Dagli Stati Generali al Governissimo territoriale

Un documento programmatico, l'unione d'intenti, un'Area idealmente sempre più vasta, i primi impegni della Regione Lazio. La Provincia di Frosinone va oltre gli steccati politici e i campanili. La Ciociaria non vuole essere più quella di prima.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«Di certo è un grande punto di partenza»: Francesco Rocca ha accolto così la data zero degli Stati Generali della Ciociaria. Lo ha fatto dopo avere ascoltato il manifesto per lo sviluppo del Basso Lazio messo a punto dai tavoli con le varie associazioni coordinato per due mesi a fari spenti dal direttore Alessio Porcu. Sei pagine di analisi, fatte di orgoglio e rivendicazioni: nelle quali dire che la Ciociaria non è in declino ma ha bisogno ora di interventi per avviare il rilancio.

Un modello di confronto diverso. Che parte dal basso e non è omologato. Il presidente della Regione si è congratulato con il presidente della Provincia Luca Di Stefano: «Ha avuto coraggio a mettersi in gioco. Forse un coraggio dettato anche dall’incoscienza della sua età», ha detto Rocca del più giovane presidente di provincia in Italia.

I risultati sul tavolo

Il salone della Provincia

Non è stato il classico tavolificio, sempre aperto ma spesso a vuoto: il governatore Francesco Rocca ha preso impegni e promesso fatti. Nascerà un tavolo permanente in Regione dedicato alla provincia di Frosinone ed al suo rilancio: sarà lo stesso presidente Rocca a guidarlo. Non solo, si incontrerà già la settimana prossima con il presidente Luca Di Stefano per individuare quali sono le norme che stanno rallentando il rilascio delle autorizzazioni ambientali perché poco chiare: «al primo veicolo legislativo utile le inseriremo e risolveremo i problemi».

Ha garantito, al contempo l’aumento dei posti letto nelle strutture sanitarie territoriali. Nonché il potenziamento dell’ospedale Spaziani di Frosinone: parte l’attivazione di tutti quei servizi necessari per diventare Dea di II Livello, tranne Cardiochirurgia perchè non ci sono ancora i numeri.

A Palazzo Iacobucci, presso il salone di rappresentanza, c’erano tutti: politica, industria, commercio, sindacati, università e gestore del ciclo dei rifiuti. Dieci i relatori che hanno anticipato le chiose dei due Presidenti. Si è parlato di una terra, più o meno vasta, che ha tante difficoltà conclamate quante potenzialità inespresse.  

«Siamo tutti orgogliosi di essere di questa terra – ha sottolineato Luca Di Stefano nel suo intervento finale -. La Provincia è stata per troppo tempo divisa. Ora è tempo di unità e ripartenza. E sono convinto che questo sia un vero punto di partenza degli Stati Generali». Ossia la riunione preparatoria di quella che l’onorevole Nicola Ottaviani avrebbe poi definito “Classe dirigente”: non solo politica, ma anche industriale e sindacale.

Le istanze della Provincia

L’intervento del presidente (Foto © Massimo Scaccia)

L’industria ed il mondo del lavoro chiedono risposte da Regione e Provincia. A partire dalla velocizzazione delle autorizzazioni ambientali alle aziende sane. Luca Di Stefano mette in chiaro: «Ci siamo ritrovati e abbiamo dovuto evadere oltre cinquecento pratiche in arretrato, ma oggi la Provincia rilascia le autorizzazioni nei tempi prestabiliti». Il presidente della Provincia in ogni caso riconosce il rilievo fatto nel documento delle associazioni: «l’ambiguità di una norma che porta alle lungaggini degli uffici. Perché c’è incertezza e quindi il timore di sbagliare. Quindi serve restituire snellezza alle procedure per aiutare le aziende, sempre nel perimetro della legalità».

