Le segreterie dei Partiti hanno lasciato il posto agli eletti ormai da anni e a tutti i livelli, soprattutto nelle dimensioni locali e territoriali. Sono cambiate le abitudini. Un tempo fare vita di circolo rappresentava l’unico modo per confrontarsi con la vita sociale, lavorativa e con quelle che erano le varie emergenze del Paese. Oggi è diverso: i social network più di qualunque altra cosa hanno completamente stravolto la maniera stessa di relazionarsi. Anche in politica.
Basta riflettere sugli assetti per capire come stanno le cose. Nella Lega laziale i ruoli politici più importanti sono appannaggio di tre deputati: Francesco Zicchieri è coordinatore regionale, Claudio Durigon coordinatore di Roma e Francesca Gerardi della provincia di Frosinone. Oltre al fatto che da ieri la Gerardi è vicecoordinatore regionale. In Ciociaria in particolar modo è la Gerardi, d’accordo con Zicchieri, a dettare la linea e ad elaborare le strategie. Sotto questo punto di vista il Partito è blindato.
In Fratelli d’Italia non si discute proprio su chi sia il dominus politico: il senatore Massimo Ruspandini. Forza Italia non ha parlamentari e consiglieri regionali eletti nel territorio. Fino a quando è stato negli “azzurri” era comunque il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli a dare le indicazioni. Ora il più alto in grado è il vicecoordinatore regionale Gianluca Quadrini, alla gestione del Partito sul territorio contribuiscono anche i tre commissari nominati da Claudio Fazzone: Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli.
Discorso differente per quanto riguarda il Partito Democratico. Il leader storico è Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Asi. Ma sul piano della gestione dicono la loro anche i consiglieri regionali Mauro Buschini e Sara Battisti. Oltre al presidente della Provincia Antonio Pompeo. Si è in attesa della celebrazione del congresso, che ha un solo candidato alla segreteria: Luca Fantini. Il quale avrà proprio il compito di riportare all’interno del Partito il dibattito politico. Come ai tempi del Pci, del Pds e dei Ds.
Il Movimento Cinque Stelle non ha un’organizzazione partitica sul territorio e quindi è perfino normale che siano soprattutto i particolari a dare la linea: Luca Frusone, Enrica Segneri, Ilaria Fontana.
Alla fine però con un’impostazione ormai consolidata nel tempo è venuto meno proprio il ruolo di filtro dei Partiti. Alla fine il risultato è che si respira un’aria da perenne campagna elettorale.