Il Riepilogo di martedì 23 gennaio 2018

Il riepilogo della giornata. Il centrodestra va a letto senza candidato per le elezioni regionali del Lazio. L'ipotesi Parisi è saltata: troppo alte le richieste. Forza Italia è una polveriera: le candidature stanno creando tensioni. E liti. In giornata le prime firme dei confermati.

CENTRODESTRA A LETTO SENZA CANDIDATO

Il centrodestra va a dormire senza candidato. Dura lo spazio di una notte e di una giornata l’illusione di avere trovato l’uomo giusto al quale affidare il vessillo per le prossime elezioni Regionali del Lazio.

La notte scorsa gli alleati erano andati a letto con la convinzione di avere trovato la soluzione. La proposta era arrivata nella serata di lunedì. Il telefono di Silvio Berlusconi ha squillato mentre il Cavaliere era a Strasburgo. A chiamare è stata Giorgia Meloni. Per proporgli un’idea di Ignazio La Russa: candidare alla presidenza della Lazio Stefano Parisi, il fondatore di Energie per l’Italia, già candidato sindaco di Milano per il centrodestra. (leggi qui Una telefonata da Strasburgo: nel Lazio possiamo candidare Parisi)

Un’idea che è piaciuta a tutti. Perché a tutti toglieva le castagne dal fuoco. Gradito a  Matteo Salvini che lo considera per metà un lùmbard, evita a Giorgia Meloni di dover impiegare il suo braccio destro Fabio Rampelli distogliendolo dalla campagna per le Politiche. E, soprattutto, va bene ad Antonio Tajani.che in questo modo non rischia di dover abdicare dal controllo politico del centrodestra nel Lazio. (leggi qui La sottile strategia di Salvini per destabilizzare Forza Italia)

In serata però si sono spente le lampadine della candidatura di Stefano Parisi. Per scendere in campo ha reclamato cinque collegi da assegnare alla sua formazione nelle prossime elezioni Politiche. A dire no è stato Silvio Berlusconi: a Forza Italia sarebbe toccato il peso dell’intera operazione.  Ma il Partito in questo momento è una polveriera: nel Lazio come in tutta l’Italia, impossibile cancellare altri nomi di candidati per dare i loro collegi a Energie per l’Italia.

In serata è stato richiamato in servizio Maurizio Gasparri.

Ma la notte è lungo. E l’alba potrebbe portare un nome

 

POLVERIERA FORZA ITALIA

All’interno di Forza Italia la tensione è a ridosso del punto di esplosione. Mario Abbruzzese è tornato a Roma in mattinata dopo il viaggio fatto domenica insieme a Nicola Ottaviani. (leggi qui E Roma disse no ai candidati di Frosinone: salta pure Quadrini (Insider)) Con il quale hanno scoperto ciò che molti già sapevano: Frosinone conta meno di niente a Roma. Nessuna candidatura locale: basta e avanza quella di Abbruzzese. Il coordinatore regionale Claudio Fazzone detta anche i candidati da schierare alle Regionali.

La reazione a Frosinone è pessima. C’è un acceso scambio di battute (per alcuni un vero litigio) tra il sindaco Ottaviani e la sua candidata alle Regionali, l’ex assessore regionale Alessandra Mandarelli. (leggi qui Caos Forza Italia sulle candidature, scontro Ottaviani – Mandarelli. Quadrini convoca il Coordinamento) .

Il più arrabbiato di tutti è Gianluca Quadrini: rimasto senza candidatura al Parlamento e senza candidatura alla Regione. E noi lo avevamo detto. Invoca la riunione del Coordinamento: Abbruzzese non gli dà retta. Cerca di fargli capire che esiste una Ragion di Partito. Ma è impossibile ragionarci.

Voci incontrollate, in serata, lo danno in contatto con la quarta gamba di Noi con l’Italia: ma fino a tarda ora non risultava che avesse rinunciato alla candidatura né il coordinatore Michele Mele, né l’avvocato Gabriele Picano, né l’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia. Altre voci lo danno in contatto con la lista Pirozzi: in serata Antonio Corsi completava la raccolta delle firme per presentare le candidature. Ed il nome di Quadrini ancora non c’era.

 

BERLUSCONI STRINGE SUI NOMI

Alle 15 tutti a Roma per firmare l’accettazione della candidatura. Non tutti. Solo i parlamentari uscenti che verranno riconfermati. Gli altri, a casa. (leggi qui Il giorno della verità per le candidature azzurre: alle 15 dal notaio)

Ufficialmente tutti i parlamentari uscenti di Forza Italia saranno riconfermati. Ma in tanti temono di non  farcela, perchè la domanda che tutti si fanno è: dove verrò candidato, in un seggio sicuro o perdente?

Ai tempi del Rosatellum, infatti,  nessuno può dormire sonni tranquilli. Persino i capolista nei listini  bloccati del proporzionale non si sentono garantiti al 100 per cento.

La ‘taratura’ del seggio dipende dal collegio, dal tipo di alleanze,  dalla ‘consistenza’ dell’avversario. Una serie di variabili che  preannunciano una vera e propria lotteria, che fa fibrillare il  Partito man mano che si avvicina l’ora x, ovvero le 20 di lunedì, quando scadrà il termine per la presentazione delle liste.

Silvio Berlusconi, raccontano fonti azzurre, vuol valutare  attentamente ogni candidatura, nome per nome. Per non ritrovarsi poi  in Parlamento voltagabbana pronti a cambiare casacca. Il Cav resterà  ad Arcore (difficilmente sarà domani a ‘Porta a Porta’ come  programmato in un primo momento) con i suoi fedelissimi per la  composizione delle liste e il risiko dei collegi, maggioritari (da  ripartire con gli alleati Lega e Fdi e la ‘Quarta Gamba’) e  plurinominali.

Oggi pomeriggio, a partire dalle 15 e fino alle 19, nella sede  nazionale azzurra di piazza San Lorenzo in Lucina, davanti al notaio e alla presenza dei coordinatori regionali, sono sfilati vari deputati e senatori uscenti per la firma della dichiarazioni di  accettazione della candidatura.

Si è trattato,  raccontano, di una prima tranche, perchè le liste con la griglia dei  nomi (non solo quelli uscenti ma complete e comprensive delle new  entry) dovrebbero essere presentate a Berlusconi entro sabato.

 

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