dove c’è spazio pure per tradizione ed innovazione. Noi siamo il Partito del futuro, ai nostri ragazzi insegniamo a cantare che ‘il domani appartiene a noi’. Non abbiamo paura delle sfide, non abbiamo paura della contaminazione, siamo noi che contamineremo quelli che vengono da fuori. E siamo noi che spiegheremo a chi viene da fuori che il futuro è da costruire tutti i giorni e che non esiste un modello precostituito di democrazia esatta. Non esiste un modello precostituito di società esatta, invece è un qualcosa da comporre. Perché il futuro e le sfide da comporre si affrontano cercando di analizzare la società senza presunzione“. 

A Ceccano candidate sindaco Roberto Caligiore, è una vittoria o una sconfitta? 

Credo sia una vittoria, innanzitutto per lui. Perché ha una seconda possibilità di dimostrare quello che vale e quanto è in grado di cambiare la nostra città in meglio. È una vittoria anche per quelli come me, che oggi possono dire di aver in qualche modo ricomposto una serie di fratture. Di aver riequilibrato una coalizione in cui molti di noi da protagonisti erano diventati ospiti. Di aver rimesso la barra non dico a destra, ma nella direzione della storia, della nostra storia. Che è una storia di sconfitte, di sacrificio, che è una storia dove gli opportunisti non hanno mai fatto i padroni. Noi abbiamo avuto tante brutte sconfitte nella nostra città ma di certo c’è un grande e profondo senso di onore nelle nostre sconfitte… e ci hanno portato ad essere quelli che siamo oggi“. 

Riccardo Del Brocco
Un elemento essenziale nel ricomporre questa coalizione è stato Riccardo Del Brocco, con il quale lei aveva interrotto i rapporti: un percorso politico sempre insieme, nella scorsa tornata però Del Brocco appoggia il candidato di Forza Italia. Bisogna sempre avere la capacità di tornare indietro? 

Assolutamente si. Bisogna avere la capacità di tornare indietro e quella di andare avanti, di ‘tornare indietro nel futuro’. Io sono tornato indietro nel futuro e lui è andato ‘avanti nel passato’. Sono contentissimo del suo ritorno e mi auguro che la politica possa restituire a Riccardo quello che merita. Sono contendo di non vederlo più in ambienti dei quali ho condiviso sempre poco e che secondo me gli hanno fatto più male che bene“. 

Non frequentava postriboli ma circoli di Forza Italia, il che per lei è una cosa ancora più grave… 

Diciamo che ho una mia idea di Forza Italia, ho un’idea positiva di alcuni personaggi, per esempio del suo leader, tutto sommato. E un’idea negativa di altri personaggi, una forza che credo sia utile nel centrodestra ma che sia opportuno che non faccia da traino“. 

Da Ceccano a Pontecorvo: lì l’unità del centrodestra pare che sia impossibile ricostruire… 

L’unità del centrodestra non è facile da costruire nei paesi inferiori a 15mila abitanti. Ma questo vale anche per il centrosinistra. La nostra meravigliosa provincia è composta per lo più da Comuni che hanno meno di 15mila abitanti. E lì, nei piccoli Comuni, si ha più dimestichezza ed abitudine a favorire personalismi, a favorire una serie di diatribe che spesso hanno poco a che vedere con la politica ma molto con risentimenti privati“. 

Sora non ha meno di 15mila abitanti. Lì l’accordo lo trovate? 
Massimo Ruspandini

A Sora io sono per confezionare una proposta politica innovativa. Credo che a Sora, così come in tanti altri Comuni della provincia e in tanti altri comuni della nostra Nazione sia utile e fondamentale fare appello ad un ricambio generazionale. Dove i soliti nomi continuano a farla da padrone secondo me significa che questa nostra società ha meno soluzioni”.

Luca Di Stefano sarebbe un bel ricambio generazionale, però è della Lega… 

“Luca Di Stefano è un ragazzo che stimo, oltre a lui ci sono altri candidati importanti, anche noi di Fratelli d’Italia stiamo selezionando una serie di nomi, ne abbiamo individuati già un paio, e credo che…“.

