I nuovi orizzonti della Cisl, con le persone al centro

Enrico Coppotelli Foto Leonardo Puccini / Imagoeconomica

Il segretario generale Cisl Lazio Enrico Coppotelli traccia un bilancio delle sfide innescate dalla pandemia. E indica pecche, settori, strade e soluzioni per non restare fermi a ciò che c'era prima di Covid. Perché c'è un mondo nuovo da costruire. Attorno alla gente.

Un anno complicato, vissuto a metà tra il timore per la salute e la necessità di continuare ad essere competitivi. E garantendo condizioni migliori per i lavoratori. Il 2020 segnato dal Covid raccontato dal Segretario Generale della Cisl del Lazio Enrico Coppotelli. Le sfide ancora da vincere ed il futuro tutto da disegnare. Senza rimpianti e né rimorsi, ma solo con la voglia di garantire un domani che sia più umano e a misura di lavoratore per tutti i cittadini di questa Regione.

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Segretario, è stato un anno particolare. Che ci ha mostrato cose che sembravano perse. I lavoratori, il sindacato, hanno tenuto accesa la speranza di un territorio che si è trovato nel buio del lockdown.

«Si è vero, lo ricordo bene era il 31 dicembre 2019. Le autorità locali della città cinese di Wuhan, dall’altra parte del mondo, hanno dato notizia di alcuni casi di polmonite anomala. L’11 marzo, l’OMS dichiarava la Pandemia e il 13 marzo che l’Europa sarebbe diventata il suo nuovo epicentro. Un nemico sconosciuto, invisibile, perciò meno percepito da società materialiste abituate a misurare le cose sul piano fattuale».

«Si era insinuato tra noi il Covid 19. Una fredda e anonima sigla da laboratorio a definire un virus che nelle settimane successive avrebbe sconvolto le nostre abitudini, paralizzato la nostra società. E lacerato intere famiglie, come nel peggiore degli incubi».

Il virus che ha cambiato il mondo: Sars Cov 19

«Un conto è fronteggiare un nemico definibile, vero o presunto che sia, ma tutt’altra cosa è difenderci dalla minaccia invisibile di una “non presenza”. Possiamo solamente darle il volto delle persone decedute, dei medici e degli infermieri stremati dalla fatica. E delle immagini delle aziende chiuse».

«Il Sindacato, la Cisl non si è mai fermata, le nostre sedi sono state sempre aperte, anche durante il lockdown. Perché siamo frontiera, siamo avamposto, le nostre donne ed i nostri uomini hanno continuato ad esserci. Perché durante la pandemia tante lavoratrici e tanti lavoratori hanno continuato a servire il Paese lavorando e la CISL era lì con loro».

Dai poliziotti che hanno scortato l’autobus della comitiva cinese dei primi infetti in Ciociaria, ai ricercatori precari dello Spallanzani. Dai medici e gli infermieri, alle commesse dei supermercati; dagli autotrasportatori agli insegnanti. Tanti eroi silenziosi.

«La CISL non ha mai mancato di ribadire la preminenza della salute e della vita umana su qualsiasi altra esigenza. La nostra posizione è sempre stata chiara: oggi tuteliamo la salute e cominciamo a programmare il dopo per cambiare veramente. Abbiamo chiesto da subito e a gran voce che fossero approntate urgenti misure straordinarie. Misure per sostenere il Servizio Sanitario, il reddito da lavoro e delle famiglie e la liquidità delle imprese. Il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e il divieto di licenziamento fortemente sostenuti dalla CISL hanno fornito la necessaria risposta congiunturale. Tuttavia sapevamo che occorreva già pensare al dopo e per questo abbiamo presentato il nostro progetto. Ed è per questo che non vorremmo che i tanti eroi silenziosi finita la pandemia fossero dimenticati. Esigiamo che ci sia una grande stagione di riforme che rimetta al centro il lavoro e la persona».

Ne usciremo migliori, si diceva soprattutto ad aprile. Ne siamo usciti con le ossa rotte ed in certi casi addirittura incattiviti. Eppure qualcosa da salvare dovrà pur esserci: cosa si salva da questo incubo?

«Al di là delle nostre singole vite, abbiamo scoperto di fare parte di qualcosa di più grande. E che esiste una collettività ampia che necessita di essere salvaguardata e sostenuta adeguatamente. Senza un cambio di passo, non ritroveremo ciò che c’era prima, comunque viziato da ritardi strutturali e crescenti contraddizioni sociali e produttive. Troveremo solamente un pendio inclinato il cui declivio è progressivamente crescente dai primi anni 90».

