Bonus addio, i costruttori usati per fare i banchieri

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Lo stop al bonus fa scoprire il gioco: le imprese sono state usate come se fossero banche

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Il gioco, all’apparenza, era semplice. Ristrutturare le case, facendo quei lavori con i quali abbattere i consumi di gas e di elettricità. Perché il mondo ha gli anni contati: sette per la precisione. Se non conteniamo ad un grado e mezzo l’aumento delle temperature, entro poco tempo la vita sulla Terra non sarà compatibile con la presenza degli esseri umani.

Il modo migliore per convincere la gente a fare quei lavori era dirgli che non avrebbero pagato un centesimo. Nasce così il Bonus 110: cento va a coprire le spese, dieci addirittura il guadagno per l’impresa.

Foto: Alberto Lo Bianco © Imagoeconomica

Chi paga? L’idea è stata geniale: la gente anticipa, lo Stato accerta i cantieri, restituisce quei soldi sotto forma di credito fiscale. Cioè? Ognuno di noi a fine anno paga le tasse: quei bonus vanno a scontare le tasse. E se uno non ha tasse da pagare? Si può vendere quei crediti. A chi? Alle stesse imprese edili che così possono scontare le loro tasse.

Un momento. Perché io ditta dovrei comprare 10mila euro di crediti dalla signora Elena alla quale ho fatto i lavori, per pagarci 10mila euro delle mie tasse? Sarebbe come il gioco di Maria Cazzetta che alla fine si ritrova sempre nulla in mano. Non è così: perché posso contrattare con chi vende e quei 10mila euro di crediti posso pagarli anche 7-8mila euro, ma ci defalco 10mila di tasse.

La genialata sta nel fatto che così si è creata una valuta parallela, come se gli euro venissero affiancati dai crediti, generati in edilizia.

La beffa del bonus

Il presidente dei costruttori Ance Angelo Massaro

Ad un certo punto però i governi cambiano, le opinioni si differenziano. Ora il credito è stato ridotto, la giostra è stata fermata: gli euro sono euro, i crediti sono crediti e le ditte non possono più usarli come se fossero assegni. La Sardegna, per dare ossigeno alle imprese, li stava comprando. Oggi è stato presentato un’ordine del giorno per dire no. Le imprese si trovano piene di titoli di cui non sanno cosa fare.

Ogni Governo ha il legittimo diritto di prendere le scelte che ritiene: soprattutto se sostenuto da una maggioranza ed un consenso come quelli che può vantare questo Governo. Ma non si può chiedere alle imprese edili di giocare a fare i banchieri e poi lasciarle con milioni di carta straccia in mano.

Si può dire anche no a tutto. Ma si ad una soluzione deve esserci. Anche perché il rischio è il collasso dell’edilizia. E non ce lo possiamo permettere.

Senza Ricevuta di Ritorno.