Porte Aperte sullo scontro Lega – Fdi

Case Popolari? Si ma anche tanta politica. Le cartelle per far pagare i 44 milioni di affitti arretrati. Lo scontro Lega - FdI su Cassino. E quello ad Alatri. I veleni tra Ciacciarelli e Tagliaferri. E quelli tra Iannarilli e Cianfrocca

Il tema della trasmissione erano le case popolari della Ciociaria: invece è stata la puntata della glacialità, dei veleni, dei colpi sotto la cintura e sotto i riflettori. Come quelli che si sono dati l’assessore regionale leghista Pasquale Ciacciarelli ed commissario di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri a propostio dell’alleanza di centrodestra che non nasce a Cassino per le prossime Comunali Oppure quelle tra lo stesso Tagliaferri ed il commissario Ater Antonello Iannarilli (entrambi dello stesso Partito) sul modo in cui il primo ha risolto la crisi politica innescata ad Alatri dal secondo. (Leggi qui: In onda il grande gelo tra Ciacciarelli e Tagliaferri).

È stata un’ampia parentesi politica in mezzo alla discussione sui conti in rosso dell’Ater di Frosinone: l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale. Da due mesi è stata affidata al commissario Antonello Iannarilli, già deputato della Repubblica, assessore regionale con Storace, ultimo presidente della Provincia eletto dal popolo. Ha chiesto al Ministero di trasformare in cartelle esattoriali i canoni d’affitto non pagati, per ben 44 milioni di euro. (Leggi qui: Iannarilli chiede l’affitto di Ater: per via giudiziaria).

A Villa Santa Lucia, intanto, gridano al miracolo. Sono iniziati i lavori in quattro palazzine disastrate. Il primo cittadino Orazio Capraro può dire che «il Pnrr è realtà».

Storie di disperazione ed evasione

Iannarilli, commissario dell’Ater Frosinone, mette subito in chiaro che «da nessuno arriverà domani l’ufficiale giudiziario». Entro il 30 settembre scorso andava approvato il Bilancio. «Abbiamo verificato tutta la documentazione e trovato 44 milioni di crediti da incassare dagli inquilini – riporta lo stesso Iannarilli -. Una parte non è più esigibile, ad esempio perché il debitore è morto o perché non è assolutamente nelle condizioni di sostenere nemmeno quella spesa minima. Ma per declassare quei crediti e cancellarli bisogna dimostrare che prima ci sia stata un’attività per tentare di incassarli. E finora non era stato fatto un radicale tentativo di riscuotere gli affitti arretrati».

Si capirebbe così quanti milioni dovrebbero rientrare in realtà. Lo Stato richiede la dimostrazione del tentativo di recupero dei mancati pagamenti. L’Ater Frosinone dispone di 6.670 abitazioni e un centinaio di negozi. Nel mentre, tra le varie problematiche, si registrano 280 occupazioni abusive. E poi gli altri dati. A seconda della fascia di reddito: 1.131 appartamenti a sette euro al mese, 2.125 alloggi vengono affittati a sessanta euro, altri 1.350 appartamenti hanno un affitto da ottanta euro, solo 350 costano centoquindici euro, ce ne sono cento ad un canone di 165 euro al mese e il resto oltre 200 euro

«Tante storie di disperazione, molto poche le occupazioni illegittime – commenta Tagliaferri, assessore ai servizi sociali di Frosinone -. Vorrei che, quando si libera un appartamento Ater, arrivi sempre una chiamata al Comune. Purtroppo, però, arrivano raramente. Ferma la condanna delle occupazioni, ma per indole sono più abituato a tutelare chi una casa non ce l’ha. Non chi la occupa».

Non pagano quasi i dipendenti

Il problema non è tanto l’occupazione della casa popolare, visto che riguarda un alloggio popolare su dieci. È che non sono stati pagati affitti per oltre quaranta milioni di euro. Recuperarli soltanto ora, in alcuni casi, significa arrivare tardi all’appuntamento con il debitore. E scattano le prescrizioni.

Sul conto dell’Ater di Frosinone giovedì mattina c’erano 150mila euro ma 130mila servono per versare i contributi ai dipendenti. «Spero – dice Iannarillidi poter pagare anche gli stipendi, visto che abbiamo vecchi conti da pagare e decine di cause, anche citazioni da parte di ex presidenti di oltre dieci anni fa. Abbiamo case che mi vergogno a mostrare in televisione».

Altra particolarità ciociara: gli inquilini di 1.200 appartamenti non sono né catalogati né associati all’Isee per l’attribuzione della specifica fascia di reddito. C’è chi preferisce pagare il massimo, evidentemente perché il reddito familiare è in realtà più alto. E chi alla fine non sborsa manco un centesimo. «Tanto non paga nessuno. Devo farlo proprio io?», pensano i furbetti. Il ministro Salvini, del resto, sta re-incitando alla rivolta o pace fiscale: a seconda di come si preferisce chiamarla.

