“Caso feccia” a scoppio ritardato: in 5 replicano

Mario Abbruzzese

Dopo ventiquattrore detonano le accuse di Enzo Salera. Arrivano le repliche. Ma ancora una volta le opposizioni si dividono. Chi firma una nota indignata, chi non firma. E chi, come Petrarcone, firma dopo aver condiviso lo sdegno.

Non sono cadute nel vuoto. Hanno diviso ancora una volta l’opposizione. Le parole pronunciate ieri in Consiglio Comunale dal sindaco Enzo Salera non sono rimaste senza conseguenze. (Leggi qui Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’).

Troppo gravi. Troppo pesanti. Al punto da prendere forse in contropiede anche gli stessi consiglieri di opposizione. Tanto che hanno atteso ventiquattrore per replicare. Non tutti insieme. Solo cinque esponenti della minoranza del comune di Cassino, infatti, hanno diramato nelle scorse ore un comunicato stampa.

Una nota per chiedere al sindaco Salera di fare nomi e cognomi. Di chi? Per cosa? Ricapitoliamo.

Dove eravamo rimasti…

Enzo Salera

Ieri mattina in Consiglio comunale il primo cittadino, al termine del dibattito sulla corsia ciclabile, ha fatto un intervento di carattere politico. Ha spiegato che «in un sistema democratico la maggioranza e l’opposizione possono rappresentare la feccia, o la parte nobile, quella che sale in alto».

Ha preso a prestito il processo di fermentazione del vino, come paragone. Ed ha detto che la maggioranza rappresenta la parte nobile. Perché opera «per fare gli interessi della cittadinanza, della collettività. E talvolta, per carità, può capitare di sbagliare». Implicito il riferimento al colore sbagliato della corsia ciclabile che sarebbe dovuto essere bianco, non giallo. «La maggioranza esprimerebbe la feccia della politica se anteponesse gli interessi dei singoli. O peggio ancora quelli personali» ha quindi sottolineato il sindaco.

«Lo stesso – ha detto Salera – vale anche per l’opposizione. A seconda dei suoi comportamenti può esprimere la parte nobile o la feccia della politica». Quindi, tra le altre cose, ha evidenziato: «Non esprime la parte nobile della politica chi pur di attaccare e denigrare il sindaco e l’amministrazione non si crea nessuno scrupolo. Scrupolo di mettere in ridicolo la città davanti ad una intera Nazione. Sicuramente esprime la feccia della politica chi a mezzo di blogger anonimi e pseudo giornalisti juke box che in cambio di un piatto di lenticchie, di una cena o il pagamento dell’assicurazione di una macchina inondano i social di false notizie. Notizie finalizzate a screditare e delegittimare l’amministrazione».

Ma la denuncia più grave è stata nel passaggio successivo. «Esprime la feccia della politica chi cerca di avere una visibilità in questa città. E avvicina dei consiglieri di maggioranza per convincerli a creare un gruppo autonomo. Questo per mettere sotto scacco il sindaco e l’amministrazione. Per metterli sotto ricatto affinché, per esempio, una società che si occupa di efficientamento energetico venga imposta a questa amministrazione. O per cercare di mettere mano sugli appalti».

In aula nessun botto

Giuseppe Golini Petrarcone

Ci sarebbero stati tutti gli elementi per far sobbalzare i consiglieri comunali dalla sedia e chiedere spiegazioni. Invece nulla. Silenzio di tomba. Chiede la parola il capogruppo della Lega. Ma lo fa per prendere le distanze dall’europarlamentare Coccia, non per chiedere ulteriori delucidazioni. Un altro consigliere di opposizione, Giuseppe Golini Petrarcone, ricorda a Salera che anche lui, quando era sindaco, è stato vittima della macchina del fango.

L’unico a chiedere qualche delucidazione in più è stato Luca Fardelli. Invitando il sindaco a rivolgersi alla procura, per denunciare fatti così gravi. «La ringraziamo per la sollecitazione, consigliere Fardelli. Ma abbiamo già avvertito le autorità competenti» la replica del sindaco.

Cinque firme non proprio fresche

Un passaggio che probabilmente non è stato ben colto dai consiglieri di opposizione. Consiglieri che oggi, in un comunicato stampa, bacchettano il primo cittadino.

Ma partiamo dagli assenti: Mario Abbruzzese si smarca dalla mischia. Non firma. Francesca Calvani di Forza Italia, neanche. Michelina Bevlilacqua della Lega si accoda a loro due. Renato De Sanctis, indipendente ma formalmente all’opposizione, non si sente chiamato in causa. Non firma neanche lui.

Salvatore Fontana

Ne restano 5 a firmare: il primo è Salvatore Fontana. Poi c’è Giuseppe Golini Petrarcone, che pure ieri in Consiglio aveva condiviso con Salera in merito alla “macchina del fango”. Massimiliano Mignanelli, non in Aula non c’era ma dopo avere letto i resoconti ha ritenut opportuno firmare.

Compare anche Luca Fardelli. Che l’invito ad andare in Procura lo aveva già fatto in Consiglio: è stato l’unico, a onor del vero.

Infine Franco Evangelista. Anche lui come Fontana ha preferito non replicare in Consiglio ma attendere ventiquattrore.

“Sindaco, se sai devi denunciare”

Nella nota dicono: «Il primo dovere di un sindaco è quello di rivolgersi, documenti alla mano, all’autorità giudiziaria. (Questo) nel momento in cui ravveda la presenza di eventuali soggetti dal comportamento illecito, in consiglio comunale. Denunciare attraverso alcuni media, la presenza di ‘feccia’ nel gruppi di minoranza, significa puntare il dito contro tutti i consiglieri che siedono tra i banchi dell’opposizione».

Non sono Consiglieri di primo pelo. Per questo resta da decifrare il passaggio in cui dicono che il sindaco ha denunciato “attraverso alcuni media”. In realtà ha denunciato in pieno Consiglio Comunale. Altrettanto resta da decifrare perché attribuiscano al sindaco d’avere detto che c’è “presenza di ‘feccia’ nel gruppi di minoranza”. In realtà ha fatto un ragionamento ben più ampio e non ha indicato la minoranza.

La seduta del Consiglio

E ancora: «Mai un sindaco di Cassino ha usato un termine tanto spregevole nei confronti di colleghi ‘rivali’. Il dibattito politico può essere consentito ma ci sono dei limiti che non devono mai essere superati. Se il sindaco è certo che tra le fila della minoranza esistano persone che si comportano contro Legge, ebbene ha l’obbligo Istituzionale di presentare una formale denuncia. E non contro ignoti. Poi ha l’obbligo morale di riferire il nominativo di chi, con il suo comportamento irrispettoso, può ledere l’immagine di Cassino».

Lo sdegno e lo sconcio

Come sopra: l’unica giustificazione, può essere l’assenza. Perché il sindaco ha già detto di aver denunciato il fatto alle autorità.

A conclusione: «Siamo pronti a prendere provvedimenti anche estremi nel caso in cui queste accuse dovessero essere comprovate e documentate. In caso contrario – dicono – saremo costretti a procedere per le vie legali. Quindi chiedendo al Sindaco (personalmente e non come Istituzione) il risarcimento del danno morale. Nel caso in cui il tribunale riterrà opportuno darci ragione, il risarcimento sarà interamente devoluto alle famiglie indigenti della città».

Dal Municipio come replicano? «No comment. Quello che andava detto è stato detto. Alle autorità preposte».

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