Piacere, Trequattrini e voglio un super Consorzio

Angelilli: «La Zes non fa per il Lazio, affatto in ritardo nello sviluppo». Inizia la “sprovincializzazione”, d’altro canto “romanizzazione”, del Consorzio di Trequattrini: «Completiamo la regione, non esistono confini». Si arriverà fino ai Porti. Gli Urbanisti da Milano: «Mai condizioni ottimali per l’Apea come in Ciociaria». Ad Anagni un’Area produttiva ecologicamente attrezzata: un Parco logistico in cui lavorare ma anche vivere. Delle Cese: «È la “Fabbrica del bello” di De Angelis, ma l’innovazione corre più veloce della legge».

Ci si strappa le vesti da mesi nel Basso Lazio. Perché la regione non è rientrata nella Zes del Centrosud: una Zona ad Economia Speciale con importanti sgravi fiscali e burocratici. Le porte sono rimaste chiuse perché si considera il Prodotto Interno Lordo regionale. E dunque le province laziali fanno media con la ricca Capitale. Non sono considerate “povere” una volta al fianco di Roma: ancora considerata croce e non solo delizia.  

Ad “A Porte Aperte” però si rigira decisamente la questione. La Regione sta ormai sprovincializzando il Consorzio industriale del Lazio. Cioè non lo limita solo a Ciociaria, Pontino, Sabina e Tuscia, ma lo estende verso Roma. Anche il Comune capitolino ha già aderito. Ma l’obiettivo è quello di dare un peso maggiore alla Capitale ma anche a Civitavecchia con la sua portualità.

C’è poi tutta la potenziale connessione con l’area industriale da Pomezia in giù. Se n’era già discusso quattro mesi fa agli Stati Generali ciociari. È l’Area ancor più vasta del Frusinate o del Basso Lazio: praticamente, le terre dell’antico Latium. (Leggi qui Dagli Stati Generali al Governissimo territoriale).

La sprovincializzazione del Consorzio

La Zes del Centrosud (color viola) che non comprende il Lazio (diviso per province)

Le aziende delle province di Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti, pur equiparabili ad altre con aree di crisi industriale complessa, pagheranno più tasse e avranno meno semplificazioni di quelle oltre i confini regionali. In alcuni casi, basterà spostare la sede centrale a poche decine di chilometri di distanza per avere agevolazioni che altrimenti non si avrebbero.

La soluzione proposta, a questo punto, è l’annessione della Capitale a quello che è già il Consorzio industriale più grande d’Italia. Sono stati fusi cinque enti consortili: Asi Frosinone, Cosilam (Cassinate e Lazio meridionale), Asi Roma-Latina, Cosind (Sud Pontino) e Asi Rieti. Poi c’è stata l’apertura alla mancante provincia di Viterbo. Ora l’aumento del peso di Roma, che i malpensanti già associano a una potenziale perdita della presidenza sinora appannaggio della Ciociaria.

La maggioranza relativa delle quote è ad oggi detenuta dal Basso Lazio, cioè la provincia di Frosinone e quella di Latina: con le ex Asi, Cosilam e Cosind. È per questo che al territorio ciociaro è stato riconosciuto il diritto implicito a mantenere la guida dell’ente. Così dopo la presidenza di Francesco De Angelis che era stato commissario per la costituzione del Consorzio, è arrivato la settimana scorsa il commissariamento da parte del nuovo Governo regionale retto da Rocca. (Leggi qui: Consorzio, cambio a bordo campo: Trequattrini per De Angelis).

A Porte Aperte con Regione e Commissario

Raffaele Trequattrini e Marco Delle Cese

Ora, a seguito del passaggio ufficiale di consegne, diventerà un Consorzio sprovincializzato: nel senso che perderà i caratteri tipicamente provinciali. L’aumento del peso di Roma, dove insiste la sede principale dell’ente consortile, il coinvolgimento di Civitavecchia, la possibile estensione all’Università della Tuscia stravolgerà sicuramente equilibri e rapporti di forza. Nel salotto politico di Teleuniverso, ne discutono cinque ospiti.