«Un modo si trova sempre»

Antonello Iannarilli (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

«Chi ha avuto un alloggio a canone quasi gratuito, deve rispettare le regole – esorta il presidente Iannarilli -. Si può sempre trovare un modo per andare incontro a tutti. Anche perché le attività di recupero crediti con gli avvocati, spesso costano più della somma da recuperare». C’è chi in fondo non sapeva nemmeno come fare: «Stanno chiamando tante persone per mettersi in regola – informa a riguardo -. Tra i 2.000 e 2.500 pagano regolarmente». Peccato, però, che i bollettini inviati siano tre volte di più. E si finisce sempre per sentire la storia di quello che parcheggia la Porsche sotto la casa popolare.

«C’è la massima disponibilità a rateizzare o trovare altre soluzioni – rilancia Iannarilli -. Ma, se è passato il messaggio che “tanto non si paga”, non va bene. C’è molta confusione e chiediamo chiarezza al Governo». Con un Ministro che dice di non pagare e comprare più niente alla gente che non può più farlo per via dei rincari generalizzati. Sa tanto di Lega Nord di un tempo.

I tempi stringenti del Pnrr

Pasquale Ciacciarelli

L’assessore Pasquale Ciacciarelli, delegato alle politiche abitative e case popolari, è partito dalla «riorganizzazione di Ater del Lazio trovate in grande difficoltà». L’obiettivo è rimetterle in azione: «Bisogna ridare dignità alle persone – così Ciacciarellie cambiare la normativa nei primi mesi del prossimo anno». Poi c’è tutto il discorso delle Città Giardino: «Pensate non solo per migliorare le condizioni delle persone, ma anche per la loro socialità».

È un problema in tutto il Lazio: centinaia le segnalazioni ogni giorno per le mancate manutenzioni degli immobili di proprietà di una delle Ater provinciali. «Cominciano a vedersi i cantieri anche a Frosinone, come nel caso di Villa Santa Lucia – accentua il cassinate Ciacciarelli -. I tempi del Pnrr sono stringenti, ma stiamo anche chiedendo nuove risorse per il prossimo anno». In Italia, d’altronde, non si è abituati a fare le opere nel minor tempo possibile.

Cos’ha trovato Ciacciarelli da otto mesi a questa parte? «Soprattutto uno scollamento tra le Aziende territoriali e la Regione Lazio, ma ora c’è grande collaborazione e supporto, come dimostra il tavolo aperto anche per una normativa confacente al territorio». Intanto, si dialoga con realtà benefiche come la Caritas e associazioni di promozione sociale attive nei quartieri popolari. S’intende anche attivare Centri di assistenza fiscale (Caf) in loco: «Tutte le documentazioni a portata di mano».

Miracolo a Villa Santa Lucia

Che non debbano essere più quartieri dormitorio, finalmente luoghi da abitare ma anche da vivere, lo pensa anche l’assessore Fabio Tagliaferri. «Bisogna aumentare la qualità della vita – così il delegato ai servizi sociali di Frosinone -. Niente più costruzioni che hanno al loro interno un modo di vedere bolscevico, come nelle prime Urss, in cui metterci a dormire le persone».

Il sindaco di Villa Santa Lucia, Orazio Capraro

Non credono quasi ai loro occhi a Villa Santa Lucia, borgo di 2.502 anime tra il Monte Cairo e la parte bassa e industriale. Il sindaco Orazio Capraro, in collegamento dalle case popolari cittadine, esulta: «Finalmente qualcosa per il sociale. Sono iniziati gli attesissimi lavori in quattro palazzine, in tutto 48 alloggi, in condizioni disastrose».

Erano stati consegnati medi addietro, ma si sono arrestati a giugno e sono ripartiti da oltre due settimane. Quando sente parlare di Città Giardino, è propenso ormai a crederci. «Per il mio Comune è più che auspicabile e utile. Magari potremo gridare a un altro miracolo».  Ciacciarelli, però, ricorda deficit e debiti: «A fronte degli importi che occorrono per la manutenzione, non sono di certo un segreto il debito regionale, i tagli importanti alla sanità e ad altre materie delicate come l’edilizia popolare».

Poi Ciacciarelli veste i panni di referente territoriale della Lega. «Nei prossimi giorni, dopo i contatti con il ministro Salvini, sottoscriveremo una convenzione da 55 milioni di euro per supportare le strutture che in tanti casi avrebbero anche le risorse ma non sono in grado tecnicamente di metterle a terra».

«Urp a metà coi Servizi Sociali»

Fabio Tagliaferri

Allora qui scatta una proposta di Tagliaferri: l’Urp congiunto. Ossia «un Ufficio per le relazione con il pubblico a metà tra Ater e Comune». A cosa serve? L’impiegato Ater è esperto nelle pratiche, l’assistente sociale nell’entrare in contatto con chi ha più difficoltà. Mettere insieme la due figure può aiutare a far capire che se l’inquilino non presenta l’Isee non evita di pagare l’affitto, al contrario gli cresce al massimo parametro.

