Metti un giorno al tavolo Stellantis ed il cluster di Cassino…

Unindustria riesce nell'impresa di mettere allo stesso tavolo Stellantis e le aziende del Cluster della mobilità sostenibile del Lazio. Si mira a rafforzare la partnership e lo sviluppo del settore automotive nel Sud Lazio. Perché quell'incontro è importante e cosa significa

In Cina fu un torneo di ping-pong a segnare il disgelo nelle relazioni con gli Usa. A Cassino non è stato necessario l’intervento di un Henry Kissinger per riportare Stellantis ad un tavolo con il mondo confindustriale. L’azienda automobilistica ne era uscita ai tempi di Sergio Marchionne: ritenendo di potersi rappresentare da sola. E poco è cambiato negli anni. Proprio per questo la notizia dell’incontro a porte chiuse avvenuto martedì a Cassino ha un forte valore: sia sul piano simbolico che di strategia industriale.

L’incontro

L’ingresso dello stabilimento di Cassino Plant

I fatti. Unindustria ha tenuto a Cassino un incontro con Stellantis nell’ambito delle attività che l’associazione degli industriali sta portando avanti a favore delle aziende del Cluster della mobilità sostenibile del Lazio. Cos’è? Si tratta di un gruppo di produttori della componentistica avanzata, titolari di brevetti e fornitori di vari marchi dell’automotive mondiale; sono tutte aziende con sede nel distretto industriale di Cassino e che ad ottobre 2022 hanno dato vita al ‘cluster’ con il quale unire il loro know how. (Leggi qui: Automotive, nasce il Cluster Cassino e sfida i poli nazionali).

All’incontro di martedì erano presenti circa 30 trenta aziende del cluster automotive ed associate ad Unindustria che era rappresentata dal presidente della territoriale di Cassino Francesco Borgomeo. Per Stellantis erano presenti il direttore dello stabilimento di Cassino Carlo Di Giacomo, il responsabile delle risorse umane Marcelo De Simone, il Performance Manager Cassino Plant Dario Pannaccione.

Le dichiarazioni sono pesate con il bilancino. «Si è trattato di un appuntamento prezioso per condividere idee, prospettive, progettualità e strategie per il rilancio del settore Automotive della nostra Regione. E nello specifico nel sud Lazio, dove l’Automotive rappresenta un fondamentale traino per l’economia locale» ha spiegato Unindustria.

Il segnale tra le righe

Francesco Borgomeo

Si spinge appena oltre il presidente di Unindustria Cassino, Francesco Borgomeo. “L’incontro – ha analizzato Borgomeo – è stato utile per individuare percorsi di partnership tra le aziende associate ad Unindustria e Stellantis; adesso lavoreremo ad una serie di proposte che insieme alle nostre aziende associate porteremo in Regione per sostenere lo sviluppo del settore Automotive“. Si comincia a vedere la polpa.

Off the record, Borgomeo lancia un segnale per il Governo: “Prima di ragionare su possibili secondi player nazionali occorrerebbe ricordarsi che c’è un primo player con il quale definire possibili percorsi di sviluppo. Nell’interesse non soltanto di Stellantis ma di un immenso mondo della componentistica fatto di eccellenze che negli anni si sono affrancate dalla monofornitura Fiat. Ed hanno sviluppato loro prodotti in esclusiva apprezzati dai produttori nel mondo”.

I segnali importanti sono due. Il primo lo fornisce Stellantis, partecipando all’incontro. È un chiaro indice di interesse strategico per l’area di Cassino e di conferma del ruolo che avrà Cassino Plant nello scacchiere europeo di Stellantis. Un anno fa, in questi giorni, Carlos Tavares venne ad annunciare che nello stabilimento in provincia di Frosinone sarebbero nati i modelli premium del futuro quasi immediato. La partecipazione a quel tavolo non è in alcun modo un impegno verso qualcuno. Ma è la conferma che Stellantis resta qui con un progetto di lungo respiro anche per un grande valore aggiunte del territorio. Quale?

Il valore aggiunto

Il valore aggiunto è la scelta di qualità fatta dal territorio e dalle aziende della componentistica. Che hanno un elemento impossibile da replicare per i loro competitor: essere tutte nell’arco di dieci minuti d’autotreno dalle linee di produzione Stellantis. E la lunghezza della supply chain è diventata elemento strategico nelle scelte, quasi quanto il costo del prodotto. Perché?

La catena di produzione e distribuzione dei componenti si è dimostrata centrale in occasione della pandemia. Che ha rallentato la produzione europea dell’automotive in maniera sensibile proprio per le difficoltà legate all’approvvigionamento. Le aziende del cluster dell’automotive del Cassinate sono quindi in grado di fornire un servizio on site ed una consulenza in tempo reale, praticamente senza tempi d’attesa. E questo è in grado di fare la differenza. Quanta?

Ai tempi dell’Alfa 156, la generazione successiva aveva oltre il 50% delle migliorie legate ai suggerimenti ed alle soluzioni trovate lungo la linea di produzione quotidianamente. È un elemento che ha può fare la differenza. E Stellantis con le aziende di Unindustria martedì se lo sono dette.