In collegamento Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione e assessora delegata a Sviluppo Economico, Commercio, Artigianato, Industria ed Internazionalizzazione. In studio il neo commissario consortile Raffaele Trequattrini, docente e già prorettore dell’Unicas, nonché ex presidente del Cosilam. Con lui il consulente industriale Marco Delle Cese: l’ultimo alla guida del Consorzio cassinate, dietro le quinte del Consorzio unico.

Da Milano, inoltre, si uniscono al dibattito i progettisti del venturo Parco logistico di Anagni: un distretto industriale in cui poter vivere oltre che lavorare. Sono l’architetto Marco Facchinetti, docente del Politecnico di Milano e Marco Della Valle urbanista esperto di trasformazione urbana.

Blossom Avenue: il Parco logistico di Anagni

Il centro logistico recentemente realizzato ad Anagni

Facchinetti e Della Valle sono i fondatori di Blossom Avenue, società specializzata in progettazione innovativa e rigenerazione urbana. Hanno redatto un progetto da 70 milioni che cambierà, a livello infrastrutturale ma anche sociale, la zona di San Bartolomeo ad Anagni. È già passato in Consiglio comunale.  (Leggi qui Il Consiglio dice si alla rivoluzione Blossom Avenue).

Trequattrini, già presidente risanatore del Cosilam, premette: «I consorzi industriali nascono per creare infrastrutture, che non hanno confini ma bisogno di spazi. La mia idea fu quella di rilanciare il Cosilam e farlo vivere ancora, ma mi rendevo conto che un progetto così limitato non poteva resistere a lungo. Adesso sono commissario di un consorzio grande che ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento della Regione».

Alla fine, il Commissario dirà: «Insegno economia aziendale, ma la sfida del Professore è quella di creare anziché aggiustare i conti. Se serve facciamo anche quello, ma creare ci piace di più». Il presidente Rocca, del resto, ha più volte proclamato la propria vicinanza al consorzio. 

Trequattrini: «Serve un cambio di marcia»

Raffaele Trequattrini

«È un mondo completamente diverso, molto più complesso da gestire – aggiunge il commissario Trequattrini -. Un colosso che racchiude cinque anime differenti è una sfida che il mio predecessore ha già portato avanti con impegno e risultati. Ora, però, l’idea è quella di un cambio di marcia. Un nuovo percorso di cui ci sono tutte le premesse».

Il Commissario, nel passaggio di consegne nella sede frusinate, ha dichiarato: «Una scelta non facile il mantenimento della presidenza a Frosinone, malgrado altre pressioni». Le pressioni politiche non sono certamente mancate, ma l’ha spuntata quella abbracciata da Massimo Ruspandini: due volte parlamentare e presidente provinciale di Fratelli d’Italia. 

Trequattrini dice che la sua, a proposito delle pressioni ricevute dalla Regione, è stata una semplice deduzione: «Il Consorzio industriale ha 110 soci che hanno potenzialmente in testa un commissario. Il presidente Rocca non mi ha parlato di pressioni, ma ero certo che ci fossero altri curricula e candidati, forse per certi aspetti più autorevoli di me. Ma ha pesato la mia appartenenza a questo territorio a forte vocazione industriale, nonché all’università, quindi non così organico ai Partiti. Sono elementi che hanno pesato e sono frutto di mie deduzioni».

Sulle altre pressioni: «Per deduzione»

Massimo Ruspandini, deputato e leader provinciale di FdI

A livello politico, però, c’è l’endorsement di Ruspandini: il capo politico di una forza che ha costruito una roccaforte a Ceccano e ha esportato la Destra sociale in tutto il territorio provinciale. Uno dei primi a congratularsi con Trequattrini, oltre all’ex presidente De Angelis, è stato proprio Ruspandini.

«L’Onorevole è legato a me da un’amicizia di lunga data – dice a tal riguardo il Commissario -. Non posso dire che non sia stato un grosso sponsor, ma le voci a mio favore sono provenute da diverse parti. Sicuramente il Rettore avrà influito in questa scelta. Il presidente Rocca ha voluto una persona super partes, un tecnico, per vincere una sfida del genere».