Iannarilli, per ora, si concentra sul recupero crediti: quelli ancora esigibili, in comode rate. «Se non presentano l’Isee, pagano il massimo della tariffa – attesta -. Bisogna mettersi in regola, ma di certo non andremo a chiedere soldi a chi non può pagare. È un percorso obbligatorio per legge, ma anche per ridare dignità a tutto il sistema». Intanto, sono stati messi in vendita anche 23 locali dell’Ater di Frosinone.   

Ciacciarelli, intanto, vede «nuova linfa vitale anche con i commissari dell’Ater del Lazio ed altre azioni come la messa a disposizione di altri appartamenti per il “Dopo di noi” (alloggi ai disabili, Ndr) e la ricerca della disponibilità di Frosinone e Cassino alla trasformazione di alcune strutture in studentati, in modo da contrastare l’emergenza abitativa».

Se non si parla tanto di Servizi Sociali a Frosinone, secondo l’assessore Tagliaferri, è perché starebbero funzionando bene. È qui che, stimolata, si mette in moto la lavatrice dei panni sporchi di Partito. Dopo lo sketch Ciacciarelli-Tagliaferri, stuzzicato sul mancato accordo per le Comunali 2024 a Cassino, parla anche Iannarilli. (Leggi qui: (Leggi qui: In onda il grande gelo tra Ciacciarelli e Tagliaferri).

L’assessorato fuori tempo massimo

Antonello Iannarilli e Fabio Tagliaferri (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

Lo fa a proposito dell’Amministrazione di cui era consigliere. «Il sindaco Cianfrocca ha commesso un errore politico enorme e lo dimostrano le criticità della sua maggioranza – ritiene Iannarilli -. Io non ne faccio più parte e Fratelli d’Italia non è stata ripagato del suo apporto elettorale». Un rapido riassunto delle puntate precedenti: dopo dieci anni di centrosinistra del sindaco Giuseppe Morini ad Alatri ha vinto il centrodestra; Iannarilli ha contribuito a quel risultato. Ma a distanza di un anno è entrato in conflitto con l’amministrazione arrivando a spostare all’opposzione Fratelli d’Italia.

Fabio Tagliaferri è andato a fare da paciere. Il giorno dopo l’incarico di Iannarilli all’Ater e le sue dimissioni da Consigliere comunale, Tagliaferri ha riportato FdI in maggioranza. Iannarilli ritiene che sia stato un errore. Perché? Reclama un riconoscimento politico più adeguato per il suo Partito: un assessorato di peso come l’Urbanistica.

Fabio Tagliaferri invece vede le cose da un punto di vista differente. Dice che Fratelli d’Italia: «Deve dare solidità alle Amministrazioni di Centrodestra ed evitare défaillance. Bisogna mettere sempre davanti il senso di responsabilità, consapevoli che non esistano amministrazioni perfette». Poi la postilla: «Ad Alatri non c’è stato un azzeramento di Giunta, ma all’indomani delle elezioni Iannarilli ha rifiutato l’assessorato all’Urbanistica». Parole che innescano una miccia a breve combustione. Iannarilli prende fuoco subito.

Tra me e il sindaco…

Antonello Iannarilli (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

Ha rifiutato l’assessorato all’Urbanistica? Ecco la sua verità: «Il sindaco ce l’aveva con me, perché non era il mio candidato. Durante la fase delle trattative con i Partiti ho detto no al suo nome perché volevo tentare fino alla fine di avere una candidatura per il mio Partito. Poi abbiamo fatto un accordo unitario. In campagna elettorale, secondo gli accordi con Lega e Forza Italia, si è deciso alla fine che la carica di vicesindaco non sarebbe andata a chi avesse portato più volti. Ma alla Lega a prescindere dai risultati dei Partiti». A quel punto, reclama il diritto di scelta per FdI.

E cosa sceglie? La carica di Presidente del Consiglio Comunale: per lo stesso Iannarilli. «La maggioranza dei consiglieri era a favore della mia nomina a presidente del Consiglio comunale, ma Cianfrocca ha detto: “Se è così, mi dimetto un secondo dopo che il Consiglio lo avrà eletto”».

Iannarilli capisce che per una sua soddisfazione rischierebbe di mettere in discussione il risultato ottenuto da tutti. «Allora ho scritto una lettera a tutti per rinunciare all’incarico. Dopo qualche giorno, ecco la proposta dell’assessorato ma non potevo ormai accettare. Se fossi andato a fare l’assessore, il sindaco avrebbe avuto la possibilità di farmi fuori in ogni momento e senza che potessi tornare in Aula a fare il Consigliere». I membri della Giunta, a differenza dei consiglieri, possono difatti essere revocati dal Sindaco per semplice perdita di fiducia.

Per Iannarilli c’è un’evidenza. E rimprovera a Tagliaferri di non averla vista. Anche ad Alatri la Lega sta lavorando per isolare il più possibile Fratelli d’Italia. (Leggi qui: Da Trento a Cagliari come Cassino e Alatri: Lega e FdI allo scontro).

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