Ha ribaltato tutti gli schemi di ragionamento politico che si erano susseguiti in questi giorni. Francesco De Angelis ha fatto capire che ci sono gli spazi per ricostruire il centrosinistra a Frosinone. Ammettendo che la crisi della coalizione a livello provinciale è partita proprio dalla sconfitta del 2017.
Non ha neppure insistito sulle primarie quando ha parlato della necessità di una candidatura forte e condivisa. (Leggi qui L’appello di Francesco: «Tutti insieme in una grande alleanza»).
Campo largo se ci sei batti un colpo
A questo punto però tocca agli altri. Agli alleati. Adesso non ci sono più alibi. O si torna allo schema unitario che ha consentito i tre mandati consecutivi (2 di Marzi, 1 di Marini), oppure si pongono i presupposti per una ulteriore vittoria (la terza) del centrodestra.
Nessuno può nascondersi, a cominciare proprio dal Pd cittadino, chiamato ad assumere iniziative politiche nel segno della pacificazione interna. Non possono nascondersi i Socialisti di Schietroma, ma neppure tutte le altre forze che si riconoscono nella coalizione: Italia Viva, Azione, Demos, Articolo 1, i Verdi.
Deve uscire allo scoperto pure quel che resta del Movimento Cinque Stelle nel capoluogo. Gente del calibro dell’ex sindaco Memmo Marzi e del presidente dell’ordine dei medici Fabrizio Cristofari dovrebbero dare l’esempio e mettersi a disposizione della coalizione. Si aprono spazi per ruoli importanti per politici come Stefano Pizzutelli, leader di Frosinone in Comune.
Il vantaggio delle Civiche
E le civiche, perfino quelle provenienti dal centrodestra, restano in una posizione di assoluto vantaggio. Ma per Gianfranco Pizzutelli (Polo Civico) e Carmine Tucci-Carlo Gagliardi è arrivato il momento delle scelte definitive.
E si arriva ai due protagonisti principali: l’ex sindaco Michele Marini e Mauro Vicano. Entrambi ambiscono alla candidatura a sindaco, entrambi sono nelle condizioni di poter aggregare diverse liste. Francesco De Angelis ha indicato un orizzonte ampio, una specie di Campo largo su scala locale.
Primarie o non primarie, adesso si apre la fase della maturità politica di una classe dirigente. E’ una questione di senso di responsabilità.