«L’Europa ha l’occasione storica di rafforzare la propria soggettività politica, compiendo un decisivo passo in avanti verso l’Europa federale dei popoli. L’Italia ha l’opportunità di uscire dal declino in atto, ma fino ad ora rileviamo purtroppo grandi incertezze da parte del Governo».

A livello sindacale in questi dieci mesi, quale è stata la lotta più dura, quale la sorpresa più lieta e quale il rammarico più grande?

«Le lotte sono state tutte dure. Perché nelle trattative, nei confronti, molto spesso aspri e difficili, abbiamo dovuto costruire nel Lazio, a causa del Covid, tutto da zero o quasi. La sorpresa più lieta è quella di questi minuti e cioè che nonostante la pandemia nel Lazio gli Iscritti alla CISL continuano a crescere. Crescono in tutto il Lavoro Pubblico, nei Trasporti, nel Commercio, nei Servizi ed perfino nel lavoro precario in genere. Addirittura tra i pensionati, che hanno avuto contezza, ancora una volta, della presenza concreta e reale del Sindacato».

Il superbonus 110% è stato prorogato, l’edilizia che forse è il settore che nell’ultimo decennio ha perso di più, quanto potrà beneficiare nella nostra regione di questa misura?
Foto © Imagoeconomica

«È assolutamente una grande opportunità in quanto si accelera il tema del risparmio energetico. Poi la cultura della ristrutturazione e della messa in sicurezza delle abitazioni, con un incremento occupazionale considerevole. E con un’ulteriore spinta al ricorso di profili professionali più qualificati soprattutto nella nostra Regione. Un intervento che fornisce certezze e fiducia alle famiglie, di poter investire nella protezione della propria abitazione».

Il chimico-farmaceutico tocca vette di eccellenza

«Esattamente, il chimico farmaceutico continua ad essere una delle spine dorsali della nostra Regione. Anche il mondo della formazione dovrà sintonizzarsi meglio in questo contesto, formando tanti giovani nel settore per creare nuova, più ampia e qualificata forza lavoro. Dall’altro lato l’auspicio è che il settore dia risposte occupazionali ai territori del Lazio. E che lo faccia recuperando nei settori che vanno meglio quelle maestranze spazzate via dagli effetti nefasti della pandemia».

Chimico e farmaceutico in crescita Foto © Archivio Astrazeneca
Come si sono comportati gli operatori della sanità e come si è comportata la Regione, che la sanità la gestisce?

«Ci aspettiamo che la Regione prosegua più concretamente con il tavolo per condividere progetti utili al rilancio del servizio sanitario pubblico della nostra Regione. E per chiedere al Governo l’utilizzo delle risorse necessarie. Dopo anni di tagli dovuti al commissariamento, una stagione di investimenti straordinari sulla sanità pubblica non è più rinviabile. Tanto abbiamo fatto perché si tornasse finalmente ad assumere, utilizzando tutte le graduatorie aperte e mettendo in campo nuovi concorsi».

«Lo sforzo ulteriore fatto durante la prima ondata pandemica è stato significativo. Però ancora tanto c’è da fare: gli ospedali, lo stiamo vedendo in questi giorni drammatici, hanno i pronto soccorso al collasso. Servono assunzioni subito! Servono medici e infermieri. Subito! La nostra CISL Funzione Pubblica e la CISL Medici ogni giorno denunciano la ‘fame’ di personale negli ospedali, a partire da quelli romani per proseguire con quelli dei capoluoghi».

Automotive, nasce Stellantis, ma Cassino preoccupa. Qui si gioca una partita fondamentale.

Il gruppo Stellantis rappresenta una grossa opportunità per il gruppo Fca. Poi per gli stabilimenti italiani e la loro prospettiva futura. Soprattutto deve essere una opportunità per migliorare ed ampliare l’occupazione delle tante Lavoratrici e dei tanti Lavoratori del settore e dell’indotto. Cassino ha sofferto moltissimo la crisi del settore che nel Lazio ha colpito duro e senza pietà. Dall’altro lato il sito Frusinate beneficerà del lancio del nuovo Suv Maserati Grecale. Ma che, necessariamente, avrà bisogno di altri modelli per garantire la saturazione degli impianti»

Fca Cassino Plant, operai all’ingresso in stabilimento

«La nostra Categoria dei Metalmeccanici, la FIM CISL, ha già stato chiesto un incontro all’Amministratore Delegato di Stellantis, Carlos Tavares, per il sito di Cassino. L’uscita dalla produzione dell’Alfa Giulietta assottiglierà ancora di più le unità prodotte. E il Maserati Grecale inizierà a uscire dalla nuova linea produttiva a novembre. Potrebbe però non bastare, perché Cassino lavora attualmente al 10% della propria capacità».