Il dottor Marco Mollicone è uno di questi… 

È un ragazzo che ha la mia stima, una mio caro amico, ce ne sono anche altri. Spero che il candidato a Sindaco di Sora possa venire da una rosa di nomi giovani, preparati, qualificati, ma una rosa di nomi nuova“.

Il suo amico Daniele Maura è Presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone, si è imborghesito? 

Io spero di no…” 

Ma lei lo conosce meglio di chiunque altro politicamente, lo vede imborghesito… 

Io spero di no, lui ha questo aplomb aristocratico ma insomma, dentro rimane sempre un ribelle, un vecchio ribelle“. 

Daniele Maura
Però politicamente? C’è chi lo ha accusato di inciuciare con il centrosinistra… 

Daniele Maura, così come Riccardo Del Brocco, hanno dimostrato in questi anni di avere la capacità politica e di avere anche la fase dell’amministrazione. Non sono gli unici. Riccardo lo ha fatto in Forza Italia così come lo fanno tantissimi ragazzi di lotta e di azione nei nostri territori. Ad Anagni abbiamo ragazzi bravissimi, che hanno scritto cose anche ‘border line’ diciamo, che amministrano la città in maniera puntuale, rappresentando proprio le avanguardie della modernità. Daniele Maura non può scontare il fatto che rispetto ad altri consiglieri provinciali vanta centinaia di manifestazione dove ci ha rimesso di suo, dove ha sottratto il suo tempo alla famiglia, a se stesso.”

Agli affetti ed essere penalizzato da chi invece va continuamente a leccare il deretano ai potenti. La nostra classe politica, a livello provinciale è figlia di persone che rispetto a noi hanno fatto troppa meno militanza. Non mi riferisco soltanto ai Cinquestelle che onestamente sono completamente avulsi dal territorio, ma anche nel PD.…” 

Stefania Furtivo perché ve la dimenticavate? All’inizio nei manifesti spariva il suo nome… 

Perché Stefania ha fatto un percorso di recente, è stata una scoperta bellissima, almeno per me e per quanto mi riguarda ho la massima attenzione per lei. E’ una donna, una ragazza giovane, molto preparata e della quale sicuramente sentiremo parlare. Ha la mia più totale considerazione e stima“. 

Massimo Ruspandini
Il taglio dei parlamentari è una sciocchezza, senatore?

Noi abbiamo votato a favore del taglio dei parlamentari...” 

… Però non era convinto, vero? 

Diciamo che la mia preoccupazione è quella del rischio di depotenziare una serie di territori. Il nostro purtroppo è un territorio periferico, questa ‘periferia dell’Impero’ non è soltanto figlia della debolezza della politica che diventa a volte endemica – come lei ricorda negli articoli del suo blog che io seguo con attenzione – ma è anche figlia di un meccanismo che per esempio con Iannarilli abbiamo denunciato per primi, con Paliotta.

Ho letto l’intervista che lei gli ha fatto e una delle cose più interessanti della recente azione politica è stata questa: la Provincia di Frosinone, una provincia ridotta com’è ridotta e 3 o 4 consiglieri regionali che poi sono costretti ad andare a fare i conti con i ‘romani’. Venivamo considerati dei retrogradi attaccati alle contrade: da Unindistria, da ‘quelli che capiscono’, dai professori universitari di questa provincia, da quelli che avevano studiato e messo in campo la legge Del Rio.

Delle due l’una: se si vogliono rafforzare i territori bisogna avere il coraggio di dire quello che serve. Io non lo so se questa riforma così com’è va bene, va bene il taglio dei parlamentari ma lo avrei associato almeno, ad esempio, all’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Le riforme-spot volute dai CInquestelle, volute da un magma incolore e inodore inqualificante e difficile da interpretare secondo me non vanno nella direzione giusta“. 

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