Ne è certa anche la vicegovernatrice Angelilli: «Il Consorzio industriale ha potenzialità enormi per essere un volano per lo sviluppo di tutte le imprese del Lazio. Ma dobbiamo valorizzarlo al meglio. Il primo punto di forza è l’arrivo di quasi 50 milioni di euro del “Fondo sviluppo e coesione” per opere pubbliche importanti». Si arriva a 60 milioni con gli altri sbloccati per la competitività delle imprese. 45 sono per 39 interventi infrastrutturali: ben 25 in Ciociaria. (Leggi qui I 60 milioni adesso ci sono: via ai progetti).

Angelilli: «Un Consorzio attira-investimenti»

Roberta Angelilli (Foto: Alessandro Amoruso © Imagoeconomica)

«Ma puntiamo a molto di più – fa presente Roberta Angelilli, già vicepresidente del Parlamento europeo -. Un Consorzio che attragga anche investimenti internazionali e veicoli al meglio i fondi comunitari. Dobbiamo ampliarlo ad altri distretti industriali che vogliono aderire. Lo dobbiamo potenziare per essere all’altezza della seconda economia italiana qual è quella del Lazio».

Dopo la sprovincializzazione del Consorzio a trazione ciociara, d’altro canto una sua “romanizzazione”, gli altri passi della Regione: «Bisogna fare fronte comune con aziende, associazioni datoriali e parti sociali per rendere fattor comune i migliori progetti e le opportunità per far decollare veramente questo Consorzio. Un patrimonio enorme da finalizzare al meglio».

Nel frattempo, c’è stato un vero e proprio boom della Logistica. Mentre l’Automotive soffre, ma si reinventa con l’elettrico. Il Territorio, all’inizio della settimana ha dato vita ad un confronto con Stellantis: in quell’occasione ha messo sul piatto della bilancia oltre trenta eccellenze del settore. Quelle che metà del fatturato lo fanno con gli affari con altre aziende italiane e internazionali. Stellantis non ha più i 12mila dipendenti che aveva la Fiat e l’indotto non sviluppa i volumi di prima. (Leggi qui: Metti un giorno al tavolo Stellantis ed il cluster di Cassino…).

Il Commissario: «Non solo Logistica»

Trequattrini, da un lato, eredita un territorio senza più spazi per la fiorente logistica: «È un aspetto che non può essere trascuratoargomenta il commissario del Consorzio del Lazio – ma non sottovaluterei altri settori destinati a crescere come quelli dell’energia e delle telecomunicazioni».

«Stesso discorso per la riconversione energetica. Mi sto occupando anche del progetto dello stabilimento di Patrica per la produzione di idrogeno. La logistica è un elemento importante, ma non è l’unico». (Leggi qui Il soffio di Helios per spingere le industrie frusinati).

Merita un’ampia parentesi, poi, il progetto del Parco logistico di Anagni: «Nasce dalla volontà di un’azienda di insediarsi in un territorio in condivisione con lo stesso e la sua comunità – racconta il progettista Marco Della Valle, cofondatore di Blossom Avenue -. Una delle specificità del territorio è il casello autostradale di Anagni sulla direttrice verso Roma e il sud Italia. È un progetto innovativo sotto tutti i punti di vista. La logistica non può entrare nel territorio in modo invasivo e deve avere un dialogo non solo edilizio e urbanistico ma anche sociale». 

Un Parco in cui lavorare ma anche vivere

Blossom Avenue è un’affermata realtà che lavora in Italia e nel mondo. L’altro cofondatore è il professor Marco Facchinetti. Dobbiamo farcelo dire da Milano che manco la Ciociaria è poi così tanto da Zes. «È un territorio che ha una storica vocazione allo scambio, a sud di Roma e a nord del sud – così il docente del Politecnico -. Nascerà un Parco strutturato su 390mila metri quadrati, di cui 140mila di superficie costruita. Oltre 200mila metri sono destinati a verde e servizi. Sui tetti verranno prodotti dieci megawatt di energia rinnovabile con il fotovoltaico».

Lo ha detto anche il sindaco di Anagni, Daniele Natalia, in fase di lancio: «È forse la prima volta che il territorio non vede un impatto ma una riqualificazione ambientale a causa di una trasformazione industriale».

