Disfatta o successo: è una rotta verso le Regionali

Ognuno la vede dal suo punto di osservazione. E ne trae una lezione diversa. Ma per tutti i Ballottaggi di domenica tracciano una rotta verso le Regionali

Un’elezione, mille sfaccettature. I ballottaggi di domenica hanno insegnato qualcosa a tutti. Il centrodestra ha mantenuto tutti i capoluoghi del Lazio, il centrosinistra ora governa in cinque delle dodici città nelle quali fino a ieri non aveva parola. Ma ogni città è stata una storia a se, con aggregazioni spesso in contrasto tra loro. Ci sono stati campi unitari ed altri più o meno larghi, altri ancora piuttosto striminziti.

Così, per Nicola Zingaretti le elezioni di domenica sono state la dimostrazione che si vince solo “con una cultura politica unitaria e non chiusa e settaria”. Mentre per il coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon il Lazio è stato “un laboratorio politico per tutto il centrodestra”: non poteva essere altrimenti in un territorio dove a Frosinone si è presentato unito e compatto, a Viterbo diviso in più rivoli, a Rieti con una formula a metà.

Dalle file di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo twitta i successi nei capoluoghi, Maurizio Gasparri vede la sconfitta del centrosinistra, Pasquale Ciacciarelli parla di “asfalto sul centrosinistra”. Ce n’è per tutti i gusti nelle reazioni del giorno dopo.

Il campo largo non è una formuletta

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti manda un segnale ai suoi. Dicendo che “Il Campo Largo non è una formuletta. È un modo di costruire alleanza politiche, sociali e culturali vere. Con una cultura politica unitaria e non chiusa e settaria”. Cosa hanno detto i risultati del Lazio al suo Governatore? Che ha funzionato la sua strategia di tirare fuori il Pd dalla torre in cui stava arroccato cinque anni fa quando perse dappertuttoL’ho sempre pensato, anche controcorrente. Quella battaglia è servita per tirare fuori il Pd dall’isolamento che portava solo sconfitte come nel 2017”.

Già ma ora al timone del Pd c’è Enrico Letta. “Molto bene Enrico Letta e la sua direzione politica. Sta interpretando e portando avanti al meglio una strategia che ha come priorità assoluta l’Italia e le persone. La strada verso le politiche sarà lunga, ma e’ quella giusta“.

Il laboratorio di Durigon

Claudio Durigon

La vittoria a Frosinone è stata sofferta ma mai in discussione. Tirata per altre due settimane solo a causa di un paio di centinaia di voti mancati al primo turno. È stato un caso scuola: Nicola Ottaviani ha messo tutti d’accordo sul nome del suo successore e poi ha preteso la legittimazione delle Primarie.

 “Il Lazio non solo ha visto un importante risultato della Lega, significativo del suo crescente radicamento sul territorio, ma si è dimostrato anche un buon laboratorio politico su cui costruire un’ampia coalizione di centrodestra”. Non ha dubbi Claudio Durigon, coordinatore regionale della Lega. Ma come può parlare di ‘significativo e crescente radicamento’ se a Frosinone il suo è stato l’ultimo Partito? Può eccome: Ottaviani lo aveva spiegato direttamente a Matteo Salvini, la spinta civica è quella fondamentale per vincere. Così il Capitano la settimana scorsa aveva detto “A Frosinone abbiamo, di fatto, due liste della Lega”.

Ciò che interessa a Claudio Durigon è che quella spinta sia “capace di porre fine, tra un anno, al lungo malgoverno del Pd e di Zingaretti. Che cinque anni fa vinse solo perché il centrodestra si divise. Nella nostra regione il centrosinistra perde in tutti i capoluoghi di provincia: a Rieti nel primo turno, a Frosinone e Viterbo nei ballottaggi. A Latina governa un sindaco civico con maggioranza eletta nel centrodestra. Al Pd resta il Comune di Roma con Gualtieri già in grave affanno, come dimostra un sempre più diffuso malcontento anche fra chi lo ha votato”.

La lezione del Lazio è fin troppo evidente. Se il centrodestra è unito e si presenta con candidati credibili, vince. Quindi “il centrodestra ha una buona base per il lavoro verso le regionali del 2023. Ci sono le premesse per una netta affermazione alle prossime politiche, contro una sinistra a trazione Pd, largamente minoritaria sui territori“. Lo dichiara il coordinatore della regione Lazio della Lega, Claudio Durigon. 