C’è poi il nodo delle infrastrutture: «Chiedo al presidente Rocca un tavolo di confronto sulla linea Tav e di riconsiderare l’attività di progetto dell’aeroporto civile di Frosinone». Di Stefano rilancia la Provincia come “Casa dei Comuni”: «Continueremo a dare assistenza tecnica e risorse ai Comuni. È un passaggio cruciale: perché anni addietro i fondi Prusst rimasero fermi, i Comuni non avevano le risorse necessarie per sviluppare i progetti con cui ottenerli; la Provincia ha riattivato quei fondi e messo a disposizione le professionalità che ai Comuni mancano.

Nasce il Comitato per la Crescita e lo Sviluppo

Il modello della concertazione, del tavolo di lavoro che mette tutti insieme per costruire una sintesi funziona. Il presidente Luca Di Stefano ne è convinto. Il documento finale messo a punto dalle associazioni ne è la dimostrazione. Per questo decide di proseguire su quella strada. «Firmerò un decreto per istituire una task force. Attiveremo un Comitato per la Crescita e per lo Sviluppo Sostenibile: una squadra che abbia lo spirito di questa giornata».

Ringrazia tutti quelli che intorno al tavolo hanno accettato di sedersi e di dare il loro contributo di idee, espresso il loro punto di vista, proposto aggiunte o correzioni. Lo hanno fatto tutte per il territorio. Pensa a loro il presidente quando dice che le associazioni «Sono chiamate a decidere per tutti e lo devono fare con presupposti, tenacia e voglia. La soluzione? Iniziare a lavorare insieme, lungimiranti nei progetti».

Le risposte della Regione

Francesco Rocca (Foto © Massimo Scaccia)

Rocca innanzitutto ha detto che «non si nasce imparati e tuttologi, specie oggi che viviamo con il dinamismo».

Il presidente della Regione ha puntualizzato che «manca un’analisi concreta dei bisogni sociali, anche perché questo è un territorio che paga una lunga assenza di visione strategica. Bisogna ragionare con i piedi per terra, anche sulle Zes. Perché ci sono le Zls e sono un’occasione da cogliere anche e soprattutto per lo sviluppo del porto di Gaeta». Al posto di una Zona Economica Speciale, si può pensare di avere una Zona Logistica Semplificata, almeno per chiedere il credito d’imposta.

Poi le risposte alle istanze: «Laddove si possa interpretare meglio o migliorare le normative, sono disponibile a sedermi a un tavolo e portare l’iter in Consiglio regionale». Si è parlato anche del discusso “Piano regionale della qualità dell’aria”, secondo gli industriali troppo generico in alcuni punti. Ad esempio le compensazioni: se un fornaio decide di installare un forno nuovo e più rispettoso dell’ambente deve pagare una penalità; non solo, non ci sono criteri con cui calcolarla. A Frosinone c’è stato chi s‘è sentito chiedere in compensazione 25 auto elettriche. Ha salutato e se n’è andato da un’altra parte.

Francesco Rocca prende nota. E dice «Tocca rivederlo – ha anticipato il governatore -. Frosinone ha pagato il prezzo più salato, ma è ora di lavorare su ciò che unisce anziché su ciò che divide. Si dà l’idea che ci sia difficoltà ad avere un rapporto sano con l’ambiente. Bisogna calare un piano in maniera adeguata sul territorio e deve essere poggiato su un adeguato trasporto pubblico». Perché è la mobilità a contribuire in larga parte all’inquinamento atmosferico.

«Roma? Ma quale disturbo»

Francesco Rocca (Foto © Massimo Scaccia)

Rocca, però, dice “basta” alla contrapposizione tra Roma Capitale e Ciociaria. È romano, ma la sua famiglia è originaria di Ceccano. Si sente anche ciociaro: «In questo territorio siamo costretti a vivere Roma come elemento di disturbo, quindi vanno cambiati i rapporti e gli equilibri». Ma, detto questo, «c’è la volontà di questa Giunta di sostenere la provincia di Frosinone anche sulle infrastrutture, perché mi è chiara la portata della linea Tav per questo territorio e mi impegnerò affinché arrivi in tempi regolari e giusti». Non si riferisce all’orario dei treni ma al fatto che le fermate di Cassino e Frosinone sono sempre provvisorie e confermate di anno in anno in base ad un accordo con la Regione. Rocca vuole che le fermate diventino definitive.