Facchinetti entra nel dettaglio: «Abbiamo concordato con la comunità una serie di opere compensative, opere che il territorio aspetta da tanti anni, come la bretella che porta da San Bartolomeo al casello autostradale e alla stazione ferroviaria, dopo un isolamento storico della zona. E poi, tra le altre opere, la realizzazione di una nuova scuola e la riqualificazione della casa famiglia della zona».

Una Gigafactory, grazie al Territorio

La sede di Power4Future (Foto © AG IchnusaPepers)

Il Consorzio industriale, per certi versi, ha messo fine all’Andreottismo in Ciociaria: la grande industria finanziata con i fondi della Cassa del Mezzogiorno. Ora è un territorio in cui il colosso Fincantieri decide di portare Power4Future: la prima Gigafactory del Centro Italia. Non la insedia nel Cassinate per pressioni politiche o benefici economici, come ai tempi del Divo Giulio. Ma per la presenza dell’Unicas: l’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale.

Verrà creato uno specifico indotto con le aziende innovative del territorio. Ma, che oltre alla produzione, farà Ricerca e Sviluppo con l’ateneo cassinate e gli istituti scientifici coinvolti. Si sta sviluppando un vero e proprio “Contratto di filiera”. Il dubbio vien da sé: il Basso Lazio, sfondando confini territoriali e paletti politici, sta messo così male da “meritarsi” la Zes?  

Marco Delle Cese, già presidente del Cosilam e aiuto-costruttore del Consorzio unico, parla dell’odierna Industria territoriale: «Oggi le aziende non vanno dove dice la Politica, ma dove conviene. Per essere attrattivi, c’è bisogno di efficienza, aree per gli insediamenti produttivi e know-how. Come quello portato per cinquant’anni dall’odierna Stellantis sul nostro territorio. L’abbiamo spuntata noi con la Motor Valley della Romagna soprattutto perché abbiamo fatto rete e squadra. Con Fincantieri si crea un nuovo elemento di sviluppo». (Leggi qui A Cassino con un piede nel futuro per cancellare il passato).

Un Consorzio che arriverà fino ai Porti

Il Porto di Gaeta

Angelilli annuncia che nel Consorzio di Trequattrini entreranno anche le Portualità. Non è notizia di poco conto, quasi da brivido. Non se ne parla abbastanza, ma è stata già istituita una Zls: Zona logistica semplificata, una “Zes regionale” senza le risorse dello Stato ma inquadrata in un Piano di sviluppo regionale.

Pianificata sin dal 2018, collega aree portuali e retroportuali di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Ed è a sua volta collegata alla Zes Adriatica: per attrarre investitori sul versante tirrenico ma anche quello opposto. Aprendosi al Mediterraneo: Spagna, Croazia, Balcani, Grecia e Turchia. Nella visione d’insieme, manca soltanto la Ferrovia. (Leggi «Ora la Ferrovia tra i due Mari»).

Un altro punto di forza? La Camera di Commercio di Frosinone e Latina, l’unica a mettere già insieme il Basso Lazio, ha lanciato un’Economia del Mare ancor prima della nascita del Ministero. È soprattutto il mare del Pontino, ma anche della Ciociaria.

Area ancor più vasta, sin dagli Stati Generali

I presidenti Rocca e Di Stefano, Regione e Provincia agli Stati Generali

Gli Stati Generali hanno messo tutti d’accordo: serve l’Area Vasta, a livello intercomunale (vedi il Frusinate) e interprovinciale (vedi Basso Lazio). Forse un giorno si arriverà a quella interregionale, se non si considereranno più i confini ma i territori. (Leggi qui Stati Generali coi Ministri: ci sta il mare fuori).

«Accettiamo le sfide delle competenze, del collegamento con il mondo della ricerca e dell’università, delle grandi infrastrutture – dichiara la vicegovernatrice Angelilli -. Da qui al 2030 non dobbiamo pensarci come singole aree. La forza del Consorzio industriale unico è proprio collegare tutto quello che può essere collegato».

«L’altra grande sfida è la semplificazione burocratica, vista l’importanza delle autorizzazioni per l’attrazione degli investimenti – conclude l’assessora allo sviluppo economico -. Le istituzioni, assieme al Consorzio, devono davvero accorciare i tempi. Mai come ora abbiamo le carte in regola per vincerle tutte queste sfide. Ci sono fondi straordinari, così tante risorse da far pensare al “Piano Marshall”». Semplicemente il piano di ricostruzione dell’Europa nel secondo dopoguerra.