La visione di Colosimo e quella di Gasparri

Chiara Colosimo (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

 Chiara Colosimo è tra le papabili alla candidatura come Governatore se la scelta nel Lazio dovesse andare a Fratelli d’Italia. Affida a Twitter la sua soddisfazione: “Nel Lazio il Pd del Presidente Zingaretti perde in tutti e tre i capoluoghi di Provincia al voto”.

Invece Maurizio Gasparri, il candidato in servizio permanente quando occorre un nome spendibile e si fatica ad individuarlo vede “una dura sconfitta del Pd, di Zingaretti e company. La sinistra che governa la Regione si era fortemente impegnata su questi territori ma consegue un’ampia sconfitta, così come non risulta vincente in molti altri contesti delle province laziali”.

C’è una lezione ben precisa che Maurizio Gasparri individua tra i numeri di domenica. “Questo risultato lascia ben sperare in vista delle elezioni regionali. Il centrodestra dovrà affrontare questa scadenza non lontana all’insegna della massima coesione e facendo insieme le scelte più adeguate per dare un’immagine competitiva e vincente”.

Il responsabile Enti Locali di Forza Italia ha assistito alle candidature individuate a fatica nelle ultime due elezioni, quelle poi vinte da Zingaretti. Chiede di cambiare passo. “Servono solidità e radicamento non esperimenti azzardati. La sinistra ha perso le amministrative, il centrodestra ha le regionali alla propria portata“.

L’asfalto di Ciacciarelli

Pasquale Ciacciarelli e Riccardo Mastrangeli

Il responsabile Organizzazione della Lega in provincia di Frosinone Pasquale Ciacciarelli sintetizza così: “Abbiamo asfaltato il Centrosinistra“. Il Consigliere regionale ha seguito lo spoglio fa Frosinone e parla di “un risultato straordinario. Stravinciamo con una persona seria scelta attraverso l’istituto delle Primarie”.

Legge i numeri in chiave Regionali 2023: “Questa vittoria è un avviso di sfratto, forte e chiaro alla Regione Lazio guidata da Zingaretti e dal Centrosinistra, parte politica che governa anche questa Provincia e tutti gli enti intermedi. E che, nonostante ciò, non è riuscita a vincere!

Calcagni e la vittoria al centro

Valentina Calcagni

C’è poco da discutere: si vince al Centro. È su questo che ora dovremmo concentrare la nostra attenzione, facendo una seria, approfondita e serena riflessione”: ne è sicura la coordinatrice provinciale di Frosinone dei renziani Valentina Calcagni.

Ma chi ha vinto: il centrodestra o il centrosinistra? “Al primo turno il centrodestra è andato bene, negarlo sarebbe uno sciocco tentativo di nascondere la realtà”. E cosa l’ha colpita di questo ballottaggio? “Il risultato dei candidati civici. Rappresentano un chiaro segnale di cambiamento. I Partiti hanno perso buona parte del loro contatto con il Paese. I civici sono quel ponte che ora è indispensabile per recuperare il contatto perduto. Emblematico il caso di Damiano Tommasi a Verona”.

La necessità, per l’esponente di Italia Viva è quella di fare squadra. “Come abbiamo fatto a Parma e Piacenza. Li c’è stata la capacità di fare squadra su due candidati seri ed affidabili ed abbiamo vinto a spasso. Ora occorre mettere da parte l’orgoglio personale e di Partito per ragionare in una logica di campo.

Le vitamine di Cangemi e di Palozzi

Mario Abbruzzese e Adriano Palozzi

Per il vice presidente del Consiglio regionale del Lazio Giuseppe Cangemi (Lega) “nel Lazio la Lega rafforza il proprio peso sia sul territorio che nel centrodestra. Risultati come Rieti, Ladispoli, ma anche Frosinone o Ardea dimostrano che quando le scelte sono giuste si vince”.

Anche Cangemi giudica il risultato un ottimo punto di partenza “soprattutto in vista delle Regionali dove, con un centrodestra unito e allargato anche alle forze civiche che non devono essere appannaggio solo della sinistra, è possibile vincere il Lazio e dare al territorio la guida e il governo che merita“.

Il consigliere regionale del Lazio e responsabile nazionale Enti Locali Adriano Palozzi cita i casi di Ardea e Guidonia in cui ‘Italia al Centro‘ centrato un 5% ed un 7% “diventando forza di maggioranza, a dimostrazione che il radicamento sul territorio e la credibilità del nostro progetto politico sono in continua e costante crescita di consenso”.

Palozzi la vede dal punto di vista politico: “Appare chiaro che nel Lazio così come nel resto di Italia, ci sia fortemente bisogno di un partito liberale, inclusivo e moderato, come il nostro, che sta facendo del dialogo e della partecipazione le sue stelle polari”.

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