Una riunione segreta. Dalla quale sarebbe nato un patto di ferro tra Areadem e zingarettiani. In vista delle Regionali. E di un riposizionamento
Campidoglio
Dodici mesi fa, da segretario del Pd, trionfava in Campania, Puglia e Toscana. Adesso, da Governatore, può affermare il modello Lazio per la conquista di Roma. Lunedì sera analizzerà i risultati con Albino Ruberti, ma una cosa è certa: Nicola Zingaretti non starà a guardare. Nemmeno nel Pd.
Se i Democrat vincono le amministrative e il segretario sbarca in Parlamento, si apre una fase nuova. Con Enrico Letta che potrebbe provare a cambiare radicalmente l’impostazione del Partito. Ma c’è un problema. A Roma è in campo il modello di Nicola Zingaretti. Che non è proprio la stessa cosa. E la Capitale pesa più di tutto il resto messo insieme.
Il presidente della Regione Lazio vuole vincere a Roma, programmare la successione alla Pisana e vedere se Franceschini conquista il Colle. Per capire poi quali spazi di riaprono: nel partito e nel Governo.
Il presidente della Regione si conferma un fuoriclasse sul piano amministrativo, il neo segretario ricolloca il partito a sinistra, Base Riformista si interroga. Ma quello che non si capisce è perché la candidatura a sindaco di Roma sia tramontata senza colpo ferire. Rimane uno scenario aperto destinato a pesare.
Candidatura a sindaco di Roma e presidenze delle commissioni regionali del Lazio: due temi che ridisegnano la mappa del potere all’interno dei partiti e perfino in Ciociaria. Ecco come è andata.
Ma ci sono pure le comunali e gli enti intermedi Il centrodestra sogna la spallata, il rebus Pd-Cinque Stelle
Giuseppe Conte prova a convincerla sindaca ad un passo indietro, Enrico Letta aspetta di chiamare il Governatore. Fra quelli che lavorano dietro le quinte alle soluzioni c’è Bruno Astorre, segretario del Pd del Lazio e avversario irriducibile di Carlo Calenda.
Il segretario del Pd, nel salotto di Piazza Pulita, fa capire che il Governatore del Lazio è il candidato più forte. A inizio maggio la decisione, poi a giugno le primarie. Il tentativo di far partecipare anche Carlo Calenda. E il rapporto con Giuseppe Conte.
Il sondaggio sul tavolo di Enrico Letta, la tentazione di Nicola Zingaretti, ma anche la spaccatura del Partito: la candidatura a sindaco di Roma è un’ipotesi affascinante ma anche molto rischiosa. E non c’è più l’ombrello di Bettini.
Le candidature a sindaco di Roma determineranno anche i futuri scenari nazionali. Il Governatore è l’unico che può saldare (parzialmente) l’asse tra Pd e Cinque Stelle. Ma la Raggi non farà passi indietro. La strategia di Giorgia Meloni: vincere con Chiara Colosimo nella Capitale per poi puntare alla leadership del centrodestra. Con lo “scalpo” di Zingaretti.
Come le vicende della Regione Lazio stanno condizionando la corsa alle candidature a sindaco di Roma. Fratelli d’Italia scatenati, mentre si allontana l’ipotesi di Zingaretti. Pd in difficoltà, mentre Virginia Raggi non molla. La variabile Carlo Calenda.
La designazione di Chiara Colosimo all’Organizzazione di Fratelli d’Italia a Roma è un segnale chiaro. Al tavolo delle trattative per scegliere il candidato sindaco sarà il suo il nome che verrà proposto da FdI agli alleati. Ecco perché.
Nel centrosinistra però il profilo più forte resta quello internazionale di David Sassoli. Virginia Raggi si prepara già al ballottaggio. Mentre nel centrodestra Fratelli d’Italia e Lega hanno altre ambizioni.
Il leghista allontana le regionali («c’è prima Roma»), difende Salvini e si rivolge a tutto il centrodestra. Rivendicando per il Carroccio il candidato sindaco.
Si defilano tanti dei possibili candidati a sindaco: Enrico Letta, Carlo Calenda, David Sassoli, Giorgia Meloni. La poltrona di sindaco di Roma scotta. E alla fine la sfida potrebbe essere quella tra Virginia Raggi e Roberta Lombardi (sostenuta anche da Zingaretti). Ecco perché.
La candidatura a sindaco di Roma scalda già gli schieramenti. La stagione di Virginia Raggi volge al tramonto. Il centrosinistra prova a riorganizzarsi e dietro le quinte si muove Bettini. Salvino pensa alla Bongiorno, ma dovrà fare i conti con Fratelli d’Italia.
La Lega vara il Direttivo regionale del Lazio. E manda una chiaro segnale: è pronta a prendersi il ruolo avuto finora da FdI. E lanciare la sfida per il Comune di Roma e la Regione Lazio. Tutti i nomi. E come si leggono le scelte fatte.
Tra dieci giorni c’è la decisione sulle assunzioni in Campidoglio. C’è chi scommette sulla fine anticipata della consiliatura Raggi. Centrodestra si porta avanti. E vara le primarie on line. Per evitare i gravissimi ritardi registrati alle scorse Comunali e Regionali del Lazio
La Lega entra in Campidoglio. Zicchieri: «Presto ci prenderemo quello che è’ nostro anche nella citta’ di Roma». Attacchi a Virginia Raggi. Per Santori: «Sta facendo un disastro in questa città». Ed a Zingaretti: «è un’anatra zoppa».