Perché il solco nel centrodestra si allargherà ancora

I gruppi della Lega e di Fratelli d’Italia alla Provincia hanno già fatto capire che non faranno opposizione insieme. E allora quando si tratterà di votare per il presidente il centrodestra avrà bisogno di un…kamikaze.

Antonio Pompeo non ha bisogno di una maggioranza vera e propria in consiglio provinciale. La stragrande parte dell’attività amministrativa la fa lui. Non c’è neppure la giunta da quando è entrata in vigore la Delrio. In ogni caso può contare su 4 esponenti del Pd e su Luigi Vacana (Provincia in Comune). Considerando anche lui, visto che il presidente è pure consigliere, siamo a 6 su 12. C’è quindi il Polo Civico: Alessandro Cardinali (Anagni) è intenzionato a far parte del Campo Largo di Francesco De Angelis. E siamo a 7. Resta Alessandro Rea (Ferentino), sostenuto da esponenti politici che in questo momento non hanno un particolare feeling con Pompeo per alcune vicende di Ferentino e non solo. Ma insomma, si vedrà. (Leggi qui il quadro completo della situazione: Provincia, inizia la consiliatura più delicata).

Il nodo del centrodestra

Il nodo vero riguarda il centrodestra, che conta 2 gruppi e 5 consiglieri: 3 della Lega e 2 di Fratelli d’Italia. Mentre Forza Italia non ha rappresentanti in aula.

Dal 2014 le scelte del centrodestra in consiglio provinciale a tutto sono state improntate meno che ad una opposizione organizzata e politica a Pompeo. All’inizio Nuovo Centrodestra e Forza Italia lo hanno sostenuto, poi il Pd ha messo dei paletti che comunque sono stati aggirati. E via di questo passo.

Nel 2018 la disfatta quando si è trattato di votare per la presidenza della Provincia, con Tommaso Ciccone “impallinato” dai franchi tiratori. Adesso il ragionamento che va fatto riguarda le prospettive alle quali guardano Lega e Fratelli d’Italia. Perché alle Comunali di Frosinone difficilmente andranno insieme. Inoltre, a pensarci bene, soltanto un’opposizione unitaria e definita alla Provincia può saldare un’alleanza. Considerando come è andata nei Comuni, non esiste un’altra alternativa.

Il dialogo assente

Fra l’altro senza la presenza di Forza Italia sarà ancora più complicato. A livello regionale Claudio Durigon (Lega), Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia) e Claudio Fazzone (Forza Italia) potranno pure provare a riunire il tavolo della coalizione. Ma sul piano provinciale Nicola Ottaviani (Lega) e Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) non collaborano su nulla.

In consiglio provinciale il Carroccio ha esponenti come Luca Zaccari, Gianluca Quadrini e Andrea Amata, che certo non si preoccuperanno di quello che farà Fratelli d’Italia. Allo stesso modo i consiglieri del Partito di Giorgia Meloni, Daniele Maura e Riccardo Ambrosetti non guarderanno certo alle scelte del Carroccio.

A fine ottobre scadrà il mandato di presidente di Pompeo. Il centrodestra non ha alternative: o trova un’intesa di opposizione adesso, in Consiglio  provinciale, oppure il prossimo candidato alla presidenza della Provincia della coalizione dovrà avere la vocazione di un kamikaze.

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