In onda il grande gelo tra Ciacciarelli e Tagliaferri

Imbarazzo in diretta tv: l'assessore Ciacciarelli (Lega) conferma che non intende dialogare con Tagliaferri (FdI) di Fratelli d'Italia. "Non siamo allo stesso livello, per ora l'interlocuzione sulle alleanze alle Comunali di Cassino è a livello locale e non Provinciale o Regionale”. Il nome di Di Mascio che potrebbe unire

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

«Le alleanze per eleggere il nuovo sindaco di Cassino? Il commissario di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri ha iniziato a parlare con i suoi pari grado su Cassino, quindi è corretto che sia quel livello politico a continuare a lavorare sulla città. Poi quando il discorso salirà a livello provinciale e regionale sicuramente sarò chiamato in causa». Cala il gelo nello studio di Teleuniverso dal quale sta andando in onda la trasmissione A Porte Aperte.

Quelle parole sono la pietra tombale sulla missione affidata dal Partito a Fabio Tagliaferri: costruire una grande alleanza di centrodestra con la quale affrontare il sindaco Dem uscente di Cassino Enzo Salera. Lo sono perché a pronunciarle è l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli: non le dice indossando i panni di esponente della Giunta Rocca ma con quelli di responsabile Organizzazione della Lega in provincia di Frosinone. Significa che la Lega non intende parlare con Tagliaferri. Il che equivale a dire che non ha intenzione di dialogare con Fratelli d’Italia. Perché a Tagliaferri quella delega l’ha data direttamente il Segretario del Partito Arianna Meloni.

La domanda birbante

La domanda piomba a bruciapelo, nel mezzo di una discussione sulle Case Popolari, i 44 milioni di affitti non pagati, la volontà di «trasformarle in luoghi di socialità e non in alveari dove concentrare i più deboli». In studio c’è il Commissario Ater Antonello Iannarilli, l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Frosinone Fabio Tagliaferri. Da Roma si collega l’assessore alle Politiche della Casa della Regione Lazio Pasquale Ciacciarelli. Ma Tagliaferri è anche il plenipotenziario mandato da Arianna Meloni per le elezioni comunali a Cassino. E Pasquale Ciacciarelli è, insieme a Mario Abbruzzese, il dominus dei voti leghisti in città.

Quella in agenda per il 2024 a Cassino non è un’elezione con cui indicare un sindaco. È allo stesso tempo una sfida per il potere all’interno della coalizione di centrodestra. Né più né meno di quanto sta accadendo in maniera strisciante all’interno del Governo nazionale tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

A condurre la trasmissione c’è Alessio Porcu. Applica la tattica della vecchia scuola, prima fa mettere tutti comodi ed a loro agio poi innesca la miccia sotto la poltrona. «Commissario Tagliaferri, lei da mesi lamenta le difficoltà ad entrare in contatto con il responsabile Organizzazione della Lega Ciacciarelli. Eccolo: è lì, cosa voleva domandargli?»

Il gelo in studio

Fabio Tagliaferri

Fabio Tagliaferri ammette candidamente che da giorni sta provando a far contattare sul cellulare il dirigente leghista, senza mai ricevere risposta. «Forse quando chiamo è impegnato: posso capirlo. Certo è che non mi ha mai nemmeno richiamato».

Non fa una piega Pasquale Ciacciarelli. Con il volto immobile come quello di una sfinge conferma di non avere risposto al Commissario di FdI e di non averlo volutamente richiamato. Perché: «In questo momento su Cassino – ha detto Ciacciarelli – c’è il nostro rappresentante comunale che sta dialogando con gli altri partiti. Pur essendo Cassino la mia città – ha puntualizzato Ciacciarelli – è necessario rispettare i territori, c’è il nostro coordinatore cittadino al tavolo del centrodestra. Tagliaferri ha iniziato a parlare con i suoi pari grado su Cassino, quindi è corretto che quel livello politico continui a lavorare sulla città. Dopodiché quando il discorso salirà a livello provinciale e regionale sicuramente sarò chiamato in causa».

Il segnale politico di Ciacciarelli è fin troppo chiaro, le divisioni sono palesi. Tagliaferri non manca l’occasione di sottolineare che «rispondere al telefono è un fatto di educazione, non si risponde solo ai pari grado“. Poi entrando nel merito di quel che sta accadendo a Cassino, lancia un’altra stilettata che sembra chiaramente indirizzata alla Lega. Spiega il commissario di FdI: “A Cassino abbiamo un partito coeso. Stiamo trovando sponda all’interno della coalizione di centrodestra da parte di quasi tutti gli alleati».

Quel quasi che fa la differenza 

Alessio Ranaldi

Quel “quasi” è chiaramente riferito al Carroccio che nel corso dell’ultima riunione politica si è rifiutato di firmare il documento politico che era stato presentato dal commissario di FdI Tagliaferri. Un gesto, quello compiuto dal commissario cittadino Alessio Ranaldi, che non ha aiutato certamente il centrodestra già indebolito per l’uscita dei ‘primaristi‘ di Giuseppe Golini Petrarcone e Salvatore Fontana. Hanno deciso di seguire i civici che da tempo chiedono le primarie, in primis il consigliere comunale Benedetto Leone. (Leggi qui: Salta anche il tavolo del centrodestra).

Il progetto delle Primarie è ormai avviato: entro il 21 dicembre vanno depositate le candidature e il 28 gennaio è in programma la consultazione popolare. Tagliaferri ha però annunciato di aver portato il caso Cassino all’attenzione dei vertici nazionali del Partito di Giorgia Meloni. «Il tempo ci darà ragione per vedere chi vuole davvero vincere le elezioni e chi fa solamente ammuina. Io non ho perso occasione per rappresentare ai vertici nazionali quello che è il mio punto di vista su quel che sta accadendo a Cassino» ha spiegato Tagliaferri in trasmissione. 

Traduzione: ho detto ad Arianna Meloni che anche a Cassino il nostro primo avversario è la Lega, esattamente come su moltissime altre piazze ed anche a partire dal Governo.

Il nome di Peppe

Giuseppe Di Mascio

Nelle stesse ore, intanto sono state avviate alcune manovre che potrebbero ricompattare il centrodestra con una parte dei civici. A riaggregare il fronte potrebbe essere il nome di un terzo Peppe aspirante sindaco: dopo Sebastianelli e Petrarcone, circola con insistenza il nome del presidente dell’Ordine Forense di Cassino: Peppino Di Mascio. Su di lui potrebbero convergere anche alcuni di coloro che avevano avviato il percorso delle Primarie. Che a quel punto potrebbero morire in culla.

«L’aborto delle primarie? Assolutamente no, noi andiamo avanti con il nostro progetto» dice il consigliere comunale Benedetto Leone. Insomma, ancora tante incognite e nessuna certezza. Solo una probabilità che sembra prendere quota: tra Peppe e Peppino candidati alle primarie, il terzo Peppe potrebbe riunire centrodestra e civici. Ed essere il candidato alle elezioni. Forse.