Nel Cassinate, terra di automotive, Stellantis sta vendendo uffici e anche le due aree degli ex sottoservizi Itca. Rocca assicura che il Governo Meloni ha tutto sotto controllo e non sarebbe l’inizio della fine della già Fiat. «Il ministro Urso ha chiamato Stellantis, vi posso garantire che il Governo italiano sta facendo sentire tutto il suo peso». Rocca si è detto preoccupato per la messa in vendita: “Significa che da parte di Stellantis non c’è la volontà di convertire quelle aree resesi disponibili“.

Poi il capitolo aeroporto: «Ci sono tre province che lo vogliono. Frosinone è sicuramente collocata meglio e non sarò di certo io a danneggiarla. Ma, nel caso, bisogna spiegare a Latina e Viterbo perché non si farà da loro». Nel mezzo, una parentesi sulla Sanità: «Aumenteremo i posti letto dal due al tre per mille e con la dottoressa Pulvirenti nuova direttrice della Asl, lavoreremo bene e daremo un’attenzione a questo territorio mai vista prima. Abbiamo studiato la mobilità, dove si va a curare il singolo cittadino, per la redistribuzione dei posti letto».

Fare industria da Pomezia in giù

Il salone degli Stati generali

Il direttore Alessio Porcu è partito da una premessa d’obbligo. Quella messa nero su bianco nella lettera d’intenti: «I pilastri sui quali si è basato fino ad oggi il nostro mondo industriale, sociale, economico e culturale stanno cambiando ad una velocità tale che rischia di farci trovare in bilico su una condizione di decrescita. Abbiamo la necessità di reagire e farlo in maniera compatta, concreta, mirata».

Ciociaria ma non solo? Basso Lazio con il Pontino? Paolo Marini, vicepresidente della Camera di commercio, vede un’area ancor più vasta. «Oltre alle province di Frosinone e Latina – ha precisato – anche tutta l’area industriale a sud di Roma, da Pomezia in giù». È praticamente il Latium, la regione degli antichi Latini.

«Prendiamo consapevolezza di ciò che siamo – ha spronato Marini -. La Camera di commercio si propone di coordinare un tavolo tecnico con tutti gli stakeholder dell’area vasta. Ma serve un progetto futuro di lungo periodo, provando ad anticipare quel che sarà il cambiamento». Chiaro il concetto: se si ragiona sul breve periodo è una perdita di tempo, se si ragiona su un piano da qui a vent’anni allora si costruisce un orizzonte. Per Marini manca ancora una visione d’insieme. E lo dice il patron di Tecnobus, uno che gli autobus elettrici li fabbrica da oltre trent’anni.

«Bisogna innanzitutto stabilire se questa terra vuole essere di quantità o qualità – ha aggiunto -. Abbiamo grandi qualità endogene di sviluppo, ma serve allargare lo sguardo. E servono interventi normativi a supporto di un progetto. Sono rimasti nei cassetti troppi protocolli con enti di ricerca e università. Dobbiamo garantire sviluppo nei prossimi decenni, altrimenti i risultati non saranno all’altezza delle aspettative».

«Ombre, ma anche tante luci»

Francesco De Angelis

Francesco De Angelis, presidente del maxi Consorzio industriale del Lazio mette in chiaro. «Ci sono ombre, ma anche tante luci. Non va bene la caricatura di questa provincia, perché non la rende appetibile. Eppure tante piccole e medie imprese hanno investito fortemente sullo sviluppo».

Ha fatto presente che alle aziende occorre una velocizzazione dei procedimenti inerenti la loro attività. «Automotive, chimico-farmaceutico e aerospazio sono eccellenze territoriali invidiate in tutto il mondo – ha detto -. Salvaguardiamo l’ambiente e la salute, ma tuteliamo anche le imprese. Più dei finanziamenti servono snellimenti burocratici».

