Il “non giocate per favore” di Mario Abbruzzese nasconde il timore che serpeggia all’interno di Forza Italia e di tutto il centrodestra. (leggi qui Il centrodestra decide: Tommaso Ciccone candidato unitario «Ma non giocate, per favore»).
La candidatura alla presidenza della Provincia di Tommaso Ciccone potrebbe rappresentare l’occasione per gli avversari del presidente del Cosilam di regolare i conti.
In realtà però l’operazione è difficile, rischiosa e complicata.
Intanto perché con la divisione delle fasce di voto ponderato (leggi qui In Provincia la resa dei conti… ponderati) è facile capire in quali Comuni, eventualmente, entrerebbero in azione i franchi tiratori. Rischiosa perché un’operazione di fuoco amico del genere aprirebbe comunque degli scenari di “rappresaglia” altrove: a Frosinone, a Cassino, ad Anagni, a Ceccano. Dappertutto.
In realtà Tommaso Ciccone rappresenta una candidatura che tutti possono accettare senza problemi. In Forza Italia ha messo d’accordo Adriano Piacentini-Nicola Ottaviani con Mario Abbruzzese-Pasquale Ciacciarelli. Il leader di Noi con l’Italia Alfredo Pallone non ha mutato di una virgola la sua posizione: coalizione unita e candidatura buona per poter pensare perfino di vincere.
Per quanto riguarda Fratelli d’Italia e la Lega, il senatore Massimo Ruspandini e il deputato Francesco Zicchieri hanno capito che nel caso di passo indietro di Forza Italia, sarebbe toccato a loro assumere l’iniziativa di indicare un nome per la presidenza. Ma non c’erano molte alternative considerando che i sindaci in quota sono soltanto due: Roberto Caligiore (Ceccano) per FdI, Filippo Capogna (Arnara) per la Lega.
Le liste civiche hanno fatto quello che dovevano, senza sbilanciarsi. Gianfranco Pizzutelli (Polo Civico) e Carmine Tucci (Cuori Italiani) non sono certo tipi da restare con il cerino in mano.
Adesso si apre una fase diversa, con Tommaso Ciccone intenzionato a incontrare almeno 5 volte tutti gli amministratori del centrodestra, ma pure quelli delle liste civiche. Per provare a giocarsi la partita con Antonio Pompeo il 31 ottobre.
Se poi si materializzeranno i franchi tiratori, allora da novembre nel centrodestra si aprirà una “guerriglia” senza quartiere.