Per chi suona la campanella a Frosinone: in Comune

La ripresa delle attività amministrativa del capoluogo tra alunni "rimandati", ripetizioni di unità e interrogazioni

Il 15 settembre è la data ufficiale: quel giorno inizieranno le lezioni nelle scuole del Lazio. Lo stesso giorno suonerà la fatidica campanella anche al Comune di Frosinone. Suonerà per tutti: sindaco, maggioranza, opposizione e Partiti. Anche per quei 4 o 5 consiglieri che all’inizio dell’estate hanno creato seri imbarazzi al sindaco Riccardo Mastrangeli facendogli mancare i numeri al momento di votare il Piano Urbano dei Rifiuti.

L’autunno dirà se metteranno definitivamente fine alle proprie rivendicazioni di un posto in Giunta. Al posto di qualche donna che siede attualmente in Giunta e che è stata messa nel “mirino” da tempo.

Nel frattempo resta aperta la linea del dialogo aperto dal sindaco con alcune liste attualmente in opposizione: pronte a gesti di responsabilità. Un valido deterrente contro i cosiddetti malpancisti.

Maggioranza divisa, opposizione peggio

Norberto Venturi e Angelo Pizzutelli

La campanella suonerà allo stesso tempo per l’intera maggioranza consiliare. Che dovrà dimostrare se è davvero unita o lo è solo quando si votano i documenti di Bilancio. Cioè quando c’è il rischio concreto e reale di andare a casa se non vengono approvati.

Anche l’opposizione però dovrà dimostrare chi è cosa ci sta a fare in Aula. Lo scorso luglio ha rimediato una magra figura: il documento con il quale criticare la maggioranza è stato firmato solo dal Pd e dalla Lista Marzi, non lo hanno sottoscritto il Partito Socialista, il Polo Civico, la Lista Marini. È  stato un chiaro ed evidente segnale. Di totale mancanza d’unità, strategia comune e condivisione delle iniziative politiche: tra i banchi della minoranza ognuno va per conto proprio, senza uno straccio di progetto unitario di opposizione.

Così è veramente difficile mettere in difficoltà l’amministrazione Mastrangeli che, infatti, ci si è messa da sola. Ed è altrettanto complicato ipotizzare un percorso comune tra tutte le forze del centrosinistra cittadino per costruire un progetto politico alternativo a quello del centro destra. Che governa la città da più di 11 anni, grazie anche alla mancanza di unità nelle opposizioni.

FdI e Lega sono bravi ma “non si applicano”

Fabio Tagliaferri (Foto © Stefani Strani)

Il suono della campanella lo sentiranno anche i Partiti. A partire da Fratelli d’Italia e Lega che prima o poi dovranno trovare uno straccio di intesa anche fuori dal perimetro urbano di Frosinone. Nel perimetro del capoluogo Fabio Tagliaferri ha confermato il patto di lealtà con il sindaco. Avrebbe potuto metterlo in seria difficoltà il giorno in cui gli sono mancati otto voti della maggioranza: invece FdI ha tenuto a galla Riccardo Mastrangeli. In questo modo non gli ha dato il pretesto per aprire una crisi politica.

Fuori dal perimetro frusinate FdI e Lega sono riusciti a dividersi praticamente su tutto. Dalla candidatura alla Presidenza della provincia, all’elezione dei vertici Egato, alla Saf e su ogni tematica di rilevanza provinciale. Ed entro fine anno si dovrebbe votare per il rinnovo del Consiglio provinciale: in attesa del ritorno nel 2024 al sistema delle Province come enti di primo livello.

Discorso a parte per Forza Italia. La gestione di Antonio Tajani comincia a manifestare i suoi effetti: in regione Lazio l’erede di Silvio Berlusconi ha fatto scouting e portato a casa ben mezzo Gruppo del Movimento 5 Stelle; ci sono manovre in atto nei principali Comuni della provincia romana. Tajani ha detto all’uomo forte del Partito nel Lazio che per lui ci sarà un ruolo nazionale in Forza Italia ma al momento non è arrivato. I riflessi toccheranno Frosinone che esprime con Adriano Piacentini il sub coordinatore provinciale della Ciociaria.

Pd e socialisti ciascuno sul suo banco

Vincenzo Iacovissi (Foto Raffaele Verderese © Imagoeconomica)

Al trillo della campanella Partito Democratico e Partito Socialista dovranno stare attenti a quale banco siederanno. Per capire cioè se esiste ancora la possibilità di trovare una intesa, non solo a Frosinone. Oppure se devono essere considerate, definitivamente due entità politiche distinte, destinate a stare su posizioni differenti.

Alle Comunali di Frosinone ed a quelle di Alatri i due Partiti sono andati alle urne divisi. A Ceccano invece si sta aprendo un dialogo. Quanto accaduto alle scorse Regionali del lazio tra Pd e M5S dovrebbe avere insegnato qualcosa: la divisione non paga.

Volendo mutuare una celebre frase del famoso filosofo e scrittore cinese Lao Tzu anche un viaggio di mille miglia inizia sempre con un piccolo singolo passo”. E questa massima vale per tutti a Frosinone.

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