Per il 2024, da commissario prima e presidente poi, lascia in eredità il consorzio industriale più esteso d’Italia con un trampolino di lancio. «Grazie alla Regione – ha annunciato De Angelis è stata sbloccata l’annosa questione dei cinquanta milioni di euro per le zone industriali, di cui ben ventisei per Frosinone. Entro la fine del prossimo anno bisognerà dare in appalto i lavori. Investire sulle infrastrutture rende appetibile questo territorio».  

Hydrogen Valley e fiscalità

Foto: Canio Romaniello © Imagoeconomica

De Angelis aveva un altro fiore nell’occhiello: «9.5 milioni di euro per una Valle dell’idrogeno a Patrica, dov’è previsto un investimento complessivo di venti milioni. È il primo esempio in Italia di Hydrogen Valley. La faremo in questa regione, nella provincia di Frosinone, per portare energia pulita alle industrie frusinati. A Patrica verrà anche riqualificata l’ex porcilaia». (leggi qui: Una Hydrogen Valley per le industrie di Frosinone).

Il Basso Lazio è rimasto fuori dalla Zona economica speciale del Centrosud Italia. Ciociaria e Pontino, facendo media a livello regionale con Roma Capitale, sono rimaste fuori dal piano di sgravi fiscali e burocratici.

«Si parla di Zes, ma non della Fiscalità di vantaggio – ha rispolverato De Angelis -. Abbiamo elargito 113 milioni, di cui 45 per la provincia di Frosinone, 200mila euro per ogni singola azienda. Bisogna rifinanziare il provvedimento, utile ora che con c’è più la Cassa del Mezzogiorno. Come bisogna partire dal progetto pilota dell’ex Videocon di Frosinone per avviare un’operazione di recupero dei siti industriali abbandonati. Il Consorzio più grande d’Italia farà la sua parte».

Industriali, annose lamentele

Miriam Diurni

Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone, ha voluto dapprima rivolgere un pensiero al compianto Giovanni Proia: imprenditore, membro di consiglio e giunta della Camera di commercio, già presidente della Confederazione provinciale dell’artigianato e della piccola e media impresa. «Era una persona che amava il territorio e lo ha anche guidato bene – ha detto di lui -. Sarebbe stato anche contento di essere qui ad iniziare un discorso per un territorio attrattivo».

Poi ha ripetuto quello che lamenta da quasi tre anni. «Una provincia con impoverimento del lavoro, difficoltà amministrative e ritardi nelle autorizzazioni ambientali – ha esemplificato la Diurni -. Servono in media tre anni per ottenere un’autorizzazione, ma ci sono aziende che aspettano cinque se non sei anni. Sarebbe semplice imputare i ritardi agli uffici provinciali, ma mancano competenze anche nei Comuni. Le aziende si trovano continuamente a interloquire con personale non adeguato».

Ci sono poi le vicende legate al Sito di interesse nazionale della Valle del Sacco: il Sin perimetrato e allargato da quasi vent’anni, e ormai in via di analisi e bonifica. Troppo esteso, ancora in attesa di uno studio dei valori di fondi, anche e soprattutto secondo l’unione provinciale degli industriali.

Ripensare il Sin del Sacco

La Valle del Sacco

«È necessario ripensare la perimetrazione del Sin, perché alcune aziende rinunciano ancor prima di partire e investire sul territorio – ha argomentato la presidente di Unindustria Frosinone -. Anche perché c’è un “Piano regionale della qualità dell’aria” che pone uno dei più vincoli più severi in Europa rispetto alle emissioni in atmosfera. Ma i dati Arpa ci dicono che le industrie impattano per il 7% sulla qualità dell’aria».

Un occhio anche alle politiche giovanili. «Abbiamo bisogno dei giovani e con l’Istituto tecnico meccatronico abbiamo il 100% di occupati – ha concluso a riguardo -. Servono, però, incentivi a farli restare qui. Al centro, allora, non può che esserci l’Università di Cassino. Superiamo i confini. Per noi l’industria va dal sud di Roma fino alle province di Frosinone e Latina. E la futura Alta Velocità di Frosinone deve essere vista come un’opera di bacino, un’area da mettere in contatto con l’Europa». 

