Il tappo è saltato. A farlo schizzare sono state le parole della Regione Lazio. Rimetterlo a posto e recuperare l’equilibrio con i sindaci costerà molto: milioni di euro. Almeno quattro. Sono i soldi dei ristori che aspettano da anni per avere sui loro territori gli impianti per il trattamento dei rifiuti di tutta la provincia. Il tappo è saltato perché si sono sentiti presi in giro dopo le dichiarazioni che hanno letto questa mattina.
Le parole che hanno innescato
Le parole sono quelle uscite dall’ufficio Ambiente. Lì è appena cambiato il dirigente. L’ingegner Flaminia Tosini è agli arresti domiciliari con l’accusa di avere concesso un iter semplificato per la realizzazione della nuova discarica di Roma favorendo – per l’accusa – l’imprenditore Valter Lozza. Sul suo tavolo ora è arrivata la nota della Mad, la società che gestisce la discarica provinciale di Roccasecca: lì finisce ciò che avanza dai rifiuti una volta lavorati e riciclati. Mad ha comunicato che tra un paio di giorni ha esaurito gli spazi. (Leggi qui Amanti e corrotti? Lozza e Tosini: “amici ed onesti”).
La reazione della Regione è stata immediata: martedì ci sarà una riunione tecnica presso la sede della giunta regionale. La nuova dirigente ha assicurato al Messaggero «Stiamo pensando a una soluzione, ma di più non posso anticipare. Posso dire, comunque, che per me e per i miei collaboratori è un imperativo. E la soluzione la troveremo».
Poi il passaggio chiave. con il quale la regione osserva – scrive il quotidiano “come anche il territorio, ossia i sindaci, devono collaborare. A cominciare dai Comuni che incassano fior di denaro come benefit”.
Una presa in giro
A cosa si riferisce e perché quel concetto ha fatto saltare il tappo, facendo scendere sul piede di guerra contro la Regione proprio i sindaci?
Si riferisce ai Comuni di Colfelice (sede dalla Saf con lo stabilimento pubblico per la lavorazione dei rifiuti), Roccasecca (sede della Mad con la discarica), Frosinone (sede del centro di trasferenza) e San Vittore del Lazio (sede del termovalorizzatore che chiude il ciclo dei rifiuti traformandoli in energia elettrica).
C’è un decreto del 2005: prevede un benefit perché quei Comuni si fanno carico di un peso che è di tutta la provincia. Il benefit ammonta al 12% della tariffa di smaltimento pagata dai Comuni. Sono circa 10 milioni si euro. Non vanno a tutti in maniera uguale. Il 5% va al Comune sede di discarica, il 4% al Comune sede di impianto di trattamento, il 2% va ai Comuni sede del centro di trasferenza e l’1% al Comune dove c’è il termovalorizzazione.
Non solo: la Ciociaria si sta facendo carico di una parte dei rifiuti di Roma e per questo spetta un benefit anche alla Provincia.
La rezione dei sindaci
Dove sta il problema? Nel fatto che i sindaci non vedono un soldo di quei ristori.
In soldoni alla Provincia sono dovuti oltre 5,5 milioni di benefit. A Roccasecca circa 3,5 milioni; a Colfelice aspettano 2,5 milioni; a San Vittore del Lazio circa 5 milioni.
Non pagati. Ovvero versati dai Comuni obbligati ma non versati ai Comuni beneficiari. Un momento: chi versa a chi? I Comuni che portano i rifiuti agli impianti pagano per il servizio. In quel pagamento c’è la quota dei benefit da girare agli altri Comuni sede di impianto. In pratica: i soldi vanno a Saf, Ama spa, Rida Ambiente, E.Giovi per conto del Comune di Roma e di Ama spa. Sono loro i maggiori debitori. La Regione non è mai intervenuta.
In pratica i sindaci dicono: non solo usate i nostri impianti e portate i rifiuti da noi perché Roma non li ha, ma nemmeno ci pagate il benefit per abbassare la Tari a carico dei cittadini.
Perché non pagano
Perché non pagano? Perché la questione del benefit è controversa. O meglio lo era fino a pochissimo tempo fa: ora si è pronunciata la Cassazione a Sezioni Unite. Ha chiuso ogni questione stabilendo che il benefit è legittimo e va pagato. Punto.
È per questo che il tappo è saltato. I sindaci non solo non hanno visto il becco d’un quattrino. ma ora si sentono pure invitati a fare la loro parte perché ricevono il ristoro.
Nelle prossime ore arriverà la loro ferma presa di posizione.