«Il Grecale porterà la piattaforma elettrica. Questo è molto importante per i futuri modelli Alfa elettrici, come la Stelvio e la Giulia. Ma è necessario saturare gli impianti quindi confrontarsi per allocare altri modelli a Cassino».

Il green è un concetto che vi ha visti pionieri a livello di idee in Regione. Gli ultimi tempi, soprattutto a livello di economia circolare, vedono qualche buona nuova.

«L’economia circolare nel Lazio come necessità assoluta, questo lo diciamo con forza e convinzione. Per decarbonizzare, per creare nuova, qualificata e tutelata occupazione e per curare l’ambiente. Eppure nella nostra Regione si viaggia a corrente alternata, con aree che ancora non colgono questa opportunità. Né sembrano intuire la necessità di questa rivoluzione».

«Lo scorso 1 dicembre come CISL del Lazio abbiamo avuto il piacere di avere come relatore in un webinar il Presidente del Gruppo Saxa Gres Francesco Borgomeo. Ricordo un suo passaggio quando affermò che il Digital e l’economia circolare sono le due soluzioni alla crisi del manifatturiero che viviamo da decenni. Bene l’economia circolare e il digital vanno considerate trasversali non verticali. Perché l’economia circolare permetterà all’automotive di rimanere dove sta,. E permetterà al farmaceutico di rimanere dove sta».

Francesco Borgomeo

«Questo perché dà vantaggi in termini di costi, di smaltimento rifiuti, di gas, materie prime. E di altri servizi che avrebbero dei costi importanti se presi dalla natura. Invece vengono presi da una riconversione, questa chiusura di un cerchio diventa un fattore importante per l’industria. L’economia circolare ha una capacità di influire sul tema della valorizzazione delle competenze che è il patrimonio vero della nostra Regione».

Quali le prossime sfide della Cisl, quale il futuro che Enrico Coppotelli vede per la nostra Regione?

«Nel tentativo, comune e condiviso, di accendere la speranza dove la cattiva sorte ha provato a spegnere ogni certezza. E consapevoli che, come diceva Moliere, “non è solo per quello che facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche per quello che non facciamo”! Quindi sfruttiamolo davvero questo tempo così nefasto per immaginare nuovi orizzonti e disegnare nuove traiettorie. Per gettare davvero i semi di una nuova economia».

«Ad esempio il tema portuale per noi è centrale. L’atto di indirizzo ‘Blue Economy” è un inizio davvero importante. Atto con cui si procede verso la costituzione della Zona Logistica Semplificata del Tirreno Centro-Settentrionale».

«Poi la contrattazione sociale. Per noi è vitale e nodale per cercare di lenire le sofferenze che l’epidemia si sta lasciando dietro. Nonostante gli interventi legislativi, infatti, il welfare territoriale si è impoverito. Il Covid ha colpito, colpisce e colpirà ancora per parecchio tempo, soprattutto i più deboli. E’ per questo che dobbiamo rimboccarci le maniche ed agire con chiarezza. Discutere con le amministrazioni comunali su come superare l’isolamento dei giovani, dei bambini, degli anziani soli e delle persone disabili».

Enrico Coppotelli

«Su come sostenere le famiglie che devono rivedere la loro riorganizzazione per nuove esigenze lavorative dettate dalla crisi. Crisi che riguarda tutti, compresi gli anziani, che sono diventati oggi, ancor di più, il primo ammortizzatore famigliare non riconosciuto. Poi la casa e l’abitare, temi sicuramente molto sentiti nella nostra Regione ma che vanno approfonditi e conosciuti».

«Se il mondo del lavoro cambia, noi non possiamo essere una monade davanti a questi cambiamenti. Per questo la CISL continuerà in questo 2021 a lavorare con ancora più vigore. Con tante proposte, tanta rappresentanza, tanta contrattazione, mettendo sempre la persona al centro».

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