«Quando un tavolo su sviluppo?»

A detta di Giuseppe Massafra, segretario della Cgil interprovinciale Frosinone – Latina, «la crisi del territorio è una combinazione di fattori strutturali, le disuguaglianze aggravate dalle note emergenze, e assenza di politiche di sviluppo che non permettono di agganciarsi alle transizioni in corso». Pertanto, pone tutti davanti a una scelta obbligata: «L’appuntamento di oggi può essere un’occasione di confronto e visabilità oppure, come auspico, un’importante azione di sistema con tutte le energie in campo».

Massafra ha posto una questione alle Istituzioni: «Anche per questo territorio sono state stanziate tante risorse europee, con il Pnrr 900 milioni per la provincia di Frosinone. In aggiunta le risorse per lo sviluppo delle aree interne. Ma quando faremo un tavolo di confronto negoziale per una strategia di sviluppo di questo territorio e di tutto il Lazio? Serve capacità di orientare bene gli investimenti. Condizioniamoli verso l’occupazione stabile e di qualità».  

Enrico Capuano, segretario generale della Cisl Frosinone, si è detto felice di vedere «tutti gli attori dei territori insieme, la pietra miliare per la costruzione degli intenti». Poi ha valutato il manifesto degli Stati Generali: «Ci sono cose sia positive che negative. Ora, dopo le analisi, servono le terapie. Abbiamo fatto risuonare l’allarme da anni. Ora credo che i tempi siano maturi per una decisione importante e decisiva». 

Ha poi proposto: «Le prime cosa da fare sono due: sinergia tra enti, nessuno escluso, e individuare dove investire. Per questo serve un tavolo provinciale per lo sviluppo, per dare continuità operativa e concreta agli intenti». Da qui la citazione di Aldo Moro: «Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà».

«Progettualità e risultati concreti»

Francesco Rocca e Luca Di Stefano

Per Anita Tarquini, segretaria provinciale della Uil, «ci sono tante altre motivazioni delicate, i classici colli di bottiglia che non consentono nulla». Vorrebbe, di contro, «una vera progettualità con risultati concreti, che metta a sistema tutte le nostre risorse e faccia esprimere tutte le nostre capacità sul territorio. Parliamo di Alta Velocità, ma continua a essere trascurato altro di importante, come le stazioni ferroviarie».

Marco Dell’Isola è il Magnifico rettore dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale. È ormai una fabbrica, oltre che di cervelli, di spin off, start up e future imprese. In Italia chiamano il Politecnico di Milano o l’Università di Cassino per sviluppare progetti del genere. La “sua” E-lectra è stata acquisita dal mega Gruppo Faist. E ormai è in affari con Fincantieri per la produzione di batterie elettriche per le navi da crociera. Nel Cassinate, del resto, sta nascendo una GigaFactory.

Ma la forza dell’Unicas è che non è mai paga. «Mi onoro di guidare un’eccellenza a livello nazionale, che fa della qualità della ricerca la sua forza, abbandonando i campanilismi – ha dichiarato il rettore Dell’Isola -. Ma dobbiamo riuscire a capire anche quali siano le criticità dell’Università. All’alta formazione affianchiamo la formazione professionale. L’Unicas ha una sempre maggiore appetibilità grazie a un’offerta costruita con il territorio. Ma servono housing per gli studenti e trasporti pubblici efficienti».    

«Non bastano gli impianti»

Fabio De Angelis

Fabio De Angelis è da quattro mesi alla presidente della Saf: la Società Ambiente Frosinone, azienda pubblica composta da Provincia e Comuni in quote uguali per la gestione del ciclo dei rifiuti. Vuole rivoluzionarlo: «Realizzare impianti non basta, visto che tra l’altro ne viene realizzato appena il 20% altrove. Apriamo allora a una collaborazione con Acea affinché riconosca vantaggi non solo a chi ha un inceneritore sul proprio territorio come San Vittore del Lazio. ma anche ai Comuni vicini. Penso a San Giovanni Incarico che ha sul suo territorio geografico la discarica Mad che amministrativamente è però a Roccasecca. Il benefit attuale deve essere aperto anche a favore dei comuni limitrofi ingiustamente inconsiderati».