Delle Cese: «La Zes non rende appetibili»


Marco Delle Cese

«Certificare che un’area è in stato di crisi, ancor prima del discorso degli investimenti, non aiuta con gli investimenti», mette in chiaro Delle Cese con la voce degli industriali. Non si ottiene l’assistenzialismo pubblico, ma si resta appetibili per i progetti privati. Questa Regione pensa che Roma non sia affatto una croce, lasciando le briciole alle province, ma solo una delizia, guardando all’intera torta.  

«Uno dei miei mandati è proprio quello di ampliare lo statuto e far entrare nuovi soci – dice Trequattrini riguardo alla “romanizzazione” -. Solo dando ampio respiro alla visione strategica della Regione, è possibile creare quelle infrastrutture che sono funzionali alla crescita delle imprese e all’intercettazione dei vantaggi. Bisogna completare il Lazio all’interno del Consorzio industriale». Manca tutta la zona industriale a sud di Roma: se si guarda bene, anche a nord del Basso Lazio.  

«Noi ci confrontiamo con l’Europa o con il mondo – dice la Angelilli, delegata anche all’internazionalizzazione del Lazio -. Dobbiamo essere all’altezza di queste sfide complesse. La Zes è un discorso che il Lazio non va bene. Non che non dobbiamo impegnarci per un progetto Zls, un’area con semplificazioni e opportunità, ma non dobbiamo vederci come una Regione in ritardo di sviluppo. Guardiamo avanti in modo ambizioso, lavorando anche a contatto con i Ministeri, come per la permanenza di Stellantis a Cassino». 

Angelilli: «Non esiste solo Stellantis»

Rispetto al prossimo decennio non sembrano esserci dubbi, viste le rassicurazioni arrivate un anno fa dal Ceo Carlo Tavares. È arrivato l’annuncio delle produzioni legate all’elettrico premium: significa meno manodopera, con continui tagli di personale, ma anche il salvataggio dello stabilimento. Ora anche la conferma di Jean Philippe Imparato, Ad di Alfa Romeo: i componenti di Stelvio e Giulia, gli uni nel 2025 e gli altri nel 2026, verranno prodotti a Cassino Plant. (Leggi qui: Nuova Alfa Stelvio a Cassino nella seconda metà del 2025).

Angelilli, vicepresidente della Regione, guarda all’universo costruito attorno a Stellantis. «Noi dobbiamo fare meglio su tanti versanti, anche nel campo della formazione e delle competenze. Vuol dire creare condizioni anche esterne a Stellantis, puntando alla piena competitività. Contiamo molto sull’innovazione e vogliamo puntare sulle aziende che forniscono servizi unici. Stellantis è una multinazionale che vuole giustamente un valore aggiunto che non c’è nel resto del mondo».

Il Parco logistico di Anagni avrà fabbricati smontabili e riciclabili: come se non ci fossero mai stati in caso di delocalizzazione. Trequattrini guarda eccome al senso estetico: «Le future zone industriali non saranno solo espressione del progresso tecnologico, ma anche belle. Le persone lavorano meglio in contesti in cui viene coltivata la bellezza».

Delle Cese: «Innovazione più veloce della legge»

Cartiera Reno de Medici

È riscoppiato anche il Caso Reno De Medici. È la cartiera riaperta a Villa Santa Lucia dopo l’ennesimo stop alla produzione per via del solito motivo ancora irrisolto: l’impossibilità di recupero di cellulosa dai fanghi industriali per la produzione di cartoncino da carta riciclata. Secondo Delle Cese, ex presidente Cosilam, «quello della Reno De Medici è un caso emblematico». (Leggi qui Reno de Medici, i fanghi non sono rifiuto: si torna a produrre).

Delle Cese spiega il perché: «Negli ultimi vent’anni ci sono stati più o meno cinque sequestri e trenta indagati, nonché diversi provvedimenti normativi e stop della produzione. L’innovazione permette di andare a una velocità che non è quella della produzione normativa. Chi applica la legge, com’è giusto che sia, deve bloccare il processo produttivo».

