La doppia missione Dem per le due elezioni di Cassino

C'è stata una doppia missione a Cassino nella visita compiuta giovedì da Bruno Astorre con i generali Pd. Non ha riguardato solo le Comunali. E non serviva solo a dire che il candidato Dem è Salera. Ma...

Un sottilissimo gioco diplomatico e di equilibrismo politico. La visita compiuta giovedì a Cassino dai massimi quadri regionali del Partito Democratico è stata tutt’altro che una passerella elettorale. Ma una missione di peacekeeping vera e propria. Talmente delicata da impegnare il Segretario regionale Bruno Astorre, il leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis, il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini ed il presidente della provincia di Frosinone Antonio Pompeo.

Il peacekeeping di Cassino

Perché quello che molti hanno dimenticato è che nello stesso giorno ci saranno due elezioni a Cassino. Entrambe sono strategiche per il Pd. Che punta a togliere la città dalle mani del centrodestra. Ma ha un obiettivo ancora più importante da raggiungere: ribaltare il dato che è stato registrato un anno fa con le elezioni Politiche. Con il Movimento 5 Stelle prima forza a Cassino, tanto da eleggere un deputato che era stato paracadutato da fuori sbaragliando i due autorevolissimi campioni locali. Candidati dal calibro dell’ex presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese (schierato dal centrodestra unito) e del professore Gianrico Ranaldi (schierato dal centrosinistra).

Un risultato che non può essere ottenuto se si minano e si fanno saltare i ponti con quella parte del Pd che alle Comunali non starà con il candidato del Pd, Enzo Salera.

Allo stesso tempo c’è l’esigenza di non lasciare spazio ad equivoci. E mettere in chiaro che alle Comunali il candidato del centrosinistra è uno soltanto. E non due. Che il rinnovamento portato da Nicola Zingaretti è solo quello di Enzo Salera. E non quello di Giuseppe Golini Petrarcone.

La faccia sulle Comunali

Il Partito Democratico alla fine ci ha messo la faccia. Con l’operazione compiuta giovedì mattina non si è limitato ad una visita di facciata. A Cassino ha detto che il suo candidato sindaco è Enzo Salera e non Giuseppe Golini Petrarcone. Senza possibilità di equivoci e con una chiarezza finalmente tutta zingarettiana.

Chi deve votare centrosinistra alle Comunali ha ricevuto così un segnale nettissimo.

Bruno Astorre ha ribadito che le Primarie vinte da Salera sono state fatte alla luce del sole. E sono state organizzate per filo e per segno così come prevede lo statuto del Partito. Nessuno ha pilotato né le candidature né il risultato. «Smontiamo questa legenda metropolitana secondo cui le Primarie sono state calate dall’alto. Mi sono consultato con tutti prima di prendere la decisione».

Il fatto è che altri avevano fatto altri conti ed altre strategie. E le Primarie le hanno mandate all’aria.

Salvare le Europee

Un messaggio chiaro quello di Astorre. Ma senza scomuniche, senza sconfessioni. Soprattutto senza far saltare i ponti.

Le espulsioni invocate per chi non appoggia il candidato ufficiale? In particolare per l’ex segretario cittadino Marino Fardelli e per l’ex vice segretario Armando Russo? Tutto viene rinviato a dopo le elezioni. Non tanto quelle Comunali: lì i voti dei separatisti sono ormai da considerare persi. Ma c’è la possibilità di conservarli per quelle Europee.

Non è un caso che ieri sia stato a Cassino Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che è da trent’anni in prima linea quando arrivano i migranti sulla sua isola. Ha spiegato di essersi candidato alle Europee nelle liste Pd dell’Italia Centrale «perché oggi c’è qualcuno che vuole far diventare reato chi salva delle persone». 

Il Pd in questa fase non può permettersi di mettere al muro gli scissionisti perché perderebbe il loro voto alle Europee. Mentre è lì che ci si conta. È lì che Nicola Zingaretti domenica notte potrà dire se il Pd si è mosso dalle secche del 18% e addirittura se ha abbordato il M5S o lo ha superato. Lì si potrà dire se è stato ribaltato il dato politico del 2018 che ha eletto a Cassino un deputato grillino.

Non solo. C’è una partita nella partita. Francesco De Angelis ha deciso di dare una dimensione regionale alla sua componente Pensare Democratico. Lo potrà fare contando i voti che porterà all’ex vice presidente della Regione Massimiliano Smeriglio. (leggi qui La sfida di Smeriglio per portare in Europa il modello Lazio). È per questo che ha detto no alla conta sulle Comunali: a Cassino come a Veroli ed in qualsiasi altro Comune. (leggi qui De Angelis, guerra (per le Europee) e pace (per le Comunali) ). Incassando ieri sera il placet di Antonio Pompeo alla tregua interna. (leggi qui Pd, scoppia la pace. Pompeo con De Angelis: «Basta conte interne»).

Ecco perché il sottile gioco diplomatico delle ore scorse: certificare il candidato Dem a Cassino, evitare lo scontro con gli scissionisti, salvare i voti per le Europee.

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