L’agoverno di Latina e la Celentano che non decide

L'amministrazione che lascia tutto al momento e gli amministratori che fanno "repubblica a sé". Con troppe indecisioni e un sospetto

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta

Dante, Purgatorio. canto VI

Ormai è pressi decidere di non decidere. L’impressione è di una città che “prescinde” l’amministrazione. Sull’isola pedonale l’amministrazione di centrodestra del sindaco Matilde Celentano è riuscita in un capolavoro assoluto. Scontentando i liberisti che vorrebbero il centro aperto alle auto e i chiusisti che vieterebbero anche l’uso degli ascensori in quanto dotati di motori (sia pure elettrici).

Il tutto per farsi dettare le regole dal suo predecessore di centrosinistra Damiano Coletta e lasciare tutto esattamente come era. La battuta è facile “ma se era così ci tenevamo l’originale”. Certo il sindaco va a tanti eventi e compleanni, ma se è quello il terreno del confronto allora lì l’onorevole Vincenzo Zaccheo è impossibile da raggiungere.

Brava ma “senza bravura”

Damiano Coletta

L’impressione è la stessa che si ha quando incontri un giovane che non è bravo o meno, ma non ha idea del bravo e del meno. Non c’è una regia: 32 consiglieri 32 idee di verse di città. Ogni assessore è repubblica a sé con alcuno che per iperattivismo esonda. Lo staff di governo è in preda, sempre, nella questione finanziaria e nessuno eccepisce la frase dell’inno Dimonios della Brigata Sassari: “Sa fide nostra no la pagat dinari ajò! dimonios! avanti forza paris“. Che tradotto significa: l’attaccamento alla nostra terra non si compra. Forza, andiamo avanti insieme!

Certo ci sono consulenti gratis e manco pochi: da Giacomo Mignano a Nicoletta Zuliani. Ma pare non possano esserci. E restano, anche queste, nel limbo delle non decisioni. Ma la destra non ha una sua classe dirigente? 

In attesa di decidere ognun per sé

Tutto così, non si porta a compimento una cosa che sia una. Un sindaco di Terracina di alcuni anni fa, Edis Mazzucco, per far fronte alla pressione dell’ansia di costruire dei terracinesi inventò le “autorizzazioni in precario”. Cioè in attesa di decisioni fai come vuoi.

Nicola Calandrini

Ecco a Latina c’è l’amministrazione in precario: Tiziano Ferro, forse è buono… forse no, dal momento che prima lo si invita e poi si disconosce l’appoggio al pride che lui aveva chiesto di riconoscere. Il parco nazionale dice no ai concerti, noi li vorremmo tanto ma non si può. Isola pedonale è brutta, ne faremo una bella, intento resta brutta come ci ha detto Coletta; le consulenze gratis boh, in precario facciamo finta di niente. La notte si chiude presto anzi no, pare brutto.

Tanto la notte passa e cala l’oblio. Dalla regia, la guida politica di Nicola Calandrini cerca di tenere tutto sotto controllo. Ma questi non sono sassi di calcare ma anguille e la maggior parte vuole andare nei Sargassi a fare l’amore e non restare nelle fosselle e finire in padella.

La filiera c’è ma dell’incertezza e puoi mettere tutti i direttori generali che vuoi. Tutti i capi di gabinetto con relativi gabinetti precisi, ma se non sai che fare anche Tazio Nuvolari non può portare a termine il gran premio.

In questo momento la città è agovernata

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