La resa dei conti nel Pd frusinate che spiana la strada al centrodestra

Angelo Pizzutelli, Norberto venturi, Fabrizio Cristofari, Andrea Palladino, Alessandra sardellitti

Dopo le sconfitte del 2012 e del 2017 il circolo cittadino dei Democrat continua nella logica della contrapposizione interna frontale. E il il centrodestra ne approfitta per ipotecare il terzo successo di fila.

Il Partito Democratico a Frosinone viene da otto anni di guerre fratricide e sconfitte memorabili. Nel 2012 due ex sindaci come Domenico Marzi e Michele Marini si “scannarono” politicamente finendo con il favorire la vittoria di Nicola Ottaviani. Nel 2017 un “mostro sacro” come Fabrizio Cristofari perse al primo turno per la debolezza e le spaccature della coalizione di centrosinistra e dello stesso Partito Democratico. Quale lezione è stata tratta? Nessuna.

Il Consiglio Comunale di Frosinone riunito in formazione Covid. Foto © Giornalisti Indipendenti

Il Partito esprime cinque consiglieri se si considera anche Vincenzo Savo, che però in consiglio fa parte della Lista Cristofari. Nessuno di loro è un esponente della “vecchia guardia” del Partito: Angelo Pizzutelli e Norberto Venturi provengono dal Psi, Fabrizio Cristofari è rimasto democristiano e basta, Vincenzo Savo nel 2012 fu eletto a sostegno di Ottaviani. Alessandra Sardellitti è alla sua prima esperienza. Fra due anni si rivolta nel capoluogo e non c’è traccia di una strategia unitaria. Come ha dimostrato anche l’ultima seduta di Consiglio Comunale: una parte del Partito ha disertato l’aula, una parte è andata. (leggi qui Le assenze al Consiglio che rivelano gli scontri politici in atto a Frosinone).

A titolo personale

Non c’è traccia di una strategia unitaria. Di una candidatura a sindaco sì, perché il favorito è Mauro Vicano. Il quale però farà una coalizione civica, anche perché all’interno del circolo cittadino del Pd si respira un’aria da perenne “tribunale del popolo”. Anche i comunicati non vengono firmati dal segretario Andrea Palladino, ma dal circolo nella sua interezza.

Quello delle ultime ore dice questo fra l’altro: «Il Pd conferma che in quella seduta dell’Assise comunale, non vi era nessuna sua rappresentanza ufficiale, né ad alcuno era stato dato mandato di intervenire. Coloro che, pur se iscritti al Pd, lo hanno fatto, con il nostro rammarico, è stato a titolo personale.

Il Pd mantiene una sua coerente scelta in merito alla propria assenza, che non ha nulla a che vedere con l’intervento finanziario, per la scuola Brunelleschi, che condividiamo totalmente.

Chi vuole speculare ha sbagliato valutazione politica. Il Pd rimane compatto nel suo nucleo fondamentale, rimarcando che sono inaccettabili comportamenti che sviliscono il lavoro degli altri consiglieri e dello stesso Pd».

Vuol dire che Norberto Venturi e Alessandra Sardellitti non hanno rappresentato il Pd in aula. Vuol dire che la spaccatura all’interno del gruppo consiliare è clamorosa e che va avanti da almeno due anni nel silenzio degli organi preposti. Parliamo del circolo del capoluogo. Così alle prossime elezioni pensare di competere sarà impossibile.

Il centrodestra ne approfitta

Danilo Magliocchetti al controllo del termoscan prima della seduta di Consiglio

Il centrodestra ne ha immediatamente approfittato. Danilo Magliocchetti ha ribattuto: «È aberrante affermare di condividere l’intervento finanziario a favore del Brunelleschi: l’unica sede riconosciuta per dimostrare il proprio supporto a un importante progetto di edilizia scolastica e di sostegno all’educazione dei nostri ragazzi era proprio l’assise civica.

Quando poi la nota del circolo Pd di Frosinone afferma che la presenza degli iscritti al consiglio di giovedì sia avvenuta esclusivamente a titolo personale, fa ben comprendere quale concezione di democrazia alberghi da quelle parti: siamo tornati ai tempi di Mosca in cui coloro che venivano eletti e che avevano il mandato da parte del popolo dovevano comunque rispondere unicamente al Pcus. Chi era presente in aula giovedì, invece, lo era in virtù del mandato più alto ricevuto da qualsiasi partito, che è quello popolare».

Il risultato politico è che una delibera come quella del lavori al “Brunelleschi” è stata regalata ad un’Amministrazione a guida leghista (Ottaviani) mentre era stata portata avanti da un’Amministrazione del Pd (Pompeo). Chapeau.

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