Secondo il neo presidente di Saf «è importante che la Regione Lazio vada incontro alle richieste del tessuto produttivo». A breve si svolgerà un importante riunione con i sindaci, tanti presenti ai pre Stati Generali, sulle tariffe inesorabilmente in via di aumento. Perché il ciclo dei rifiuti non è più chiuso nel nostro territorio da quando si è esaurita anzitempo la discarica di Roccasecca. E si pagano extra-costi per trasportare fuori regione i rifiuti che altri utilizzano per produrre energia. Un quarto della bolletta dei rifiuti è per il costo dei camion sui quali trasportiamo l’immondizia in giro per l’Italia.

«Chiedo ai Sindaci e al presidente Rocca che questo sia un momento di responsabilità, ma intanto ringrazio il presidente di Stefano e la Provincia per il coraggio dimostrato nel mettere in pratica dopo diciassette anni una legge del 2006, il codice dell’ambiente». Gli impianti, detto questo, li ritiene però importanti: «Siamo tra le ultime province d’Italia a livello infrastrutturale e la Saf rivolge la propria attenzione anche a iniziative industriali importanti come la Saxa Gres del presidente Francesco Borgomeo».

«Fuori dalla Zes? Colpa di tutti»

Nicola Ottaviani (Foto © Massimo Scaccia)

Il leghista Nicola Ottaviani, segretario della Commissione Bilancio della Camera, ha preso parola e l’ha resa pragmatismo. «Se è vero che la Valle del Sacco ha subito danni ambientali, qualcuno si faccia carico del recupero – ha dichiarato -. Si deve fare con quel treno chiamato Europa, da cui arrivano fondi che rischiano di non essere attratti e spesi».

E poi una stizzita precisazione: «La classe politica degli anni Cinquanta ebbe intuizioni industriali, ora una distesa di industrie di due tipi: le aziende metabolizzate dall’industria locale e le altre prese d’assalto dai predoni dei fondi della Cassa del Mezzogiorno».

Poi, a tutela della categoria, ha puntualizzato: «La classe dirigente non è solo quella politica, ma anche quella industriale e sindacale. La maggioranza ha votato la legge per le Zes ed è giusto portare anche un solo euro in più al Mezzogiorno. Ma siamo arrivati tardi ed è colpa di tutti, non solo della politica ma di tutta la classe dirigente, se Frosinone e Latina non rientrano nella Zes».

Ottaviani gradirebbe allora «una nuova stagione del senso del dovere, un senso di appartenenza da sentire sulla nostra pelle, sicuro della vicinanza della Regione Lazio, ma dobbiamo essere coesi».

«La Ciociaria è una subregione»

Massimo Ruspandini

Area vasta del Latium? Il Fratello d’Italia Massimo Ruspandini preferisce puntare sulla Ciociaria.

«Con i suoi novantuno comuni è da sempre una subregione. Dieci anni fa proponevamo una riorganizzazione per avere maggiore rappresentanza in Regione. Il Molise con 300mila abitanti elegge 20 consiglieri regionali, noi con mezzo milione di abitanti ne possiamo eleggere solo tre. Ma oggi ho sentito contributi degni di questa terra».

Infine, un plauso ai Presidenti: «Luca Di Stefano ha un percorso identitario in antitesi con il passato. Con lo sguardo al futuro, ma con i piedi ben saldi a terra. Il presidente Rocca, invece, ha aperto cuore e porta a una terra da sempre considerata come un non luogo. La nostra provincia è compatta, non come quella di Latina, con luoghi diversissimi tra di loro. A Roma hanno detto sempre che Frosinone non è da Serie A, ma la squadra di calcio ci è arrivata e ha i colori gialloblù della Provincia».