Non potrebbe essere il mega Consorzio a occuparsi di tali questioni? Risponde Trequattrini: «Se prevediamo di aumentare le competenze, dovremo farlo anche con il personale. Non abbiamo ad oggi la forza per gestire nuovi servizi, soprattutto uno così importante e delicato. Le autorizzazioni che competono al Consorzio, in ogni caso, vengono date in tempi assolutamente ragionevoli».

Trequattrini: «Serve la semplificazione»

Raffaele Trequattrini

Esprime anche il suo pensiero sulla Giustizia: «È un problema politico, ma anche giudiziario. Una delle criticità è che facciamo fatica a trovare amministratori che si occupino dei depuratori. Oggi si ha paura, perché si rischia personalmente». Condivide Delle Cese: «L’innovazione che corre più veloce della legge».

Per Trequattrini serve semplificazione. «Che sia il Consorzio o la Regione, qualunque sia l’organismo che si dedica all’attività, deve avere a che fare con norme chiare, non più ambigue e interpretabili. A quel punto anche la Magistratura si trova in difficoltà. I Magistrati fanno il loro lavoro: applicano la norma. Ma si possono creare cortocircuiti che portano a non trovare amministratori».

Trequattrini non si dice affatto spaventato dalla sfida contro la deindustrializzazione. «So quel che può fare il Consorzio e non temo le aziende che se ne vogliono andare. Sono molto più preoccupato dalla Reno De Medici che se ne vuole andare perché ha il problema con la depurazione. Quello sì che è un problema grosso». Parla anche della squadra del Consorzio: «Sto vedendo al lavoro persone che si impegnano. Non dobbiamo temere nulla dalla competizione nei territori. Se ci sono norme che frenano, o addirittura impauriscono, per me è molto più preoccupante perché di queste variabili non abbiamo controllo».

Da Milano: «Mai così bene come in Ciociaria»

Marco Della Valle e Marco Facchinetti, fondatori della Blossom Avenue

«Non abbiamo mai trovato condizioni così ottimali». Lo dice da Milano il professor Facchinetti, abituato a lavorare in tutta Europa, parlando della provincia di Frosinone. Ebbene sì: «C’è una tutta una questione di attitudine dimostrata dall’intero territorio. A Colleferro, Anagni e Ferentino c’è un’attitudine a un investimento che in altre parti d’Italia non c’è».

Paragona ancora: «Operiamo tantissimo in Lombardia, Veneto e Piemonte, dove l’attitudine è completamente diversa. Lì, invece, c’è una vocazione storica del corridoio del Consorzio: una fascia di territorio pianificata per lo sviluppo industriale. Non ce ne sono altre nel mondo, se non all’interno dei consorzi».

Chiaramente ci sono problemi: «Infrastrutture come acquedotti e depuratori sono vecchi e funzionano male – così Facchinetti, docente di architettura e studi urbani -. Sono obsoleti, ma ci sono a differenza di tante altre parti d’Italia. Progetti come quello di Anagni scontano il fatto che arrivano in territori non infrastrutturati».

Facchinetti: «Dritti ai permessi di costruire»

Il progetto di Blossom Avenue in Consiglio comunale

Facchinetti conclude: «Ci sono extra costi di infrastrutturazione dell’area. La normativa del Consorzio del Lazio, però, ci ha permesso di andare direttamente ai permessi per costruire. È di grandissimo valore in un Paese pieno zeppo di difficoltà, passaggi e contropassaggi, pareri e contropareri. Sono tutti valori che vanno raccontati». E allora raccontiamoli.

Delle Cese, dal canto suo, crede che «De Angelis abbia fatto un lavoro straordinario per la costituzione del Consorzio unico. Considerando anche che la fusione dei consorzi industriali ha portato in altre due regioni, Abruzzo e Calabria, a procedure di liquidazione. Se il Consorzio può essere il driver dello sviluppo del Lazio, molto lo dobbiamo a quel lavoro».

