Reno de Medici, i fanghi non sono rifiuto: si torna a produrre

Reno De Medici ritira i licenziamenti e torna a produrre. Decisivo il tavolo di queste ore al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le autorizzazioni consentono di riusare i 'fanghi primari' anziché smaltirli. La risposta definitiva la darà un interpello

Reno De Medici ritira la procedura di licenziamento di tutti i 163 dipendenti e si prepara a riprendere la produzione all’interno della cartiera di Villa Santa Lucia. La decisione è maturata nel corso del Tavolo di confronto che si è tenuto questo pomeriggio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Un confronto che a tratti è stato molto acceso. Perché l’azienda è rimasta a lungo ferma nella sua posizione. E cioè di non essere nelle condizioni di tornare a lavorare in quanto erano poco chiare le norme e l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dalla Regione Lazio.

Il nodo della discordia

Reno de Medici

Alla base di tutto c’è un’indagine della Procura di Cassino sul funzionamento del depuratore consortile ex Cosilam. Per superare quei problemi, la cartiera ha deciso di effettuare una serie di lavori al suo interno: un investimento di circa cinque milioni al termine del quale il tribunale ha autorizzato la riaccensione degli impianti.

Ma RdM ha sollevato un dubbio. Il provvedimento disponeva, tra le altre cose, di smaltire all’esterno tutti i fanghi. Per Reno de Medici però una parte (i cosiddetti ‘fanghi primari‘) non deve essere smaltita ma riciclata come nuova materia prima, in quanto ricca di fibre e cellulosa; stesso discorso per i ‘fogliacci’ che possono diventare nuova materia prima. È una caratteristica della produzione RdM, il suo cartoncino deriva in larga parte da attività ‘circular’ cioè di recupero delle materie.

Anche l’Aia rilasciata dalla Regione Lazio non superava quell’ostacolo e così il mese scorso la proprietà di RdM aveva confermato tutti i licenziamenti. Il caso aveva assunto una dimensione nazionale, in quanto lo stesso principio di lavorazione basato sul riciclo viene adottato anche in altri impianti italiani ed europei. Così il caso è finito sul tavolo del ministero.

La riunione al Ministero

Il Ministero dello Sviluppo Economico

In quel tavolo RdM ha chiesto chiarezza in maniera definitiva su come dovesse essere interpretata la norma.

La situazione si è sbloccata quando la Regione Lazio ha esibito una determinazione della Direzione Ambiente. È firmata dal direttore Vito Consoli. Specifica che i ‘fogliacci‘ non devono essere considerati un rifiuti ma “sfridi di lavorazione della carta che si generano durante il processo produttivo e non in sede di depurazione delle acque”. Nei fatti, autorizza il riciclo di ‘fogliacci’ e ‘fanghi primari’.

Ad ulteriore chiarimento, la Determinazione Consoli spiega che “l’autorizzazione rilasciata riguarda esclusivamente il recupero come rifiuti dei fanghi primari”.

Dietro quel documento c’è stato un sottile lavoro di rilettura della norma, portato avanti a più mani dai tecnici della Regione Lazio e gli esperti di Unindustria. Lo hanno fatto per individuare un percorso all’interno della legge che consentisse di fare chiarezza. Ministero, Regione Lazio e Sindacati a quel punto hanno evidenziato che sia l’autorizzazione del Palazzo di Giustizia e sia l’Aia regionale così riletta alla luce della Determinazione, prevedevano la possibilità di riciclare i fanghi primari. Il che fa cadere le preoccupazioni della cartiera.

Sulle sue perplessità in prospettiva, il Tavolo ha evidenziato che c’è un interpello con cui il Ministero chiarirà in modo definitivo la questione dei fanghi primari e da quale punto del ciclo produttivo possono essere considerati materiale da riciclo anziché rifiuto.

La posizione dell’azienda

Foto: Carlo Carino © Imagoeconomica / Ia Mid

In attesa del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, per RdM restano da concordare alcuni punti circa la classificazione di determinati materiali e la gestione di alcuni flussi. Sotto questo profilo, azienda e istituzioni hanno già tracciato un percorso per fare chiarezza. L’obiettivo del Gruppo è che anche per Villa Santa Lucia siano convalidate le prassi già applicate in tutte le cartiere che riciclano carta da macero, in Italia e in Europa.

In questi mesi abbiamo mantenuto vivo il dialogo con tutte le istituzioni interessate per dare un futuro certo allo stabilimento di Villa Santa Lucia, consapevoli delle sue potenzialità. Ne sono una prova gli importanti investimenti che, anche a impianto fermo, il Gruppo ha continuato a fare” spiega Michele Bianchi, amministratore delegato di RDM Group. “Ci impegneremo affinché le consolidate pratiche applicate a tutte le cartiere che riciclano carta da macero siano impiegate anche a Villa Santa Lucia. Lo faremo – ha spiegato Bianchi – in forza dello spirito collaborativo tra le istituzioni, la cittadinanza e l’azienda che ci permetterà di raggiungere l’ambizioso obiettivo di fare impresa sostenibile nel tempo”.