Ormai è cambiata la mission del Consorzio, ma l’anima resta: «C’è stata un’osmosi tra l’ex Presidente e il Commissario – ritiene l’ex presidente del Cosilam -. Si è parlato della “Fabbrica del bello”, un concetto teorizzato da De Angelis». Ci tiene anche Trequattrini: «Quando ero presidente del Cosilam, tra l’altro, avviammo un progetto per abbellire le rotatorie tra l’autostrada e lo stabilimento Stellantis. Avevo anche pensato di metterci anche qualche modello antico della Fiat, in modo che si capisse subito di avere a che fare con il distretto dell’automotive».(Leggi qui Ora vi stupiremo con la Fabbrica del Bello).

Trequattrini: «Competizione parola chiave»

il passaggio di consegne tra l’ex presidente De Angelis e il neo commissario Trequattrini

La parola chiave, a detta del Commissario, è “competizione”. «Oggi i territori sono in competizione tra loro per attrarre risorse e imprese – dichiara Trequattrini -. Non credo che siamo tra gli ultimi territori per capacità di attrazione. Anzi, forse siamo tra i primi. De Angelis ha lavorato benissimo, ma ci sono alcuni problemi da risolvere».

«D’altra parte, però – va avanti – è anche impensabile che la fusione di cinque consorzi non lasci strascichi, anche nella difficoltà di omogeneizzare culture diverse. Però le infrastrutture non hanno confini, se ne fregano di quelli che mettono i politici quando creano a tavolino una regione, una provincia o un comune. Un Consorzio unico sempre più grande, sicuramente un altro elemento che favorirà lo sviluppo delle imprese».

Ad Anagni, intanto, si sviluppa un’Apea: un’Area produttiva ecologicamente attrezzata. Ovvero dotata, secondo la Legge, di «infrastrutture e sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente».

Un’Industria bella oltre che brava

Francesco De Angelis, ex presidente del Consorzio

Della Valle, per deformazione professionale, ritiene che la bellezza sia essenziale: «Gli spazi che creiamo hanno tutta una serie di servizi per le persone che ci lavorano, come le sale relax o addirittura i luoghi per la preghiera. Quelli di lavoro devono essere anche luoghi in cui le persone possono vivere».

Il tempo del lavoro, d’altronde, è più lungo di quello che si passa a casa e in giro. «Devono esserci anche spazi per la socializzazione – sottolinea Della Valle -. I nostri progetti hanno sempre a che fare con la relazione dell’edificio con l’uomo e l’ambiente. Secondo me, il Lazio e quel territorio stanno lavorando in questa direzione. Magari ci sono cose che vanno ammodernate, ma c’è lo sforzo a essere competitivi rispetto ad altri territori».

Saper fare: il know how degli anglofoni, il savoir faire in prestito dai francesi. La Ciociaria è terra di buona Manifattura e forte export, ma non c’è incontro tra domanda e offerta di lavoro: tra le forti richieste e la quasi mancanza di manodopera competente e specializzata. L’arma, ormai, è la Formazione: specie se fai-da-te. (Leggi qui Kromin Academy: cento candidati, venti corsisti, quattro assunti).  

Il Prof dell’Unicas alla guida del Consorzio

Raffaele Trequattrini

«Mi dedico da quasi trent’anni alla formazione, che ritengo fondamentale per l’attrazione di talenti – dice Trequattrini, docente di economia aziendale ed ex prorettore dell’Unicas -. Parliamo della capacità dei territori di attrarre persone competenti, professionalmente in grado di rispondere alle esigenze del mercato. Come Università, ce la stiamo mettendo tutta, viste le eccellenze nell’elettrico e nella mobilità sostenibile».

«Probabilmente, l’Università può fare di più, ma teniamo presente che anche il mondo dell’istruzione sta cambiando – conclude il Prof alla guida del Consorzio -. E anche noi ci stiamo adeguando a nuovi metodi d’insegnamento e universi come intelligenza artificiale e big data».

«Stiamo lavorando anche per creare corsi formativi ad hoc e lauree in lingua, favorendo l’internazionalizzazione. Come Università, intanto, ci collocheremo con il Marchio europeo. Questo territorio si sta attrezzando per l’arrivo delle imprese, ma lo stesso sta facendo l’Università». (Leggi qui Classifica Censis sugli atenei: Unicas si conferma ai vertici).

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